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Ecosistema Vivara, “riflettori” sull’isola riaperta alle visite

Ambiente
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In soli 30 giorni già 1500 persone si sono prenotate per visitare la riserva, “nuove prospettive per un patrimonio da tutelare e conoscere”

Dai progetti per la digitalizzazione 3D dell’isolotto, compresa la sua parte sommersa, alla tutela della sua straordinaria biodiversità, fino alle ultime evidenze archeologiche, preziose tracce di insediamenti riferibili all’età del Bronzo rinvenute nel corso delle campagne di scavo: una giornata di studi dal titolo “Ecosistema Vivara” sottolinea, venerdì 30 giugno, il percorso di valorizzazione della Riserva Naturale Statale, riaperta al pubblico, dopo un lungo periodo di chiusura, lo scorso 27 maggio, e che ha registrato un flusso costante e ordinato di persone che si sono prenotate alle visite guidate naturalistiche, quasi 1500 in un mese.


Nella sala consiliare del comune di Procida (ore 14.30, ingresso libero), istituzioni e ricercatori racconteranno al pubblico le tappe del rilancio di Vivara, avviato negli ultimi mesi dal Comitato di Gestione della Riserva Naturale Statale, in piena armonia con la famiglia Diana, proprietaria dell’isolotto.
Ad aprire i lavori, moderati da Marianna Ferri, i saluti del sindaco di Procida, Dino Ambrosino, del direttore  della Divisione II (Gestione Aree Protette) del Ministero dell’Ambiente, Antonio Maturani, del vice presidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacola, dell’assessore al Turismo della Regione Campania Fulvio Casucci, del Soprintendente ABAP Area Metropolitana di Napoli Mariano Nuzzo, dell’assessore con delega a Vivara del Comune di Procida Antonio Carannante e di Francesca Diana, che rappresenta la proprietà dell’isola. Interverranno poi il Generale Ciro Lungo, Comandante Regionale dei Carabinieri Forestali, il direttore dell’area marina protetta Regno di Nettuno Antonino Miccio e il presidente del Parco Regionale dei Campi Flegrei Francesco Maisto.
A seguire l’intervento di Michela Caiazzo, presidente Gruppi Ricerca Ecologica Campani.
I lavori entrano poi nel vivo con una serie di relazioni scientifiche.
Vincenzo Morra e Leonardo Repola del Dipartimento di Scienze della Terra, dell’Ambiente e delle Risorse (Distar) dell’Università degli Studi di Napoli della Federico II racconteranno il progetto di digitalizzazione 3D che sta portando alla creazione di un modello geo-archeologico di Vivara, con potenziali vantaggi per la sua protezione idrogeologica e, soprattutto, con la possibilità di comprendere come la natura risponda, in un luogo non antropizzato, ai cambiamenti climatici in atto. Facendo di Vivara un vero e proprio laboratorio a cielo aperto.
Di nuove prospettive archeologiche parlerà invece Massimiliano Marazzi, responsabile della Missione Archeologica Vivara e protagonista delle ultime straordinarie scoperte, che hanno dimostrato come l’isola fosse abitata sin dal diciassettesimo secolo avanti Cristo.
Di biodiversità vegetale e dei suoi cambiamenti parlerà Annalisa Santangelo del Dipartimento di Biologia dell’università degli Studi di Napoli Federico II; di fauna, con particolare attenzione alle rotte migratorie degli uccelli, alle specie nidificanti sull’isola, ai chirotteri e ai coleotteri, Gabriele De Filippo e Domenico Fulgione del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Napoli. Sulle misure di conservazione della ZSC (zona speciale di conservazione) verte la relazione di Sandro Strumia del Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Biologiche e Farmaceutiche dell’Università degli Studi della Campania “Luigi Vanvitelli”, che sottolineerà come le stesse misure imposte nella fruizione di non determinano solamente limitazioni, ma costituiscono le fondamenta su cui costruire una gestione sostenibile della biodiversità condivisa tra i diversi portatori di interesse.
 Il tema del monitoraggio ecologico della copertura arborea dell’isola è il filo conduttore dell’intervento di Giovanna Battipaglia, docente di ecologia forestale presso il Dipartimento di Scienze e Tecnologie Ambientali Biologiche e Farmaceutiche della “Vanvitelli”), che racconterà dei primi campionamenti di querce monumentali, che hanno portato alla datazione degli individui di Quercus puberscens, con un’età stimata a più di 250 anni e presenterà i risultati dei sopralluoghi cominciati nel 2020 per monitorare lo stato di salute eco-fisiologico delle querce presenti sull’isola e in particolare degli individui secolari.
A Michelina Ruocco dell’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante del CNR è affidato un report sul monitoraggio e sulle azioni di contenimento di agenti patogeni nella foresta di Quercus ilex e Quercus rotundifolia, presente sull’isola.
Al coordinatore del Comitato di Gestione dell’Isola di Vivara, Nicola Scotto di Carlo, il compito di legare, con una relazione finale, i singoli interventi per comporre un unico quadro d’insieme che esprima l’approccio multidisciplinare per la tutela e la valorizzazione dell’intero ecosistema Vivara, con il diretto coinvolgimento delle Istituzioni locali, regionali e nazionali e di una serie di enti di ricerca e dipartimenti universitari campani: convergenza, integrazione ed inter-operabilità le parole chiave per proiettare la gestione dell’ecosistema Vivara nell’immediato futuro.
Vivara continua a essere visitabile dal martedì alla domenica, previa prenotazione sul sito ufficiale www.vivarariservanaturalestatale.it), con l’accompagnamento delle guide naturalistiche della riserva e con un percorso della durata di circa 3 ore, per un massimo di 25 persone per volta (un numero pensato per preservare l’isolotto), e con due turni giornalieri ( 9.00 e 17.00 dal 1° giugno al 14 settembre), con un ticket di ingresso di 10 euro a persona (5 euro per i residenti dell’isola di Procida, 3 euro il ticket ridotto per i minori fino a 12 anni).