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Ischia, è tempo per la "seconda valorizzazione"

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Abbiamo troppi ricercatori della storia antica di Ischia e pochi della storia economica e politica del secondo dopoguerra che segnò il cambiamento irreversibile del suo sistema economico e sociale.


Trovo necessario invece ricerche e riflessioni su quel tempo del "miracolo economico" - che nell'isola d'Ischia fu ancora più marcato di quello italiano per eccezionali circostanze - perché esistono analogie forti ed altrettanto diversità con la stagione che stiamo vivendo ormai da molti anni con la ricerca di un "consolidamento dello sviluppo" per un'area diventata a "turismo maturo o ipermaturo" ma che sta subendo un declino quantitativo e qualitativo, determinato sia dal contesto mondiale sia - ferocemente - dagli eventi naturali del 2009, 2017, 2022 tutti avvenuti nel Comune di Casamicciola.
Quest’ultimo nel 1946, pur in un contesto di "ricostruzione nazionale", era quello che teneva in piedi la modesta economia turistica resistente con 20 stabilimenti termali e 15 alberghi di terza categoria mentre negli altri 5 comuni c'erano soltanto 13 alberghi.
Così si presentava il sistema socioeconomico alla ricostituzione dei sei comuni con decreto del luogotenente del Regno d'Italia n. 556 del 21 agosto 1945. Le prime elezioni amministrative nei ricostruiti sei comuni si tennero il 3 novembre 1946. Solo nel Comune di Ischia si votò col proporzionale. Quella classe dirigente politica si riaffermò nelle elezioni del 25 maggio 1952. La classe politica nella stragrande maggioranza scelse la DC di De Gasperi come partito guida.
Nel 1950 tiene il primo convegno programmatico nel “Pio Monte della Misericordia” di Casamicciola. «Quel convegno gettò le basi per il futuro» scrive Vincenzo Mennella, il sindaco di lacco ameno che oriana fallaci definì "il professore di latino che se ne intende di bilancio", nelle sue memorie. Quel convegno senza tracce ma col biglietto di invito recuperato da Raffaele Castagna nel suo volume «Ischia 1950-1999» è la "prima pietra" della storia economica di Ischia del "grande boom". Dal 1952 al 1958 avvengono le grandi opere pubbliche ed arriva Angelo Rizzoli ma rinasce un «Ente di diritto pubblico per la valorizzazione» insieme alla Cassa per il Mezzogiorno.
Ischia è l'unica area del Mezzogiorno ad avere un "doppio intervento straordinario": quello della Cassa del Mezzogiorno (CasMez) e quello dell'Ente per la Valorizzazione dell’Isola (Evi). Se - tenterò di farlo in altra sede dopo essere rimasto affascinato dalle ricerche del prof. Amedeo Lepore sulla rivalutazione storica del ruolo della cassa per il mezzogiorno dal 1952 al 1972.il primo ventennio, si analizza quanto realizzato in 12 anni si vede la realizzazione di un sogno "impossibile". Eppure fu fatto.
Oggi per consolidare uno sviluppo da "ricostruire" occorre la stessa passione civile di quei personaggi del secondo dopoguerra. Anche oggi bisogna proporre soluzioni apparentemente "impossibili" dopo oltre 30 di liberismo senza regole ma che possono e debbono diventare "possibili". Trovo di estremo interesse la relazione finale dell'Ente per la Valorizzazione dell'Isola contenuta nell'ultimo numero di «Lettera da Ischia» del dicembre 1972.
Sono oltre 20 pagine ricche di dati e realizzazioni: 1951 - il primo cavo sottomarino per l'energia elettrica; poi il poderoso programma di interventi che andava mettendo a punto la cassa per il mezzogiorno; il prolungamento di via De Luca Ischia porto-ponte; la Testaccio-Maronti; la Panza-S. Angelo; la Forio-Citara; ed una vasta nuova viabilità; 1958 l'acquedotto sottomarino; 1959 il piano regolatore dell'Ing. Tocchetti; 1964 il piano dell'Arch. Cacciapuoti; 1968 il piano regolatore generale intercomunale dell'arch. Bequinot. Ed altro ancora.
Oggi bisogna fare con nuovi strumenti di legge realizzazioni possibili. Si possono fare. Come? Abbiamo un Testo unico degli Enti Locali. Si può utilizzare l'art. 120 del TUEL per costituire la «società di trasformazione urbana» per attuare la pianificazione e dove non interviene il "privato". Possiamo avviare la finanza di territorio con un Contratto di programma (art. 31 del TUEL) fra i sei Comuni poiché alla CasMez sostanzialmente si è sostituita "Invitalia" e la "Cassa Depositi e Prestiti".
Sono certo che se oggi ci fossero uomini come Vincenzo Mennella, Antonio Castagna, Giovanni di Meglio, Vincenzo Telese, avrebbero fatto l'impossibile. Anche negli anni ‘80 Enzo Mazzella seppe cogliere le nuove opportunità per "Ischia giardino d'Europa" e Franco Iacono su Forio "capitale della cultura" con la massimizzazione del patrimonio storico con "La Mortella" e "La Colombaia".
Gli uomini degli enti locali di oggi dovrebbero ricavare insegnamento dai precursori anche con il necessario discernimento. Dopo il terremoto del 21 agosto 2017 e l'alluvione del 26 novembre 2022 - due catastrofi che hanno duramente colpito la cittadina di casamicciola - la gestione della ricostruzione è stata affidata ad un commissario di governo per gestire una emergenza ambientale rilevatasi molto più complessa e costosa da quanto poteva sembrare. Ci vorranno almeno 20 anni e la prima stima è di un miliardo e 300 milioni di euro. Manca addirittura un piano di assetto territoriale sia per il rischio sismico sia per quello idrogeologico che interessano l'isola intera di 46km2 ma divisa in sei comuni. Oggi si richiede un nuovo assetto istituzionale con un ente di diritto pubblico per la ricostruzione ed un rigoroso assetto territoriale con piano vincolante da attuarsi con piani attuattivi quinquennale legati alle risorse finanziarie pubbliche nazionali ed europee. Insomma una "nuova Europa unita" deve arrivare qui con una consapevole classe politica. É una scelta obbligata e unitaria se si vuole "ricostruire" casamicciola - oggi il nord dell'isola per geografia ma il profondo sud per economia - con velocità ed efficienza. L'alternativa è il declino complessivo dell'isola d'ischia che nonostante il campanile esasperato di Forio e dei foriani é contesto unico per geografia, storia, economia politica.
Casamicciola, 31 luglio 2024