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Controcorrente / Il tempo di Deuringer

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Controcorrente / Il tempo di Deuringer
di Giuseppe Mazzella

Di fronte ai cartelloni degli eventi dell’estate ischitana promossi dai Comuni di Ischia, Forio e Lacco Ameno – ai cui amministratori rivolgo i miei complimenti – emerge con evidenza come siano questi tre Comuni a trainare la promozione turistica dell’isola, anche grazie alla disponibilità di infrastrutture culturali e logistiche di rilievo: Villa Arbusto, La Colombaia, La Mortella, il Castello Aragonese, la Biblioteca Antoniana, l’ex carcere del Mulino.

Tuttavia, non si registra la presenza di un cartellone per Casamicciola, né per Barano o Serrara Fontana. Da qui nasce una mia riflessione, che mi porta a confrontare il sistema istituzionale dell’isola di oggi, nel 2025, con quello di cinquantacinque anni fa.

Mi affido ai miei archivi e alla lunga esperienza di cronista locale per chiedermi: era forse migliore il sistema istituzionale del secondo dopoguerra, in particolare nel ventennio 1950-1970, che segnò l’affermazione del turismo di massa e d’élite per Ischia?

Ho sempre sostenuto che l’aspetto istituzionale, ossia il “sistema pubblico”, sia fondamentale in un’economia di mercato. Si può sostenere la massima liberalizzazione dell’economia con l’intervento del capitale privato, ma il contesto in cui si sviluppa tale economia deve avere una forte solidità pubblica. L’economia mista è proprio questo: un accordo tra pubblico e privato. Ritengo che questa visione sia autenticamente liberale, ma arricchita da un’idea socialista – non comunista – di sviluppo economico e sociale locale, coerente con lo spirito della Costituzione repubblicana.

Il ventennio 1950-1970

Quel ventennio – con qualche anno in più o in meno, secondo una periodizzazione sempre discutibile – fu straordinario: segnò un’espansione economica, una riconversione industriale, un picco occupazionale, un fenomeno di immigrazione (non emigrazione). Un periodo che ha pochi eguali nel Sud Italia. Il caso di Ischia è emblematico di una possente trasformazione economica che portò alla piena occupazione.

Lo sviluppo, in quel periodo, fu promosso all’interno di un quadro istituzionale ben preciso: sei Comuni, un unico ente locale sovraordinato – la Provincia di Napoli, ripristinata nel 1952 – e nessuna Regione (che, pur prevista dalla Costituzione, fu istituita solo nel 1970). In quel contesto, nel pieno della maturità economica dell’isola, operava l’Ente Autonomo di Valorizzazione Ischia (EAVI), previsto da una legge del 1939 e riformato nel 1952. L’EAVI aveva compiti di promozione unitaria, gestione condivisa di servizi e redazione dei piani regolatori generali.

Era un “super-Comune”, un ente coordinatore in cui erano rappresentati tutti i sei Comuni e che aveva come missione valorizzare ciascuna municipalità, esaltandone le peculiarità. Una figura centrale di quel tempo fu Giacomo Deuringer, cui sarebbe doveroso dedicare uno studio approfondito sulla sua vita e opera. Nei testi di Raffaele Castagna si trovano numerosi riferimenti alla sua figura. La pubblicazione di Lettera da Ischia, di cui fu direttore, è una fonte preziosa per comprendere quell’epoca.

Da "Epomeo Ciak" al Festival della Canzone Marinara

Per avere un’idea chiara dell’agire istituzionale in quel ventennio, è fondamentale consultare i due volumi di Raffaele Castagna: Ischia. Tremila voci (2005) e 1950–1999. Cinquant’anni di storia dell’Isola Verde. Il sistema – sei Comuni, un ente pubblico unitario, una Provincia sovraordinata e un sostegno statale costante con finanziamenti ordinari (non straordinari) di almeno tre Ministeri – funzionava. E ha saputo promuovere e governare lo sviluppo.

Quel modello dovrebbe essere ripristinato, soprattutto alla luce delle recenti ferite inferte dal terremoto del 2017 e dall’alluvione del 2022, che hanno ridotto Casamicciola a un semplice scalo portuale a servizio dell’intera isola. Non può e non deve essere così. Serve un assetto territoriale unitario e un unico cartellone di eventi, affinché ogni località ischitana possa offrire il meglio di sé.

L’EAVI organizzava “Epomeo Ciak”, il Festival della Canzone Marinara, spettacoli teatrali. Si cercava di far crescere ogni località valorizzando le sue caratteristiche uniche.

È questo il modello da cui ripartire: una seconda ricostruzione dello sviluppo dopo i disastri naturali del 2017 e 2022. C’è bisogno di tornare al "tempo di Deuringer", ovviamente in un contesto nuovo, ma con lo stesso spirito. Lo spirito dei sognatori, capaci di fare ciò che non era mai stato fatto. Nulla finisce. Tutto ricomincia.

Giuseppe Mazzella
Il Continente – 24.07.2025