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I protagonisti della biblioteca Cameriniana di Ischia Giuseppe Mennella e Luigi Silvestro Camerini: due uomini uniti dall’amore per i libri.

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La Cameriniana di Ischia che ho avuto l’onore di catalogare e poi descrivere a fondo, è una biblioteca piccola, molto amata e conservata al meglio, raccolta nell’intimità di una stanza in una grande casa.


È stato grazie alla sensibilità dell’attuale proprietario, Paolo Fulceri Camerini, degno erede dei noti ed appassionati bibliofili Camerini di Piazzola sul Brenta, che si è potuto descrivere questa biblioteca privata, sì una piccola biblioteca di famiglia, ma con una bellissima storia.
Presto verrà messo consultabile online il posseduto e … come sarebbe bello se si potessero associare a questo catalogo virtuale, anche altre realtà private, così da rendere visibile la ricchezza bibliografica ancora chiusa nelle case, un’unica biblioteca ischitana senza mura.
In generale, le biblioteche private hanno sempre giocato un ruolo importante nella conservazione della cultura e della conoscenza, permettendo alle persone di accedere a risorse preziose e di trasmetterle alle generazioni future.
I ricchi, i nobili, gli intellettuali hanno avuto il lodevole merito di creare queste raccolte inizialmente solo a loro uso, ma in seguito esse si sono rivelate una vera benedizione per l’umanità. Nei meandri dei loro scaffali si sono ritrovati testi introvabili o addirittura considerati perduti per sempre
Il bibliofilo ricco è quasi sempre anche un po’ bibliomane, ma non è detto che un bibliomane debba essere per forza ricco. Comunque, sempre, dietro una ‘biblioteca di famiglia’, una ‘biblioteca d’autore’, a prescindere dallo stato economico, possono coesistere storie di vite, di passioni, di amori, di ingiustizie, di onori.
Anche riuscire a riconoscere solo la collocazione antica delle collezioni private può dirci tanto su queste persone, sulla loro personalità, sul loro vissuto.
Per quale motivo un libro verrà prima di un altro? E quando saranno stati scelti? In età giovanile o nella maturità? I primi libri sono, infatti, come degli amori giovanili, invece, gli amori della maturità ‘segnano’ la vita a tutti. Chi, seduto di fronte alla sua biblioteca, non riceve di ritorno ‘una sensazione, una emozione’ da ogni titolo su cui posa lo sguardo? Ogni libro lascia qualcosa in noi, per quello che ci ha trasmesso, per il motivo per cui lo abbiamo comprato, se ci ha fatto sorridere o piangere, per il ricordo di cosa ci stava accadendo nel periodo in cui lo abbiamo letto… appunto, ogni libro ‘ruminato’ ci ha ‘segnato’ a modo suo. Per la verità anche quelli non ancora aperti, lasciati lì a ‘decantare’ sul comodino in attesa di tempi migliori. A guardarli forse non ci facciamo prendere un po’ dal senso di colpa?
Nel caso della Cameriniana di Ischia essa è nata dall’incrocio di due vite, di due uomini molto diversi fra loro. Uno - Giuseppe Mennella - medico semisconosciuto al mondo, ma noto a Ischia e l’altro, Luigi Silvestro Camerini, componente della famiglia Camerini più nota in Veneto, raffinato umanista e bibliofilo di razza.
Giuseppe Mennella raccoglie tutto ciò che parla di Ischia e che viene a trovarsi sotto i suoi occhi. Le carte geografiche, qualche periodico straniero, libri, opuscoli, cartoline e fotografie. Per fortuna ha creato anche uno schedario e sapienti sono le sue schede, scritte in così bella grafia. Sa essere davvero maniacale mentre ritaglia brandelli di giornali e li incolla su pagine e pagine che poi fa rilegare insieme in grandi libroni. Durante la catalogazione della biblioteca, nelle miscellanee, sono stati ritrovati cartelle con ancora questi stralci accatastati … probabilmente pensava di creare altri raccoglitori. A volte è stato veramente difficile riuscire a risalire alla fonte dove li ha estrapolati e che ha costretto ad un triste [s.n.t.], cioè senza note tipografiche, la sconfitta del buon catalogatore!
Non si sa quanto colto fosse Giuseppe Mennella, anzi sicuramente lo era, ma è pazzesco stralciare articoli da quotidiani sugli argomenti più diversi e accorparli con la sola dicitura “Ischia e isole partenopee” oppure “Giornali esteri 1881-1914” più senso hanno quelli raccolti ad esempio nel librone “Ischia Terremoti 1881-1883” che raccoglie solo stralci delle notizie delle tragedie sismiche locali o numeri unici pubblicati per l’occasione.
Dover catalogare articoli o semplici trafiletti come: Il Federale presiede nella zona isclana le assemblee annuali di Fascio; Una scuola di taglio a Forio; Cavate un occhio alle giovanette; L'autotreno del vino giungerà stamane; La fervida attività dell'Amministrazione Provinciale di Napoli nell'anno 12. del Regime; Io e i gatti di Capri … può essere veramente duro.
Per dovere di cronaca ancora molti risultano sciolti in cartelle da lui intitolate Società e Politica, Personaggi, Storia locale, Turismo, Edilizia e Convegni, ma anche Alberghi-Spiagge e Terremoti-Bradisismi-vulcani, questi ultimi articoli però degli anni Settanta …quindi qualcosa è stato ‘ritagliato’ da qualcuno anche dopo la sua morte.
Sono 1520 le unità bibliografiche, fra opuscoli e libri, oltre a Indici di bibliografie e cataloghi di antiquari, raccolti personalmente da Mennella e sicuramente attribuibili alla sua biblioteca privata.
Viene da sottolineare che - come ironicamente ci dimostra Gustave Flaubert nel suo romanzo Bouvard et Pécuchet – uscito postumo e mai completato – l’accumulo di conoscenza non è conoscenza, ma è forse solo dilettantismo ossessivo.
Il suo smisurato amore per l’isola d’Ischia, il forte senso di appartenenza lo ha portato all’eccesso, ma nulla toglie alla sua meritevole opera di raccolta di necrologi, libri sul termalismo, su Ischia antica e sulla storia locale di questa piccola isola che si evolveva davanti ai suoi occhi e che gli riempiva le giornate. Con l’immaginazione si può quasi vederlo ritagliare articolo su articolo, o mentre scrive e risponde a lettere inviate da ogni dove. Un uomo ormai vecchio, solo nella sua casa in via Principessa Margherita, ma ancora ‘cercato’ per la sua biblioteca, tanto da essere intervistato da Manlio Miserocchi come una celebrità, ma lui si schermisce …
"Una intervista a me? Sarebbe la prima della mia vita. Nessuno sa che esisto e d'altronde non sono nessuno” … Nella sua umiltà si ritiene impari al compito di celebrare l'isola solare.
Tutta la sua vita è stata incentrata sul lavoro, come direttore sanitario delle Terme di Casamicciola, sulla famiglia, la moglie e la figlia adottiva, ma soprattutto sui libri e sulla sua biblioteca. Non ne era geloso, anzi la apriva a chiunque venisse per ricerche bibliografiche, o che gli chiedesse di mettere in mostra qualche volume raro da lui posseduto. In biblioteca ancora è presente la documentazione della partecipazione a importanti eventi ischitani.
Quando muore nel 1949 ormai ultraottantenne lascia tutto all’amata figliastra, Lilian von Radloff. Una donna dalla vita solitaria, che ama Matisse e i gatti, sfortunata pittrice tanto sottostimata dalla critica. Ella offre al Comune di Casamicciola la biblioteca in blocco, così come indicato nelle ultime volontà del dottor Mennella che desiderava dare vita alla biblioteca di storia patria di Ischia. La denuntiatio al diritto di prelazione venne formalizzata solo nel 1951 ed a quel punto subentra come acquirente Luigi Silvestro Camerini
Molto diverso questo altro protagonista: di antica e nobile famiglia, colto, dai modi raffinati, grande umanista e viaggiatore per diletto. Suo nonno è quel Luigi Camerini che nel 1866 eredita villa Contarini a Piazzola sul Brenta e acquisisce i Fondi Valsecchi e Drigo, dando così inizio alla famosa Biblioteca Cameriniana di Piazzola. Nel volumetto che parla della storia di Piazzola scritta da suo figlio Paolo nel 1902, si viene a conoscenza che ormai la villa al suo interno ha circa 25.000 volumi .
Ma, quando nel 1925, lo stesso Paolo Camerini, descrive la vita artistica e culturale di Piazzola l’autorevole scrittore dichiara fra l’altro che i volumi nella villa sono saliti a 40.000. È stato proprio lui ad implementarne la consistenza, acquistando oltre case e terreni anche interi archivi antichi con documenti e con mappe, a partire dal XV secolo.
I due bibliofili, Paolo e il figlio Luigi Silvestro, non furono però accumulatori seriali. Sceglievano con cura i loro libri!

“In un elenco redatto a fini assicurativi viene riportata la presenza di un totale di 730 incunaboli. Lo stesso elenco presenta una significativa preponderanza di opere di editori italiani, confermando così l’effettivo interesse dei Camerini per l’editoria italiana, interesse che aveva generato l’acquisizione di fondi originari da parte di Luigi e il successivo progressivo arricchimento delle collezioni da parte di Paolo e del successore Luigi Silvestro. La levatura dei Camerini come collezionisti appare anche da un particolare a mio avviso interessante e significativo: nell’elenco sopra citato, accanto agli incunaboli, e alle edizioni dei Giunti, degli Aldi, dei Gioliti e degli editori veneziani in genere, appaiono anche 200 libri di Salgari e Verne, ritenuti evidentemente degni di raccolta anche se considerati all’epoca frutto di letteratura minore. Va comunque considerato che l’interesse dei Camerini per le raccolte della biblioteca non erano unicamente collezionistico o antiquario, né volto al mero investimento economico: Sia Paolo che il figlio Luigi Silvestro si dedicarono allo studio approfondito delle edizioni dei Giolito e dei Giunti …”

Quando Paolo muore nel 1937 passa il testimone al figlio Luigi Silvestro e chissà se intuisce il lento declino economico familiare. È nel 1920, quindi con lui ancora vivente, che nella politica agraria fascista si realizza il progetto di ‘dittatura proletaria contadina’, nasce cioè una nuova classe sociale nazionale grazie all'espropriazione dei latifondi e alla trasformazione dei mezzadri in coloni proprietari.
La grande e imponente biblioteca familiare, durante la seconda guerra mondiale, almeno nei suoi volumi più preziosi è messa in sicurezza nella Biblioteca nazionale Marciana (Venezia).
Finita la guerra i libri tornano a Piazzola, ma intanto i tempi sono cambiati.
Le condizioni economiche della famiglia non sono più principesche e si trasferisce nella più piccola residenza di Montruglio, in provincia di Vicenza, dove una parte dei libri vengono portati. Altri vanno di nuovo a Venezia, alla Marciana (quelli che costituiscono il Fondo Contarini), molti altri restano, invece, nella Villa Contarini, sita in provincia di Padova, dove oggi formano una parte della Biblioteca Cameriniana di Piazzola.
La grande villa Contarini ormai è in declino. Luogo di cultura indiscusso, dove si erano avute rappresentazioni di opere teatrali e musicali ed un tempo sede anche di una tipografia il Loco delle Vergini nata a fine Seicento. La famiglia Camerini cede definitivamente la villa negli anni Cinquanta e la Regione Veneto subentra perché la struttura è riconosciuta di interesse locale.
Luigi Silvestro Camerini, appena trentenne, inizialmente raccoglie il testimone dal padre, tiene lui ora i rapporti con le librerie antiquarie, poi, complice la guerra e il clima politico che si è venuto a creare, la situazione degenera.
Mentre si trova a Pola, fra ‘amici’, esprime un giudizio critico sul fascismo, sulla guerra e sull’alleanza con la Germania, viene condannato a cinque anni di confino a Ponza. Lì stringe rapporti di amicizia con gli altri compagni di sventura: Adalgiso Coppa, Tito Zaniboni e Pietro Nenni. Anche se verrà ritenuto non particolarmente pericoloso, lascia l’isola solo nel ’43, alla caduta del fascismo.
Prima Capri ed infine Ischia lo accolgono. Ischia soprattutto lo conquista e vi si trasferisce definitivamente. Sogna la creazione nella baia di San Montano, che nel frattempo ha comprato, di un luogo lussureggiante, simile a quello visto sull’isola di Ceylon e che chiamerà ugualmente Negombo. Per abbellirlo fa arrivare piante esotiche e si dedica al progetto di padiglioni nascosti nella vegetazione, ma dovrà attendere gli anni ’70 per vedere realizzato il Parco del Negombo, grazie alla tenacia della moglie Adria e alla mentalità imprenditoriale del figlio Fulceri.
Forse, ormai disilluso e stanco delle vicissitudini della vita, preferisce chiudersi nella sua biblioteca e immergersi nello studio della collezione Mennella. Ritrova intatto il suo amore per i libri che, per la verità, non lo ha mai lasciato perché nel frattempo arricchisce anche questa biblioteca, comparando i testi con quelli che restano a Montruglio e arricchendola di nuovi.
Lo testimoniano nella sua corrispondenza i rapporti con librerie antiquarie famose.
Muore nel 1991 ma se ne può ancora avvertire la presenza, perché lui è ancora lì, nella piccola biblioteca fra i suoi ricordi di viaggio, le spade, gli oggetti esotici. Quanta vita ha trascorso nel riordino, nella lettura attenta di tutti i libri, nell’annotare a matita commenti sul piatto anteriore di ogni libro o in occhietto. Li sa descrivere come ‘esemplare d’arte’, cioè nelle loro lacune, per la reperibilità, per la presenza su storici repertori bibliografici, ma principalmente per il loro contenuto, segnalando sempre quando e dove si parla d’Ischia; e, se è il caso, dando – da esperto bibliofilo e letterato qual era - anche un pessimo giudizio.
Ho trovato sul web questa bella citazione: “Un libro può essere un molo sicuro a cui attraccare, ma anche un porto da cui salpare. Dipende solo dal lettore e dal suo stato d’animo del momento”
Credo che, per Luigi Silvestro Camerini in questa fase della sua vita, la piccola biblioteca di Ischia sia stata per lui un nido, un rifugio tranquillo per la lettura, la scrittura e la riflessione, godendo della compagnia di opere che ha scelto di conservare e collezionare nel tempo.
Il suo spazio intimo, privato, dove curarsi l’anima.
Mi è così facile immaginarlo ancora seduto sulla poltrona di pelle rossa, sotto la finestra, con un libro in mano, in attesa del gong che lo avverte che il pranzo è pronto. Perché nulla e nessuno può violare il posto dove ha scelto di vivere i suoi ultimi giorni, in un'atmosfera piacevole e accogliente, in perfetta eutimia ed in compagnia di fidati amici, i suoi libri.

La collezione vanta ad oggi 440 volumi antichi, di cui 3 incunaboli, 43 cinquecentine, 72 volumi editi nel XVII secolo, 182 nel XVIII, 143 nel XIX antico (fino al 1830); mentre le opere edite dal 1830 in poi sono 2932; solo per la rassegna stampa sono stati catalogati – a parte – oltre 1000 titoli. Gli opuscoli (pubblicazioni con meno di 100 pagine) della collezione libraria sono conservati su scaffali posti in alto sopra gli armadi, divisi in comodi raccoglitori rigidi; per la precisione essi sono 59, di cui 48 preesistenti, creati cioè dal Mennella. Lo stile di entrambi è lo stesso: piatti e dorso rigidi, coperta blu con un semplice fregio ed il numero di miscellanea in oro. Nei più moderni la chiusura è calamitata (p. 24).
Alla data del 15 maggio 2018 risultano catalogati: circa 3200 titoli di monografie, 1000 titoli di spogli da riviste, 300 titoli di periodici con relativa scheda e consistenza, ed un centinaio fra dattiloscritti, manoscritti e materiale diverso. Di questi, 3800 sono in italiano, altri in lingue diverse: latino (70), inglese (122), finlandese (5), francese (185), tedesco (251), norvegese (1), polacco (24), spagnolo (3), albanese (1) – e qui non sono stati conteggiati quelli in più lingue di pubblicazione, per es. latino-greco, ecc. (p.28) …

 

Bibliografia
A. BISON, La Biblioteca Cameriniana: la storia e le raccolte, in Giornata delle biblioteche del Veneto, La valorizzazione del patrimonio culturale, esperienze venete, Venezia, Regione del Veneto, 2010.
P. CAMERINI, Piazzola, Padova Società Cooperativa Tipografica, 1902.
P. CAMERINI, Piazzola, Milano, Alfieri & Lacroix, 1925.
Giornata delle biblioteche del Veneto, La valorizzazione del patrimonio culturale, esperienze venete, Venezia, Regione del Veneto, 2010.
Dizionario biografico degli italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 1960- .
M. LENCI, La biblioteca Cameriniana di Ischia, guidistica e libri di viaggio, Nocera Superiore, D’Amico, 2022.
M. MISEROCCHI, “Tutta la storia d’Ischia nella casa del vecchio medico”, Il Giornale, ven- sab 12-13 nov. ,1948.

 

di Maria Lenci