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Casamicciola al Centro di una “Riqualificazione Ambientale” dell’isola d’Ischia

Economia
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“… Ischia è avviata all’auto-distruzione del suo ambiente… essere testimoni di un simile evento, vedere dilatarsi i segni del disastro, assistere allo stravolgimento di un lembo di terra tra i più gratificati per doti naturali e pregnanza di memorie antiche, è tra le prove più dolorose che possano essere riservate all’esperienza di un uomo, sofferenza tanto più acuta e amara perché non provocata da una catastrofe di origine naturale, ma provocata da una sorta di follia collettiva, di ottundimento delle coscienze, quasi che l’amore per la vita, per la bellezza, per l’armonia, si sia essiccato nei petti per far posto ad una cupa smania di eversione, all’acre gusto dell’ingratitudine verso i valori dei padri, alla stolta attrazione per il caotico, l’alienante, l’informe, il volgare”.
EDOARDO MALAGOLI
(1918-2001) dal mensile “Ischia Mondo” –gennaio 1985-in “Ischia, sul filo del rasoio” pag.19- “Ottundimento” di Giuseppe Mazzella -Editoriale Ischia -1986

“Pianificazione Territoriale e Programmazione Economica” sono i termini più usati ed abusati negli ultimi 50 anni (almeno) cioè dall’istituzione dell’Ente Regione nel 1970. Perché la Regione - prevista dalla Costituzione del 1948 come ente locale fondamentale insieme al Comune ed alla Provincia ma attuata solo nel 1970 – doveva fare soprattutto questo con “limitata”capacità legislativa e cioè “pianificare il territorio” e guidare l’economia di concerto con lo Stato con la nuova politica economica di “programmazione” che affidava al Ministro del Bilancio il coordinamento della nuova politica economica e finanziaria.

La Regione è stata invece tutto fuorchè quello che doveva essere e con la riforma del titolo V nel 2001 sulla scia di un inqualificabile “federalismo”è diventata una “grossa banca” per i Comuni ed un enorme Comune che “amministrava” anzicchè “legiferare nelle materie delegate e programmare”.

Sono così nate enormi strutture pubbliche preposte a redigere Piani e Programmi che restavano sulla carta completamente inattuati. Così l’obbligo per i Comuni (in Campania sono 500) di redigere il PIANO REGOLATORE GENERALE a norma della Legge Urbanistica del 1942 e “rivitalizzata” nel 1967 che la Regione doveva “approvare” di fatto  e di diritto non è stato rispettato. Nel corso di un convegno tenutosi a Napoli circa due anni fa per iniziativa del prof. Realfonso direttore di una scuola universitaria per il “Governo del Territorio” emerse che solo il 13 per cento dei Comuni campani  si è dotato di uno “strumento urbanistico”.

Come stampa locale abbiamo scritto fiumi di inchiostro su questo tema. Abbiamo sostenuto una sostanziale UNITA’ dell’isola d’Ischia fino alla costituzione formale di un COMUNE UNICO ed abbiamo sostenuto un UNICO Piano Regolare “Generale” e l’aggettivo “Generale” era di estrema importanza perché doveva unire le “due tutele” quella cosiddetta “passiva” cioè il “divieto” e quella cosiddetta “attiva” cioè il “concesso”. L’urbanista Sebastiano Conte ha dedicato a questo argomento 50 anni della propria vita con una produzione giuridica di libri, studi, articoli, statistiche di una dimensione enorme. C’è stato un appello incessante di studiosi e di uomini di cultura come il prof. Edoardo Malagoli, la prof.ssa Ilia Delizia affinchè si ponesse fine al “sacco di Ischia” che in 50 anni ha realizzato almeno 100mila vani in pieno “vincolismo giuridico”. Così 35 anni fa il prof. Edoardo Malagoli esprimeva la sua “sofferenza” per questa crescita senza sviluppo e nel 1987 nella celebre intervista che mi rilasciò ricordò un convegno tenutosi ad Ischia su “Paesaggio e turismo in Campania” da lui promosso come presidente di “Italia Nostra” con una relazione del prof. Corrado Bequinot e con la “presenza attivissima, polemica aggressiva, di Roberto Pane. “Fu presentata la necessità - mi disse il prof. Malagoli – di integrare il Piano Paesistico Calza-Bini con un nuovo piano regolatore generale “.

“Quel convegno – mi disse- rimane comunque una pagina importante se non altro perché si dica che qualche cosa si è tentato di fare per incanalare la pressione storica dello sviluppo”.

Da quel convegno - di cui non c’è traccia in nessuna biblioteca ed in nessun libro – sono passati 59 anni. L’isola d’Ischia non ha ancora un Piano Regolatore Generale. Alla “follia collettiva” per il “cemento selvaggio” si è aggiunta la “catastrofe naturale del 21 agosto 2017 che ha ancora una volta colpito Casamicciola con il tredicesimo terremoto della sua storia. Non è stata avviata alcuna “ricostruzione” come documenta ogni giorno IL DISPARI con le accorate note di Ida Trofa.

IL CONVEGNO DEL  10 OTTOBRE 2020

Sabato 10 ottobre 2020 si tenne al Centro Polifunzionale di Ischia il convegno “Il Sisma, tre anni dopo quel 21 agosto non dimenticare per costruire il futuro” per iniziativa del Circolo Sadoul presieduto da Pietro Greco con la collaborazione del segretario del Circolo Rosario de Laurentis. Vi furono tre relazioni di base: prof.ssa Francesco Bianco, direttrice dell’Osservatorio Vesuviano, prof. Giuseppe Luongo, docente Emerito di Fisica del Vulcanesimo alla Federico II, prof.ssa arch. Ilia Delizia, già docente di Storia dei Monumenti alla Federico II. Fu di alto valore scientifico. E’ stato l’ultimo convegno in presenza tenutosi nell’isola d’Ischia con tutte le precauzioni del Covid-19. Fu l’ultimo convegno al quale ha partecipato Pietro Greco che lo volle fortemente in collaborazione con il prof. Luongo e la prof.ssa Delizia.

Ne ricavai un articolo del tutto particolare, il più strano che ho mai scritto, dal titolo “Ischia, un vulcano attivo nella “ricostruzione fantasma” con tre “rischi naturali” dove tentai una sintesi da quello che sapevo ed avevo vissuto in questi 4 anni e da quanto mi veniva spiegato dai tre relatori che parlarono in una sala semi-vuota per le restrizioni della pandemia. Ne conserverò memoria documentaria per il prossimo numero monografico de IL CONTINENTE non solo perché è l’ultimo intervento di Pietro Greco – morto improvvisamente il 18 dicembre ed al quale oggi i suoi amici dedicano un Albero nel suo paese nativo, Barano, quasi per rendere Eterno il suo impegno culturale e civile, ma perché da quel convegno bisogna mettere le fondamenta della Comunità Culturale dell’isola d’Ischia per un nuovo modello di sviluppo.

SI PUO’ RITORNARE AL BELLO?

La prof.ssa Ilia Delizia propose un “ritorno al bello”. Propose una “pianificazione virtuosa”, un “Piano di riequilibrio ambientale”. E da qui la condivisione con il prof. Luongo per un Parco Scientifico e Naturale” a Casamicciola nell’area dei terremoti che è quella del Majo-La Rita con un richiamo sia all’art.9 sia all’art.32 della Costituzione. Quell’area deve essere dichiarata “indisponibile alla edificazione intensiva”. Ecco perché la “riqualificazione ambientale” deve partire da Casamicciola. Un’area di 2 km2 sui 6 di Casamicciola. La proposta di Ilia Delizia è dettagliatamente esposta in un libretto che il Circolo Sadoul ha chiamato “Sillabario” e che ha diffuso per il   Natale 2020 con la bella introduzione di Pietro Greco che diviene dopo la sua morte il suo ultimo messaggio. La “riqualificazione” di Casamicciola è quindi posta al Centro della “riqualificazione” dell’ambiente dell’isola d’Ischia e di un ritorno al bello. Se c’è un’area di 2 Km2 da destinare a Parco Scientifico c’è un’area di almeno altrettanta misura che deve essere “ricostruita” ed è l’area del Pio Monte della Misericordia. E’in quell’area che può iniziare una “ricostruzione. Non sarà solo di Casamicciola ma di tutta l’isola. Abbiamo una grande opportunità con un “modello nuovo” di aiuti allo sviluppo che è il Recovery Fund dei 209 miliardi della UE. E’ una nuova Cassa per il Mezzogiorno. L’opportunità non solo di sostenere comunque un sistema economico locale ma di una “green economy”. Un ritorno al vivere civile per tutti. Un ritorno al Bello.

L’ULTIMO PIETRO

“I nostri autori sono tutti intellettuali, spiriti critici ed indipendenti. Noi del Circolo Sadoul siamo orgogliosi di aver assolto al nostro compito e averli messi insieme per deporre un nuovo tassello nella costruzione (certamente con molti limiti, non lo scordiamo) di una società più democratica fondata sulla conoscenza. E’ per questo che anche nell’isolamento imposto dal virus non ci sentiamo affatto soli”(Pietro Greco, introduzione, Sillabario – 2020).