Ischia News ed Eventi - Politica
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Le elezioni regionali del 2025 hanno confermato un trend ormai evidente in tutta la Campania: la partecipazione al voto è in netto calo. Anche sull’isola d’Ischia il fenomeno si è manifestato con forza, facendo registrare una diminuzione media dell’affluenza di circa il 10% rispetto alle precedenti consultazioni regionali del 2020.

Forse ho qualcosa da aggiungere al mio “Controcorrente” di lunedì 17 novembre 2025, apparso su Il Dispari con il titolo Il sonno degli enti locali ha generato il Mostro della Regione. Ho premesso – e ripeto – che questa campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale e l’elezione diretta del presidente della Giunta, che ormai per prassi si chiama “governatore”, è talmente scadente da giustificare il grande astensionismo. Questo è il vero punto, ed è la preoccupazione più seria per chi crede nella democrazia politica, per la quale ho lottato per tutta la vita.

L’ho scritto migliaia di volte. L’ho ripetuto in decine o centinaia di interventi pubblici e privati: i piani urbanistici devono essere legati ai piani economici e finanziari. Senza un progetto che indichi da dove prendere i soldi, entro quanto tempo, chi li deve mettere e quanto i privati imprenditori sono disposti a investire in interventi strutturali e infrastrutturali — che rappresentano il costo sociale del profitto — i piani urbanistici non servono. Sono solo libri dei sogni, spesso utilizzati a fini elettorali.

La Regione è diventata un enorme ente pubblico di gestione. La parola “programmazione” sembra ormai un termine vuoto. A otto anni dal terremoto del 21 agosto, la Giunta Regionale — non il Consiglio — ha approvato il piano di ricostruzione: cinque anni di lavoro e 35 tecnici impegnati.

Ho sempre ritenuto, fin dalle prime letture di diritto ed economia all’Istituto Tecnico per Ragionieri e poi alle facoltà di Economia e Commercio e di Scienze Politiche, che il cuore dell’ordinamento giuridico repubblicano sia il Comune.

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