Che dal Monte Epomeo a 360° si possa ammirare l’intera isola è percettibile anche dall’esterno, ma che da Monte Vezzi con la rotazione del solo capo hai la possibilità di cogliere alla tua destra il Porto di Ischia e, alla tua sinistra, Sant’ Angelo, è qualcosa a cui mai penseresti.
Cosa dire poi dei Pizzi Bianchi, testimoni dell’erosione del vento e dell’acqua, richiamo immediato alla Cappadocia. Panorami mozzafiato, l’occhio coglie il mare, oltre le terrazze coltivate a uva, per poi ritrovarsi in selve ricche di castagni e acacie, con un sottobosco che ti carica di odori; ed ancora, poi, la macchia mediterranea e tante ginestre che proprio in questo periodo si colorano di giallo. Fumarole sparse lungo il cammino tra il tufo verde ed il passaggio per sentieri dove non realizzi immediatamente che proprio quella felce è di una specie rara.
Ma ancora, sorgenti, acqua e vita, come il rospo smeraldino che è l’unico anfibio presente solo ad Ischia tra le tre isole del Golfo, a conferma della straordinaria diversità biologica che la contraddistingue. Diffusissima la lucertola comune, ma tra i rettili ci si può imbattere anche nella biscia e, tra i mammiferi, lungo i sentieri, è facile riconoscere le tane del coniglio selvatico di non altrettanto facile avvistamento.
Alzi gli occhi e ti imbatti nei tanti uccelli, stanziali ma molti migratori di passaggio o che si fermano per svernare. Una natura molto variegata correlata chiaramente alle caratteristiche geologiche e climatiche del posto che ben si colgono durante le diverse escursioni.
Escursioni primaverili nel periodo di apoteosi della vita dopo il letargo invernale, esplosione di colori e odori, soddisfazione dei sensi.
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