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Casamicciola: l’Università di Bristol arriva in Zona Rossa

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Ospiti dell’Associazione Ingegneri di Ischia, continuano le attività di studio e prevenzione dopo il sima del 2017.

Un nuovo importante appuntamento sul tema del terremoto, si è svolto nella giornata di mercoledì a Casamicciola Terme: comune dell’epicentro, dove si sono rilevati il maggior numero di danni e sfollati e, soprattutto, dove si sono registrate le due vittime del sisma del 21 agosto di due anni fa.
Nell’ambito delle attività dell’AssIngIschia a supporto del Dipartimento di strutture per l’Ingegneria e l’Architettura, è stata organizzata una visita tecnica alla Zona Rossa per gli studenti del professore Anastasios Sextos dell’University of Bristol (accompagnati dal Team di ricerca del Professore Iunio Iervolino) e gli studenti dell’Istituto tecnico locale Enrico Mattei (al seguito dei Professori Giuseppe Di Scala e Marta Mattera).

La giornata che ha visto la presenza di circa 50 persone tra tecnici, professori e studenti, è stata una nuova opportunità di dibattito su cause e danni, oltre occasione di confronto su tecniche passate e future per convivere al meglio con questo tipo di eventi naturali. Quello del 21 agosto 2017 è stato un evento di natura vulcanica, differente rispetto agli ultimi terremoti registrati in Italia.
La superficialità dell’evento ha determinato una concentrazione in una aera ristretta, la parte alta di Casamicciola, Lacco Ameno e Forio, di tutta l’energia rilasciata. Le accelerazioni registrate a circa 200 metri dall’epicentro hanno raggiunto valori pari a circa 0.8 g, (sicuramente superiori in prossimità dell’attuale zona rossa), è come se gli edifici avessero subito un’azione orizzontale pari alla propria forza peso. Il sisma del 2017 è stato sottovalutato inizialmente per la bassa magnitudo registrata, ma è bene mostrare a tutti i danni provocati, che risultano paragonabili agli altri terremoti Italiani, seppure in un’area molto ristretta.
Il via all’evento è stato affidato alla Guida Autorizzata Ilaria di Meglio che ha introdotto nozioni storico culturali sul Comune: dai tipici rioni baraccati dislocati nella parte bassa, alla Chiesa di santa Maria Maddalena Penitente (attualmente chiusa a causa dei danni subiti), alle terme che caratterizzano l’intera isola e nello specifico Casamicciola.
All’Ing. Michele di Costanzo il compito di spiegare la parte tecnica delle classiche costruzioni che ne caratterizzano il territorio: i sistemi antisismici delle strutture realizzate nel corso anni, costruiti a partire dal catastrofico terremoto del 1883 e con le quali la popolazione ha contrastato i diversi sismi che hanno colpito il luogo.

Scortati dagli Ing. Giuseppe di Scala e Maria Esposito, vicepresidente dell’Associazione Ingegneri di Ischia, gli studenti sono poi entrati nella Zona Rossa. Qui hanno potuto esaminare da vicino i danni arrecati dal sisma, analizzare la situazione attuale a due anni dall’evento, discutere sulle possibilità e tipicità di interventi da effettuare per la ricostruzione.
Una visita, dal forte impatto emotivo, che ha permesso di vivere da vicino il dramma vissuto nell’estate del 2017 e stimolato il dibattito tra i presenti.
L’incontro si è concluso a Lacco Ameno, comune limitrofo dove sono stati registrati, anche qui, diversi danni, nei pressi di una abitazione crollata ma costruita con tecnica differente.

Grazie alle autorizzazioni del sindaco di Casamicciola Terme Giovan Battista Castagna ed a tutti i soggetti intervenuti per l’ampia disponibilità alla buona riuscita dell’incontro, si è ottenuto un riscontro fruttuoso e molto positivo in particolar modo dagli studenti dell’Università di Bristol e dei giovani e futuri tecnici dell’Istituto Mattei.

L’operosità dell’Associazione Ingegneri di Ischia (ricordiamo su tutte l’iniziativa “Diamoci una scossa” ed il percorso di formazione professionale “Ischia sicura: la ricostruzione post sisma”) si conferma particolarmente attiva e, la presenza degli studenti dell’università gallese prova sia la volontà costante di confronto con realtà anche lontane dal nostro territorio, sia l’impegno a voler proseguire, oltre che con la tecnica, con un vero e proprio approccio sistematico, il percorso di conoscenza e maggiore presa di coscienza del complesso sismico dell’isola.

maria
Ilaria
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