Sarebbe interessante conoscere le proposte tecniche delle istituzioni, quali i comuni terremotati, la Regione Campania, i Centri di Ricerca che fungono da Centri di Competenza della Protezione Civile e, infine, la Commissione Grandi Rischi. Solo sulla base di documenti ufficiali di tali istituzioni operanti per la sicurezza dei cittadini sarebbe possibile un confronto trasparente sulle decisioni del Commissario del terremoto.
Ritengo che possa essere utile un pro memoria sul terremoto del 21 agosto 2017 e sulla sismicità nell’isola d’Ischia.
Perché la Proposta dell’indisponibilità alla ricostruzione dell’insediamento per civili abitazioni nell’area epicentrale del terremoto di Casamicciola del 21 Agosto 2017 e cosa prevedere per il futuro dell’area.
1. Elevata pericolosità sismica dell’area in quanto epicentro dei 5 terremoti disastrosi del 1796,1828, 1881,1883, 2017.
2. Abitato, più volte distrutto e ricostruito, si sviluppa nella fascia collinare dove emerge la faglia generatrice della sismicità.
3. Elevata intensità con moderata magnitudo dei sismi, prodotta dall’azione del campo vicino del sisma (near fault).
4. Gravi effetti del campo vicino della sorgente sismica (near fault) per gli impulsi di onde di lungo periodo, generati dal terremoto, che trasmettono alle costruzioni una notevole energia in breve tempo.
5. Segnali impulsivi generati da interferenze delle onde (onde anarmoniche), prodotte dal meccanismo di rottura della faglia, non sono previsti in un modello lineare di propagazione delle onde sismiche, ma rilevati dagli accelerometri (stazione IOCA della Grande Sentinella).
6. La stabilità del campo degli sforzi nell’Isola suggerisce che in futuro la sismicità presenterà le stesse caratteristiche del terremoto del 2017, in termini di localizzazione, meccanismo ed energia.
7. Ricostruire su una faglia è molto impegnativo, dispendioso e con risultati dubbi per le deformazioni del suolo prodotte dalla dislocazione della faglia.
8. L’area a maggiore rischio, dove sarebbe opportuno evitare la ricostruzione, si sviluppa per circa 40 ettari da Piazza Majo alle sorgenti La Rita.
9. Destinare l'area a maggiore rischio a Parco Scientifico-Naturalistico con un duplice obiettivo :
Centro di Ricerca Europeo Avanzato per lo studio dei terremoti di moderata magnitudo ed elevata intensità in aree ristrette come quella di Casamicciola, nelle aree vulcaniche e in tante località dell'Appennino, dove sorgono borghi di grande pregio storico-architettonico;
Valorizzazione delle risorse ambientali dell'Isola, con particolare attenzione alle acque termali.
10. Realizzare a Piazza Majo un Centro della Memoria con la documentazione sulla topografia insediativa dell’area terremotata e sulla situazione logistica del suo patrimonio edilizio e monumentale al fine di sottrarlo all’oblio.
Giuseppe Luongo
Professore Emerito Fisica del Vulcanismo
Università di Napoli – Federico II