Non ricordo una campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio Regionale della Campania così scadente,
vuota di contenuti e vissuta con distrazione dai cittadini, più interessati ai problemi della squadra del Napoli in lotta per lo scudetto che a quelli quotidiani: l’aumento vertiginoso dei prezzi alimentari, le difficoltà nei trasporti, le lunghe attese per una visita specialistica.
Per esperienza personale, da oltre 55 anni seguo le vicende politiche dei consigli comunali, provinciali e regionali. Ho sempre concepito la partecipazione civile soprattutto negli enti locali, quelli previsti dalla Costituzione per attuare concretamente i principi fondamentali, iniziando dal piccolo Comune in cui si vive.
È nel luogo in cui viviamo, dove crescono i nostri figli e i nostri nipoti, che si misura l’effettiva attuazione della Costituzione. Se ci sono differenze di servizi e opportunità tra Comuni di una stessa isola, come Ischia, si percepisce il ritardo della Repubblica nel rimuovere gli ostacoli che, di fatto, impediscono il pieno sviluppo della persona umana, come è scritto nella Costituzione.
Non conosco chi, tra i Costituenti, inserì l’espressione “di fatto” nella legge fondamentale, ma la scelta fu straordinaria: non basta eliminare gli ostacoli “di diritto”; occorre farlo “di fatto”. Questa sottile, ma fondamentale, differenza è alla base del dibattito politico tra destra e sinistra, ieri come oggi, con un ambivalente centro che cerca un’equidistanza oscillante tra le due posizioni.
di Giuseppe Mazzella