Controcorrente/ unitaria nella protezione civile. Ma il resto?
Di Giuseppe Mazzella direttore de Il Continente
Il capo della protezione civile nazionale, Ing. Fabio Ciciliano, ha invitato i sei sindaci dell'isola d' Ischia a trovare un "capofila" per un centro permanente di protezione civile dell'isola d' Ischia ed al termine della due giorni della simulazione di mobilitazione per un evento calamitosi causato dal dissesto idrogeologico tenutosi nei giorni 27 e 28 novembre scorsi ha parlato di un "comune dell'isola d'ischia" perché la natura stessa dell'isola - una dimensione media, né grande né piccola, con un'unica dimensione economica e sociale impone una "direzione unitaria". Se lo straordinario sviluppo economico legato al turismo negli ultimi 75 anni ci imponeva una direzione unitaria gli avvenimenti naturali del 2006,2009,2017,2022 che hanno coinvolto tutta l'isola impongono una direzione decisionale e gestionale unitaria.
Sono di scarsa utilità le iniziative, comunque apprezzabili, di massimizzazione economica delle particolarità ambientali della Città d'ischia, storicamente la Capitale, e di Forio, storicamente l'altra Capitale che dividono Ischia in "due capitali" del cui campanilismo ne paga "il terzo" come ben indicato nel 17simo secolo con i "casali" poi comuni di Casamicciola, Barano, Serrara Fontana e Lacco Ameno, adesso i mutamenti ambientali ci impongono una gestione amministrativa unitaria e nello stesso tempo una partecipazione democratica alla vita civile. Il testo unico sugli enti locali del 2000 massimalizza il potere locale ma lo invita alla massima dell'efficienza economica e finanziaria. Le comunità "sociali e storiche" dell'isola d'ischia sono "antropoligicamente" molto più di sei come vediamo dalle iniziative delle "pro loco" ma una responsabita di governo diviene sempre più "unitaria". Le occasioni ci sono state presentate dagli eventi naturali del 2006,2009,2017,2022 che hanno avuto riflessi sociali su tutta la "comunità ischitana". Il commissario alla emergenza Ischia, Giovanni Legnini, in circa due anni di gestione straordinaria resa titanica per mancanza di un piano regolatore urbanistico dei sei comuni, ha posto in drammatica evidenza la necessità di una "gestione unitaria della responsabilità di governo del territorio". Se non possiamo avere un "comune unico" dobbiamo avere un "governo unico del territorio" nella sostanza del diritto pubblico.
Possiamo avere sei municipalità ma non possiamo più tollerare casamicciola senza la casa della cultura e senza scuole per i propri bambini.
Si ritorna sempre al punto di partenza:la ricostruzione. Il terremoto di casamicciola del 2017 e la valanga sempre di casamicciola del 2022 impongono non solo una "cultura della sicurezza" dai rischi sismico, idrogeologico, vulcanico, ma una "cultura della sviluppo nella programmazione".
Oltre alla "ricostruzione a macchia di leopardo" la strada maestra è questa.
G. M.