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Ischia - Disgregazione territoriale dalla scuola alla casa

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"Disgregazione territoriale": Ischia e il caso del sistema scolastico di Giuseppe Mazzella.


Ho già scritto dell'abuso propagandisco che si fa del termine "coesione". Si predica la coesione - come giusta esigenza di unità economica e sociale di un'isola come Ischia non piccola e non grande fortemente abitata da secoli con fondamentale economia turistica ma da non sottovalutare l'economia agricola e tutto l'indotto commerciale e dei servizi.

Nell'isola d'Ischia ci sono circa 3mila imprese iscritte alla Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura. Al centro per l'impiego e collocamento che con la riforma del mercato del lavoro o "legge Biagi" di circa 20 anni fa avrebbe dovuto diventare una struttura pubblica fondamentale per lo "sviluppo programmato" sono iscritti almeno 14mila persone.

Ci sono 4 istituti scolastici superiori per almeno 15 indirizzi con una popolazione scolastica di almeno 1500 alunni. Ma non ci sono fino ad oggi 20 nuove aule per l'istituto tecnico alberghiero come denuncia il preside Mario Şironi.

Che "coesione territoriale" è questa con sei comuni, una città metropitana, una regione, una autorità scolastica ed altri enti pubblici ai quali si è aggiunto un commissario "straordinario" post terremoto e post frana con oltre mille edifici colpiti, 2mila persone senza casa, 10 almeno strutture alberghiere e termali chiuse a Casamicciola e Lacco Ameno.

Dopo 7 anni arriva un piano di ricostruzione dalla regione Campania "adottato" ma immediatamente contestato dai tre sindaci Casamicciola Lacco Ameno e Forio ma senza alcun dibattito nei tre consigli comuni e senza tener conto che Forio è minimamente colpito dai due eventi tanto da ricavarne solo "vantaggi di danaro pubblico" mentre è l'area in crescita di sviluppo rispetto a tutte le altre dell'isola.

Casamicciola interamente é l'area in crisi industriale e civile. Lacco Ameno solo parzialmente nella frazione fango che sembra per gli amministratori lacchesi il bambino brutto ed handicappato che in un tempo incivile i genitori tenevano nascosto e relegato in una cantina della propria casa. Forse mai nella lunga storia dell'isola d'Ischia c'è stato un campanilismo egoistico fra le aree più ricche dell'isola rispetto a quelle più povere colpite dagli eventi naturali come in questa nostra epoca.

Non c è una politica di effettiva "coesione". Non c è alcuna politica di programmazione territoriale ed economica poiché la politica di piano è efficace solo quando impone, costringe, obbliga. I "protocolli di intesa" sono inutili pezzi di carta di buone intenzioni.

La coesione potrebbe partire dall'edilizia scolastica unitaria dalle elementari alle superiori. Poi dall'edilizia economica e popolare che da qualche tempo con eufemismo si chiama "residenziale pubblica" ed ancora al sistema viario comprensoriale e così via.

Occorre una sola "autorità di governo del territorio". Chiamatela come volete. Noi da 30 anni la chiamiamo "comune unico".