Non mi scandalizzò affatto ciò che sta succedendo a la Repubblica e al gruppo editoriale Gedi, a sua volta controllato dalla multinazionale Stellantis, nella quale è incorporata la Fiat.
La Repubblica aveva cessato di essere una particolarità nel panorama editoriale italiano già da una ventina d’anni, e cioè dalla fine della forte presenza di Eugenio Scalfari. Tutti noi della sinistra laica abbiamo amato Repubblica: è stato il nostro giornale per oltre vent’anni, per chi acquistava dal 1955 L’Espresso settimanale e, prima ancora, dal 1949 al 1968 Il Mondo di Mario Pannunzio e poi quello di Arrigo Benedetti. Scalfari veniva da quel contesto e lo ricorda nei suoi libri.
La Repubblica nacque come giornale laico, con l’ambizione dichiarata di fare un’informazione contenutistica ispirata ai valori del “socialismo liberale”. Per trasferire sul piano del consenso politico un’idea che è sempre stata di estrema minoranza in Italia occorrevano grandi capacità e grandi capitali. Occorreva una “finanza illuminata”, nelle cui stanze entrava con sicurezza Eugenio Scalfari.
Quando l’espansione editoriale ha richiesto più fondi, la Repubblica ha perso la sua particolarità: cambi di direttori continui, una ricerca affannosa di mantenere i lettori, un cambiamento epocale dei partiti e della politica dopo Tangentopoli. Nel frattempo il concorrente Corriere della Sera ha potenziato il proprio assetto societario e la sua tradizione “liberale”. La Repubblica non è diventata come il francese Le Monde.
Anche i giornalisti sono cambiati, con una nuova generazione non chiaramente “politica” come quella di Giorgio Bocca. Il risultato è che la spesa per l’impresa è diventata troppo costosa. Nessuno butta i soldi. Se un altro gruppo acquista Repubblica, non vedo la fine del mondo. Forse ci saranno ridimensionamenti.
Chi ha lavorato nel giornalismo negli ultimi cinquant’anni, e in periferia come chi scrive questa nota, conosce bene l’umiliazione del prepensionamento e la riduzione, già misera, dei compensi. Figuriamoci ora, in un mercato del lavoro libero con decine di forme contrattuali.
Da anni Repubblica non era più il mio giornale. Un’epoca si chiude, come quella de Il Mondo, L’Espresso, Panorama.
G. M.