Ischia News ed Eventi - La stecca nel coro - Parte 1
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La stecca nel coro - Parte 1

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Il vero scandalo di Ischia è il permanere di un regime vincolistico in un’economia aperta

Antonio Castagna (1914-1984) aveva 35 anni nel 1949. Era il primo dei cinque figli di Michele, piccolo imprenditore termale di Casamicciola. Aveva studiato fino alla “terza tecnica”all’avviamento professionale di Ischia e da qualche anno aveva impiantato una piccola attività di imprenditore edile probabilmente con l’aiuto del padre.

Nel 1946 si era presentato candidato alle prime elezioni democratiche di Casamicciola nella lista di Santa Maria Maddalena, protettrice del Comune, capeggiata dal dottor Raffaele Monti, che vinse le elezioni contro la lista della DC. Fu nominato assessore con delega ai lavori pubblici.

Nel 1949 scrisse un articolo, nella sua qualità, per un numero unico “Ischia,l’isola verde”dal titolo: Perché ad Ischia non si costruisce. La  “Rassegna d’Ischia”nel numero n.6 – dicembre 2011 ripubblica l’articolo. Sessantadue anni dopo,ventisette anni dopo la morte di Castagna, proprio di questi tempi in cui si parla dell’abusivismo edilizio.

Castagna afferma che “Ischia è stata messa sotto la protezione di diversi enti rappresentati purtroppo da uomini che, non essendo isolani,pretendono di decidere questioni e problemi vitali dalla loro poltrona burocratica”.

“Noi giovani – scriveva Antonio Castagna – approfittiamo dell’ospitalità di questo periodico isolano per sottoporre a chi di dovere alcuni dei tanti problemi sicuri di un energico intervento”.

Castagna entra nel vivo: “L’Ente Valorizzazione Ischia nel 1941 incaricò l’architetto Calza-Bini per un progetto di piano paesistico che fu approvato con decreto ministeriale in data 18 febbraio 1943. Detto piano sottopone a vincolo tutto il territorio dell’isola. In alcune zone è vietata ogni costruzione… ci sono vastissime zone di rispetto dove si può costruire solamente con la preventiva autorizzazione del Ministero…arrivando all’assurdo che in alcune zone per la costruzione di una casa o villa che copra 200 mq. occorre un ettaro di terreno disponibile…Per ottenere una costruzione occorrono le seguenti approvazioni: Commissione edilizia locale, Ente Valorizzazione Ischia, Soprintendenza ai Monumenti e per la maggior parte anche quella del Consiglio superiore delle Belle Arti ed infine l’autorizzazione del Ministero della Pubblica Istruzione…. La Sovrintendenza ai Monumenti che in effetti dovrebbe esprimere solamente un parere trincerandosi dietro all’art.3 della legge 29 giugno 1939 n. 1497 sulla protezione delle bellezze naturali e facendo leva sul piano paesistico non autorizza la costruzione e molte volte, per non dire sempre, burocraticamente per lavarsene le mani, trasmette la pratica per competenza al consiglio superiore delle Belle Arti. Il Consiglio Superiore delle Belle Arti, con suo comodo, manda una Commissione sul posto la quale, come si è verificato recentemente,senza avvicinare né sentire nessuna autorità, esprime quasi sempre anch’essa parere sfavorevole e sottopone la pratica al giudizio del Ministero…

“Nell’interesse dello sviluppo dell’isola – scrive ancora Castagna – è necessario che si provveda con urgenza a modificare questo sistema burocratico e dannoso in modo che, oltre alla tutela del paesaggio, si tengano presenti i veri bisogni della popolazione che vuole vdere tutelati anche i suoi più vitali interessi balneari, termali, turistici, edilizi e demografici”.

Secondo Castagna “si rende indispensabile che il piano paesistico sia inviato a tutte le amministrazioni comunali dell’isola per l’esame e la revisione”poiché “noi isolani abbiamo tutta l’intelligenza ed il coraggio necessari per difendere e salvaguardare le bellezze della nostra isola”e ricorda che “già il Consiglio Comunale di Ischia presieduto dal sindaco Comm. Telese si è riunito in data 25 giugno 1949 per elevare una viva protesta contro il Consiglio Superiore delle Belle Arti e per chiedere la revisione del piano paesistico”ed auspica una “modifica allo Statuto dell’Ente Valorizzazione Ischia  dando all’Ente mezzi finanziari”.

Antonio Castagna sarebbe diventato sindaco di Casamicciola nel 1952, passò alla DC e restò sindaco per 18 anni diventando il segretario di zona della DC. Nel 1970 divenne consigliere provinciale di Napoli e lo fu fino alla morte nel 1984. Dal 1970 al 1975 fu assessore provinciale, dal 1975 al 1980 fu consigliere provinciale di minoranza  ma dal 1980 ritornò in maggioranza e fu assessore nelle giunte di Giuseppe Balzano e Franco Iacono, ambedue socialisti, ed è morto assessore provinciale in carica alle “finanze ed alla programmazione”.

Il suo impegno politico si può ricostruire negli atti del Comune di Casamicciola – che divenne “Casamicciola Terme”nel 1956 su sua proposta – del Consiglio e della Giunta Provinciale di Napoli  e dagli interventi e dalle cronache della stampa locale e regionale dal 1949 fino al 1984. Un arco di tempo di 35 anni.

Sarebbe interessante ricostruire la storia dello sviluppo economico dell’isola d’Ischia attraverso i protagonisti. Ci proverò mettendo ordine nel mio materiale ed andando a trovarne altro perché ritengo che il vero scandalo dell’espansione economica dell’isola d’Ischia e quindi dell’abusivismo edilizio sta nella stessa legislazione che lo Stato ha “mantenuto”– circa 8 leggi di vincolo mai abolite ed invece avrebbe dovuto farlo con leggi più realistiche  -  per oltre mezzo secolo mentre dall’altro favoriva -  con la “ridefinizione”dell’Ente per la Valorizzazione dell’isola d’Ischia nel 1952 durato, per legge, fino al 1972 e con le leggi di agevolazione industriale della Cassa per il Mezzogiorno alle imprese ed agli enti locali, la Provincia soprattutto – un grande progetto di “industrializzazione turistica”e di “valorizzazione territoriale”con opere pubbliche di eccezionale valore ingegneristico quali l’Acquedotto sottomarino  che ha portato oggi l’isola d’Ischia a disporre di circa 3mila imprese alberghiere, commerciali e dei servizi, con 13  mila iscritti al collocamento, 3200 studenti di 5 istituti superiori con 15 indirizzi di studi e con una popolazione di circa 65mila abitanti. Nel 1949 i circa 20mila isolani vivevano nei campi e con la pesca e continuavano ad emigrare nel mondo costituendo Comunità nelle Americhe e non avevano  la scuola media.

 

Il vero scandalo è il mancato avvio della Pianificazione Territoriale e della Programmazione Economica. La mancata approvazione del Piano Regolatore Bequinot del 1968. Le leggi restrittive allo sviluppo edilizio del 1967, del 1977, del 1984, il fallimento come Ente di Programmazione della Regione Campania che non è stata capace di approvare un nuovo e realistico  Piano Paesistico ai sensi della Legge Galasso del 1984 tanto che con molta semplicità “vincolistica”lo ha approvato nel 1995 il Ministro “tecnico”Antonio Paolucci.

Così da un lato è stata mantenuta una “economia aperta”agli investimenti – anche speculativi, perché no? , se questa è una economia del libero mercato? – e dall’altro è stata mantenuta una legislazione ipervincolista.

Ma nonostante tutto sono sorti oltre 100mila vani in 50 anni ed hanno trovato mercato ed utilizzazione tanto che ci sono stati due o tre condoni edilizi con almeno 30 mila domande .

E’tempo che lo Stato metta ordine e dia certezza di diritto e prenda atto di uno sviluppo economico ipermaturo e predisponga una Legge Speciale di “Risanamento”e finalmente avvii la Pianificazione territoriale affidandone la sola responsabilità ai Comuni o meglio ancora al Comune Unico dell’isola d’Ischia.

Ischia è un bene da tutelare. Ma non è un’isola disabitata come Palmarola o Montecristo.  Qui ci vivono 65 mila persone e ci lavorano almeno 10mila nell’industria ricettiva. Bisogna mettere sullo stesso piano la difesa ambientale con la difesa del sistema economico non trascurando le Politiche Pubbliche per la Casa per chi non la possiede come furono avviate in maniera massiccia negli anni ‘50 e ‘60.

L’alternativa è il ritorno all’emigrazione. I giovani diplomati e laureati, che non sono tanto “bamboccioni”, lo stanno capendo ma con la morte nel cuore.

 

Casamicciola, 14 febbraio 11

 

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parte - Una Verità per lo Sviluppo: il Mistero del Piano Calza-Bini o le Memorie del Soprintendente