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Il compito di una banca? Deve tutelare i risparmiatori

Economia
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All’apertura dei nuovi uffici di Banca Mediolanum a Ischia c’era il numero due di Banca Mediolanum, il top manager Giovanni Pirovano.

 

Con un indice di solidità superiore al 20% la Banca fondata da Ennio Doris, che ha coniato il termine family banker, è tra le prime realtà in Italia ed ha sedi in Germania e Spagna. Il vice presidente di Banca Mediolanum e presidente di Mediolanum Fiduciaria S.p.A, Giovanni Pirovano, parla del ruolo delle banche, di strategie per tutelare il risparmio e innovazione tecnologica. E lancia un suggerimento per risolvere l’evasione fiscale.

«Quali scenari e opportunità ci sono per i risparmiatori italiani?»
Il risparmiatore si trova di fronte al mondo dei tassi negativi ed attività finanziarie di cui non ha piena conoscenza. Le faccio un esempio. Il 25 ottobre scorso l'agenzia di rating Standard and Poor's ha confermato l’outlook negativo per il nostro paese. Chi sa però che cosa significa? In un clima come questo bisogna fare molta attenzione. È perciò fondamentale l’ausilio di consulenti preparati, capaci di guidare i risparmiatori nello scenario nazionale e internazionale, oggi completamente nuovi oltre che estremamente complessi.
«Come vede la politica italiana nel contesto internazionale?»
I nostri partner, sia europei che internazionali, hanno bisogno di un Governo stabile. Ci auguriamo che il nostro sia all’altezza e soprattutto in grado di muoversi nella direzione delle riforme di cui abbiamo necessariamente bisogno.
«Secondo lei ci sono specifiche responsabilità della politica nei confronti dei risparmiatori italiani?»
Il risparmio del nostro paese è calcolato intorno ai 10 mila miliardi di euro: 6 mila miliardi in immobili e 4.500 in attività finanziarie. L’Italia si basa sul risparmio, è la sua ancora di salvezza. In anni di incertezza politica lo Stato ha potuto sistemare ciò che non andava, attingendovi. Però, attenzione. Se non approfittassimo di questo momento per ridurre il debito, in cui i tassi sono a zero, e diminuire l’indebitamento per riportare il paese su una cresta virtuosa, il rischio di non riuscire a dare un futuro felice ai nostri figli sarebbe alto.
«Su quali valori deve essere costruita una banca?»
Non c’è dubbio che la responsabilità di una banca sia enorme. Il suo compito è garantire i risparmi degli italiani, frutto del lavoro delle generazioni che ci hanno preceduto. La banca deve consentire al cliente di continuare ad accrescere questo patrimonio, sia per soddisfare i propri bisogni ma anzitutto per tramandare tale ricchezza alle future generazioni. Abbiamo passato anni in cui molte banche hanno messo in discussione la loro funzione importante e ciò rappresenta un punto dolente. Ci sono state famiglie che hanno visto il proprio risparmio frantumato, non deve più accadere. Per interrompere il ciclo involutivo le banche devono fare grandi sforzi di ristrutturazione. Per non danneggiare i clienti è necessario un processo di razionalizzazione e consolidamento che comprenda riduzione dei costi, miglioramento dell’efficienza e, inoltre, digitalizzazione della struttura bancaria.
«Mi ha anticipato. Che cosa può fare un istituto di credito nell’epoca dell’innovazione tecnologica?»
È un fenomeno al quale non ci si può opporre. Ormai quasi tutti hanno la banca in tasca, sui propri device. Pensi che gli accessi via APP hanno superato quelli via internet e ridotto gli ingressi in cui ci si recava fisicamente in filiale. Il trend è quello. Nel massimo dell’esplosione in Italia avevamo circa 35 mila sportelli, oggi siamo a circa 10 mila in meno. Se guardiamo all’Inghilterra, che all’incirca ha lo stesso numero di abitanti del nostro paese, gli sportelli sono 8 mila. Per l’Italia c’è ancora spazio per una forte e veloce riduzione. Alcune previsioni indicano che nei prossimi venti anni la rivoluzione tecnologica condurrà a un consolidamento della struttura bancaria. Dagli attuali 25 mila istituti di credito a livello mondiale scenderemo a poche dozzine. In Europa ci saranno tre o quattro dozzine. Non sappiamo quanti in Italia ma tutti avremmo un conto corrente.
«Una sfida, insomma. Chi riuscirà a vincerla?»
Non sarà soltanto una banca tecnologica a spuntarla ma quella che accanto all’innovazione sarà in grado di garantire e integrare i propri servizi con l’attività della consulenza. Il cliente potrà fare le operazioni che gli servono tramite il cellulare, certo, però di fronte alle domande importanti, un mutuo o un investimento come tutelare la pensione, c’è bisogno di un consulente che sappia garantire l’assistenza che occorre.
«Come risolverebbe l’evasione fiscale?»
Il Governo sta puntando alla lotta al contante. Può essere una strada ma non è quella definitiva. Direi che la medicina per abbattere l’evasione è la riduzione delle tasse. Solo in questo modo si può far emergere il “sommerso”. Più la gente sarà invogliata a portare alla luce il frutto del proprio lavoro, più si risolverà il problema. In Germania per esempio non c’è limite al contante e l’evasione è molto contenuta. Dobbiamo volgere lo sguardo verso modelli che già hanno prodotto risultati.

 

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