Ischia News ed Eventi - “S V A G A T I di Felix Policastro + ETERNI E LEGGERI di Paolo May”
22
Sun, Dec
0 New Articles

“S V A G A T I di Felix Policastro + ETERNI E LEGGERI di Paolo May”

Arte
Typography

Vernissage, sabato 7 dicembre 2019 ore 18, Atelier delle Dolcezze, Ischia.

Ritornano ad esporre all’atelier delle dolcezze due importanti artisti del panorama italiano, Felix Policastro e Paolo May.
Lo fanno dividendosi gli spazi, il primo all’interno dei locali, il secondo su piazza degli eroi in prossimità dell’ingresso.
Un dialogo tra artisti che ha come focus la condizione sociale dei nostri giorni. “Svagati” per Felix Policastro, “Eterni e leggeri” per Paolo May. Entrambi installazioni materiche. Durante la serata, come tradizionale abitudine dell’Atelier delle Dolcezze, sarà servito un nuovo gusto di gelato abbinato ad una cioccolata calda in anteprima miscelato dagli artisti. Tale gusto sarà presente solo durante le serate dalla mostra che si concluderà il 7 gennaio.
Appuntamento a sabato 7 dicembre 2019 ore 18 presso l’Atelier delle Dolcezze di Piazza degli Eroi ad Ischia.
Per info: 0813334587 This email address is being protected from spambots. You need JavaScript enabled to view it.

S V A G A T I
L’ ATTO d’arte è lo status cui ogni artista aspira, nel tentativo di ritrovarsi nella purezza incondizionata del senso sublime dell’arte. Non ci sono mediazioni, né compromessi da contare, è, e deve essere, solo l’artista a elevarsi nella spazialità del luogo.
Ischia, Piazza degli Eroi, Atelier delle dolcezze, "SVAGATI", sette dicembre 2019.
I segni assieme a soggetti "dell’abbecedario visivo” diventano occasione giusta per un “ATTO d’arte”.
La discrezione, assieme al tentato rapporto intellettuale con il luogo, determinano la condizione, quasi inalterata, del luogo stesso; è come se l’artista tessesse una linea sottile tra ciò che quel sito era e ciò che diverrà, raccontandone la spiritualità!
Ecco, è proprio la spiritualità del luogo a diventare la vera opera d’arte, il suo trasfigurarsi, che ci trasmetterà la vera essenza e dunque: "L’ ATTO D’ARTE”.

Felix Policastro
Nasce sulle labbra dell’equatore a Ciudad Bolivar in Venezuela nel 1961 sulla riva sud dell’Orinoco. La sua ricerca artistica mira a cogliere un progetto “Divino”, nel tentativo di instaurare un rapporto intellettuale tra l’uomo e la natura.
È celebre il suo “abbecedario visivo”, immagini e personaggi che animano gli scenari delle sue opere: pittoriche, scultoree, delle installazioni e ambientazioni d’arte.
Tra le mostre più importanti: la personale nel 1992 alla galleria Croix Baragnon di Toulouse in Francia, al Museo Plart nel 2010, e a Palazzo Reale di Napoli nel 2006.
Nel 1998 presenta un suo video multimediale al Festival Europeo della Comunicazione Breve “corto circuito” a Palazzo Reale di Napoli.
Partecipa a “Mundus Vivendi” esponendo alla Triennale di Milano, alla Poltrona Frau di Miami, e alla National Hall di Londra, Nel 2011 partecipa, invitato da Vittorio Sgarbi alla 54^ Biennale di Venezia.
* ********************** *
É uno dei pochi eretici dell’arte contemporanea.
un segno che non risponde a nessun dettato scolastico
una ricerca dell’assonanza del colore che rinnega ogni regola
un senza scuola, un gigante quando crea
ma che si fa beffa del mercato
quando tentano di metterlo sotto contratto

Mordace e irriverente
la sua logica è sull’amaca
dove lascia i suoi mille cervelli
per tornare subito o mai più

I suoi rimbalzi estetici vivono abbracciando l’infinito
Nessuno è lento come lui nell’autostima
nessuno esplora la luce come la sua mano vorace

Non ci sono cataloghi o luoghi o musei che possano raccontare
i suoi mondi
ma solo valige dove piegare il suo destino
di artista irriverente

Chi lo cerca non lo incontra
chi si perde nell’anima di un ciliegio
nel volo di un uccello diamantino
o nel balzo di una tigre
forse coglie il lampo della sua arte
senza tempo e spazio
specchio di un universo
che mai si arrende.
© Gherard Kneipp

ETERNI E LEGGERI
Sono napoletano e nel '68 avevo 18 anni, fate voi i conti, quelli culturali, naturalmente.
Dicono che io sia un "creativo", ma in realtà nessuno letteralmente "crea", al massimo utilizza e rielabora elementi già creati, come argille, metalli, minerali, suoni, parole o altro.
Le opere più belle e certamente più utili che produco - mettendo in sapiente relazione terra, acqua, semi, concime e zappa - sono fiori, frutti ed ortaggi.
La notizia che le immagini di Ganesh bevano il latte offerto, che le foto di Sai Baba producano cenere benedetta o che le statue della Madonna piangano sangue, non mi fanno gridare al miracolo più della vista di un seme che germoglia, di un uovo che si schiude o del sole che sorge, miracoli quotidiani ai quali siamo assuefatti.
Ho la fortuna di fare per mestiere quello che volentieri farei per piacere: coltivare la terra, modellarla, scolpire, colorare, scrivere, andar per mare in canoa o in windsurf, insegnare e viaggiare per piacere e per lavoro, oggi prevalentemente in Perù, ieri Africa e Russia.
In Burundi sono di casa, nella scuola di arte della antica capitale, Gitega, ho fatto diverse lezioni di colore e smalto, certamente ho imparato più di quanto abbia insegnato.
Ho qualche mio lavoro in USA, soprattutto a Filadelfia, dove ho esposto. Un mio pezzo, il ritratto della poetessa Anna Akmatova si trova al Museo Russo di San Pietroburgo ed una scultura in ferro di 20 metri quadrati e' all'Accademia di Architettura Landscape di Mosca.
Le mie opere per lo più' - benedetta ignoranza - piacciono ai bambini. Se a volte non piacessero anche ai genitori starei all'angolo della Chiesa col cappello in mano.
Naturalmente, come tutti, ho idee, cose realizzate e progetti, a tutti rispondo via mail o su FB.
Il mio laboratorio ha porte e finestre senza chiavi, sempre aperto a chiunque voglia imparare ed insegnare (purché non tema le correnti!).
In estate ho una mostra fissa al Parco Castiglione di Ischia ed a Nitrodi.
Forse una delle funzioni dell' Arte e' quella di trasmettere la voglia di Bello, forse mezzo di intuizione dell'Infinito, misura della nostra piccolezza e di quanto sia ridicolo prenderci sul serio. Forse.

Paolo May
Siamo eterni: esistevamo già prima del Big Bang, stretti, concentrati, forse sudati.
Poi siamo stati suono - ...Ohmmmm - poi ancora luce, atomi, cellule, molecole, amebe, alghe, anfibi …
Non sono un biologo, non un fisico, tanto meno un teologo e non so se Dio abbia la barba, se sventoli bandiere, venda mele o combatta a fianco di una banda umana piuttosto che di un' altra, ma ho il dono della vista e vedo Infinito, un infinito talmente grande che la Sua evidenza ci sfugge.
Siamo forme di una Energia Infinita ed Intelligente, insieme alle api, alle rondini, agli Iris, agli arcobaleni, agli alberi di limoni, alla neve, agli angeli e probabilmente ad infinite altre creature nostre sorelle che in questa dimensione non ci è dato di comprendere.
Ma non esiste solo quello che vediamo e misuriamo oggi e credo che quando noi limitati bruchi lasceremo la crisalide, i sigilli posti al nostro cervello, alla vista ed agli altri sensi saranno tolti, le nostre anime, libere come farfalle, entreranno in un'altra dimensione e saremo al contempo noi stessi e diversi, come noi stessi e diversi siamo quando passiamo dal sonno alla veglia e viceversa.
Siamo Eterni come la luce e come questa leggeri, ma anche, dovremmo essere, leggeri nella comunicazione delle nostre intuizioni, cercando di non spacciarle per Verita', anche perche la storia ci insegna che le certezze presuntuose portano all' ignoranza e a bagni di sangue.
A proposito, pare proprio che un sorriso faccia buon sangue.
I miei lavori sono un invito al dubbio ed al sorriso. Piacciono ai bambini.