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Casamicciola una idea di paese

Politica
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Non ritengo che la cerimonia-farsa della firma, per il trasferimento “formale” della proprietà del fabbricato dell’Osservatorio di Casamicciola, tra il direttore della filiale di Napoli dell’Agenzia del Demanio, ing. Paolo Maranca ed il sindaco di Casamicciola, ing. Giovan Battista Castagna, tenutasi il 29 aprile 2021 ed alla quale “Il Dispari” ha dedicato due pagine, meriti da parte mia la dignità della polemica.

La vicenda dell’Osservatorio Geofisico di Casamicciola è emblematica dello sfascio istituzionale dell’Italia e del livello di degrado della burocrazia italiana e della qualità delle classi dirigenti. Il formale trasferimento avviene 80 anni dopo la costituzione del comitato promotore per il ripristino dell’ osservatorio costituito a Napoli nel 1942 sotto la presidenza del prof. Placido Ruggiero e dal quale nacque nel 1944 il “Centro Studi su l’ Isola d’ Ischia” che nella seduta del 15 marzo 1945 su proposta del prof. Cristofaro Mennella approvò un ordine del giorno auspicando la riapertura dell’ Osservatorio chiuso dallo Stato nel 1923 che lo aveva costituito nel 1885 dopo il terremoto del 28 luglio 1883. Il prof. Cristofaro Mennella (1907-1976) presentò al Centro Studi nell’aula magna della Biblioteca Antoniana nella seduta del 31 maggio 1959 una dettagliata proposta non solo per il ripristino ma per una trasformazione completa in centro scientifico e culturale pluridisciplinare a livello internazionale. Mennella – cittadino di Casamicciola vicepresidente e poi presidente del Centro Studi dal 1968 fino alla morte - lottò tutta la vita per questa realizzazione che riteneva fondamentale per la nuova dimensione economica e sociale dell’isola ma fu osteggiato dalla classe politica democristiana del tempo e morì senza vedere realizzato il suo impegno. Senza moglie e senza figli il testimone della sua opera fu lasciato a pochi amici fra i quali Giuseppe Iacono, Giuseppe Gamboni, Bartolomeo Capezza, Mons. Pasquale Polito ed alcuni giovani – fra i quali Gino Barbieri e chi scrive questa nota – affinché quelle intuizioni avessero concretezza. Il ripristino dell’Osservatorio – come centro culturale pluridisciplinare – fu quindi al centro del nostro impegno politico fin dal 1975 nella lista del PSI. Ma continuò oltre i banchi del consiglio comunale collocando nel 1986, 10 anni dopo la morte, il busto di Mennella in Piazza della Marina proprio di fronte alla sua casa “alta sul mare” come con una lapide dettata da Mons. Pasquale Polito volemmo ricordare con la solenne commemorazione del prof. Giuseppe Luongo, ordinario di Fisica del Vulcanesimo alla Federico II, che da allora per oltre 40 anni non lasciò mai lo studio per la nostra Casamicciola ed amandola per la sua complessità geologica ed umana. Gli esprimo Gratitudine a nome di quel gruppo di Amici e Compagni. Casamicciola non ricorda nemmeno Cristofaro Mennella, il suo scienziato più illustre, con una classe politica che ignora il passato glorioso del proprio Paese e chi gli ha dato lustro chiusa in una minuscola cintura daziaria che da Perrone porta alla Sentinella senza passare per Piazza della Marina!!

L’ opera di Cristofaro Mennella è contenuta nel primo volume degli Atti del Centro Studi pubblicato nel 1970 a cura dello stesso Mennella che racchiude il contributo dei valorosi studiosi dal 1944 al 1970.

Essendo io cresciuto culturalmente e politicamente in quel gruppo di uomini e donne - liberali, socialisti, anticlericali - ho ritenuto – per dovere morale e per convinzione culturale e politica - – portare avanti quelle battaglie per l’ avanzamento sociale e per la pianificazione territoriale e la programmazione economica anche con un giornalismo di denuncia e di annuncio a livello locale e nazionale non nascondendo la profonda delusione per la dissoluzione del partito socialista e delle sue speranze. Più passava il tempo più si cementavano quei progetti nella mia convinzione.

Così ho accettato la Presidenza del Centro Studi sull’ Isola d’ Ischia alla fine del 1999 dopo aver presentato il 6 marzo dello stesso anno la monumentale monografia sul terremoto del 1883 coordinata dal prof. Giuseppe Luongo e realizzata dal Servizio Sismico Nazionale. Mi parve una “occasione storica” per il recupero dell’Osservatorio e per avviare un Museo Civico. Dalla Storia di un Paese senza Memoria si poteva avviare una “Rinascita”. L’ azione intrapresa è contenuta nel quarto volume degli Atti del Centro Studi dal 1999 al 2010 pubblicato nel 2017 dal mio successore Antonino Italiano e precisamente dalla pagina 223 alla pagina 230 dove è riportata fedelmente l’ opposizione alla vendita all’ asta dell’ Osservatorio decisa dalla Agenzia del Demanio del 10 dicembre 2002 e la risposta del Direttore Centrale Antonio Musolino che non solo sospendeva la procedura ma dichiarava la disponibilità al comodato d’ uso sostenendo la validità del mio ricorso e sul trasferimento del bene affermava che era giusto il richiamo della legge 127/97 sul federalismo fiscale ma non c’era il decreto di attuazione. Musolino tuttavia imponeva il vincolo di destinazione e la convenzione con l’ Università ed il Centro Studi Ischia. Quella mia azione – di direttore-fondatore del Museo Civico visto come un piccolo inizio per un Rilancio – già realizzata nel 2002 con un sufficiente percorso museale come con una brochure in 5mila copie, che allego, (ma ce ne sono altre tre ad indicare le tappe dell’ Opera) con scarsissime risorse finanziarie e di personale e con manifesto ostracismo dell’Amministrazione Comunale del tempo, come d’ abitudine, fu brutalmente interrotta dall’ allora sindaco GIOSY FERRANDINO e sostituita con un progetto di “museo diffuso” portato dall’ arch. Antonio Monti da Napoli per la realizzazione di un “Centro Didattico” con un finanziamento di circa mezzo milione di euro da parte dell’ Unione Europea attraverso il “Ministero degli Interni”. Quel progetto di “museo diffuso” (non c’era nulla da “diffondere” perché tutto era già stato avviato) fu avallato da una Commissione culturale alla quale si rifiutarono di partecipare il sottoscritto, il prof. Luongo e la prof.ssa Ilia Delizia. Fu realizzato il primo finanziamento mentre il secondo di altrettanto ammontare è fermo dopo l’inizio di una “sala conferenze” per lite fra due ditte appaltanti. Le cronache dei giornali locali dal “giornalismo immediato” di 4 sindaci e di tecnici e funzionari nel corso di 20 anni dovrebbero servire anche per la Storia.

Per giungere al trasferimento formale il Demanio ed il Comune hanno impiegato 20 anni dopo 80 anni dal Comitato Promotore con un incomprensibile contenzioso ed enorme spreco di danaro pubblico. La lezione è che coloro che sono in anticipo sui tempi sono sempre osteggiati. Che le classi politiche locali – di ieri e di oggi – vedono con disprezzo e timore chi si sforza di essere sé stesso per sete di Sapere così un “centro studi pluridisciplinare” metapolitico avrebbe fatto ombra al podestà o al federale del nuovo regime se il popolo sovrano con vive una Democrazia Repubblicana compiuta.

Ma la forza delle cose impone un nuovo disegno di Paese per Casamicciola: una pianificazione territoriale seria con un Parco Scientifico e Naturalistico nell’ area dei terremoti di 4 Km2 con Lacco Ameno ; un Centro Polifunzionale Pubblico e case nel Pio Monte della Misericordia come da oltre due anni abbiamo proposto Gino Barbieri ed io con 4 numeri de “Il Continente” e dove il Comune ha invece approvato un progetto per un albergo a 7 stelle senza “l’ acqua minerale” e l’ Ente di via Tribunali “Misura il tempo” in termini di secoli in una società che si dovrà muovere alla velocità dei secondi per cogliere le opportunità del Recovery Fund quasi per eternare il ridicolo ed offendere l’ intelligenza dei nativi; la delocalizzazione del Majo sul Monte Rotaro; la valorizzazione piena della Riviera con i porti turistici e le attività sportive e commerciali. Questa è la mia Idea di Paese.

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