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İschia, la colossale inefficienza amministrativa

Politica
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Quello che ritengo indispensabile denunciare ora in questo momento di dolore e di lacrime per il mio popolo di casamicciola é la colossale inefficienza amministrativa che subiscono le popolazioni dell'isola d'ischia da almeno 50 anni.

All'indomani del disastro del 21 agosto 2017 causato dal sisma ho dato alle stampe il mio libro "I sei secondi che sconvolsero ischia" che contiene il resoconto della conferenza stampa del 26 agosto del prof. Giuseppe luongo, docente emerito di fisica del Vulcanesimo alla Federico secondo ed il più grande esperto di geologia dell'isola d'ischia per averla studiata per 40 anni. Contiene anche mie osservazioni e proposte fra le quale l'immediata istituzione del comune unico perché ischia è unica per "legge geografica" come affermò l'indimenticabile prof.

Edoardo malagoli "perché l'espansione urbanistica e la consistenza economica con la demografia di 64mila abitanti con i riflessi sociali rende obsoleto il frazionamento in sei distinti comuni, un ente di diritto pubblico per 20 anni come un tempo lo è stato l'evi dal 1952 al 1972 per la ricostruzione ed il rilancio capace non solo di redigere ma di approvare un realistico piano regolatore generale, una nuova edilizia economica e popolare in aree geologicamente sicure cominciando dall'utilizzazione del complesso pio monte della misericordia alla marina di casamicciola, una centralizzazione degli interventi da parte dello stato con un commissario straordinario all'isola d'ischia in prima istanza perché il decentramento amministrativo dello stato in una regione, una città metropolitana e sei comuni é inadeguato".

Nessuna di queste proposte è stata presa in esame. Ho innumerevoli volte scritto su giornali e sulla mia rivista "il continente" che la ricostruzione era ed è una gigantesca opera pubblica di riqualificazione ambientale e di avvio di una "cultura della sicurezza" e da qui la convinta e continua condivisione alla proposta del prof. Luongo per un parco scientifico e naturalistico nell'area majo-la Rita-fango con il divieto di ricostruzione intensiva.

Basta con questa assurda inefficienza amministrativa e questa totale incapacità della classe politica locale e regionale! La regione non ha ancora predisposto un piano di ricostruzione ed il commissario di governo insiste su una ricostruzione privatistica.

Ma chi deve intervenire su vie piazze scuole centri di controllo del territorio?
Dove stanno i piani gli uomini ed i mezzi per la protezione civile?
Chi vigila controlla e gestisce il monte epomeo di 788 metri e le colline circostanti?

Quante altre catastrofi dovranno colpire l'isola d'Ischia dopo il 1883 il 1910 il 2009 il 2017 ed ora il 2022?

27.11.22 Giuseppe Mazzella - direttore del continente