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Casamicciola: una casa della cultura e della storia nella villa del dottor Giuseppe Mennella

Cultura
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È una sofferenza quotidiana essere costretto ad arrivare a casa mia — una parte dell’ex Hotel Pithaecusa, che per un secolo ha ospitato grandi personalità come Enrico De Nicola, primo Presidente della Repubblica e cittadino onorario di Casamicciola;

come Jacques Anquetil, il più grande ciclista francese, con tutta la squadra della “Finsec” nel 1959, per la tappa di Ischia del Giro d’Italia; e ancora figure amate dai gestori dell’albergo, come Guido Boezio, avvocato del Banco di Napoli con due lauree e una cultura immensa, e Anna Maria Rippa Bauer, giornalista ebrea amica di Greta Mattei, vedova di Enrico, elegante austriaca. Questi sono solo alcuni dei ricordi che affiorano mentre scrivo.

Oggi, invece, sono costretto a un giro obbligato per via Principessa Margherita — senso unico in vigore dal 1970, cioè da 55 anni — passando per Piazza Marina e Piazza Bagni. Vorrei che il Commissario alla Ricostruzione, On. Giovanni Legnini, lo facesse con me per 30 giorni. Lo stesso vorrei per il Sindaco di Casamicciola, Ing. Giosy Ferrandino, che qui non ha mai vissuto: capirebbero cosa era Casamicciola ieri e cosa è oggi.

Attraversare Piazza Bagni e vedere, a sinistra e a destra, gli edifici termali e alberghieri abbandonati e pericolanti — come le Terme Maltempo, le Terme Elisabetta (ex Scioli) e il rudere delle Terme Castagna, un tempo terme di Lamartine e unica sorgente di acqua termale fredda della piazza — è straziante. I negozi sono chiusi e, entrando in via Ombrasco o in piazzetta Nizzola, l’abbandono è totale. In questo desolante contesto urbanistico si erge, quasi come un miracolo, l’Hotel Terme Manzi, modernissimo e restaurato, ma come può attrarre clientela in un contesto così degradato?

Da privilegiato, guardo lo stupendo panorama da casa mia in via Principessa Margherita. Qui ci sono due ville in stile liberty, La Camera e Iaccarino, cadenti e pericolose, che sembrano diventate proprietà privata: l’ente religioso cattolico che le aveva ricevute in legato per opere pie le ha vendute senza che il Comune dicesse una parola.

Ciò che ho amato ieri — e che i miei amici amano da oltre un secolo — è oggi in abbandono: la villa comunale della Bellavista con il parco pubblico, che avrebbe dovuto ospitare il museo civico e la residenza municipale come fiore all’occhiello della rinascita di Casamicciola.

Poi c’è la villa del dottor Giuseppe Mennella (1867-1949), il più grande bibliofilo dell’isola d’Ischia. La sua biblioteca è fortunatamente conservata dal duca Camerini, che l’acquistò dopo la rinuncia alla prelazione nel 1951 dalla figlia adottiva Liliana von Radloff. È urgente ripristinare la storia di questo paese: la prima opera pubblica deve essere la “ricostruzione della memoria”, a partire dalla casa del dottor Giuseppe Mennella.

Questo medico appassionato di storia raccoglieva tutto ciò che riguardava l’isola. Vedere la sua casa — che era stata anche la casa di suo padre Antonio, medico di Garibaldi — abbandonata è una sofferenza insopportabile. Da qui nasce l’iniziativa di creare in quei luoghi una “casa della cultura e della storia”, affinché Casamicciola possa mostrarsi come una Casamicciola rinascente.

Promuovo quindi una sottoscrizione popolare, già lanciata due anni fa, per acquistare il primo lotto di cartoline — preziosa raccolta del collezionista Iacono: 622 cartoline, di cui 173 dedicate a Casamicciola — al prezzo di 4.100 euro. La “casa della cultura e della storia” è il primo passo per far vedere ai giovani come eravamo e coinvolgerli nella rinascita che è possibile.

G. M.