Il decreto del Commissario Straordinario di Governo per la ricostruzione, on. Giovanni Legnini, con cui il Governo trasferisce al Comune di Casamicciola 4 milioni e 500mila euro per l’acquisto in piena proprietà del fatiscente complesso immobiliare del Pio Monte della Misericordia, destinato alla “riqualificazione urbana”, rappresenta un fatto realmente storico.
Storico non nel senso retorico e abusato del termine – come purtroppo si usa fare da almeno cinquant’anni – ma nel senso autentico: un atto che finalmente mette un punto fermo in una vicenda lunga, intricata, e drammaticamente simbolica della babele giuridica italiana. Una storia fatta di omissioni, responsabilità condivise, e attese infinite, dove la colpa – più che giuridica – è storica. E la Storia, si sa, è un giudice severo e inappellabile.
Con questo decreto, lo Stato – nella figura del Commissario – affida finalmente al Comune di Casamicciola la responsabilità del proprio futuro, nel rispetto della democrazia locale, nella fiducia negli enti territoriali e nel loro diritto-dovere di decidere per sé. È un atto di fiducia istituzionale profonda, che ha richiesto un lungo e solido iter giuridico.
Il Comune, “ente autarchico territoriale” – e va sottolineata la portata di questa definizione – è chiamato ad acquistare, in regime di libero mercato, un bene oggi fatiscente ma di enorme valore simbolico: circa 50mila metri cubi costruiti su 30mila metri quadrati, che dal 1895 ospitano il complesso del Pio Monte della Misericordia, realizzato anche con fondi del Regno d’Italia dopo il tragico terremoto del 28 luglio 1883.
Questo passaggio rappresenta un momento chiave nel percorso giuridico avviato con la legge 382/1975, che sancì lo scioglimento degli IPAB – gli enti di assistenza e beneficenza – e avviò il processo di acquisizione, a prezzo di mercato, di questi patrimoni da parte dello Stato e, per delega, degli enti locali.
Un caso nazionale, dunque. E un caso “storico”, perché racconta mezzo secolo di tentativi, fallimenti e trasformazioni nella gestione dei beni pubblici e delle relazioni tra Stato, enti morali e comunità locali.
Ora, l’unione tra pubblico e privato (senza lucro)
La somma disponibile, 4 milioni e 500mila euro, sarà destinata al pagamento del complesso al Pio Monte della Misericordia, che – dopo quasi cinque secoli di presenza – lascerà definitivamente Casamicciola. Uno storico, con la "S" maiuscola, dovrà raccontare che ruolo fondamentale ha avuto questo ente per la comunità e le acque termali del Gurgitello, almeno per 350 anni.
Chiusa questa fase, Casamicciola potrà davvero voltare pagina. Questo non è un semplice intervento "integrativo" post-terremoto e post-alluvione, come suggerisce il comunicato del Commissario. È l’intervento fondamentale, quello che potrà cambiare il destino del paese nei prossimi dieci anni, senza soffocare la sua economia o spegnere la sua vocazione turistica e termale.
È qui che entra in gioco l’articolo 120 del Testo Unico degli Enti Locali: è la scialuppa normativa per affrontare il mare agitato delle leggi e delle emergenze. È il momento di costituire una Società di Trasformazione Urbana – Comune, Pio Monte e Invitalia – partendo da un capitale pubblico certo. Una STU efficiente potrebbe rendere possibile, in dieci anni, una ricostruzione vera, ad otto anni dal sisma del 2017, riattivando tutto il microsistema alberghiero e termale oggi fermo: dall’hotel Elma Park alle aziende termali Ex-Scioli, Maltempo, Stefania.
La marcia della rinascita
Sì, questo è l’inizio della ricostruzione più importante: quella della visione e dell’identità di Casamicciola. Paradossalmente, per lo “storico”, qui accade che un ente pubblico versi milioni per comprare delle rovine. Ma è proprio da queste rovine che dovranno sorgere, con altri fondi e nuova progettualità, i palazzi del futuro. Ci vorranno anni. Forse, come spesso accade in Italia, ci vorranno generazioni.
Io, che ho 76 anni, sono alla fine del mio tempo. Ma chi verrà dopo dovrà costruire su questo atto il futuro.
Ora il dibattito
Ora deve partire, forte e concreto, il dibattito sulla “terza ricostruzione” di Casamicciola. Abbiamo un punto fermo. Abbiamo una direzione.
Credo profondamente che questa sia la strada giusta. Ma bisogna agire con la velocità dell’economia, e non con la lentezza della burocrazia. Dobbiamo richiamare tutti – amministratori, cittadini, enti morali – al peso della responsabilità storica. E chiedere, al Pio Monte della Misericordia, di concorrere con dignità e con visione alla rinascita di questo paese.
Giuseppe Mazzella
Il Continente – 19 giugno 2025