La falsa modernità :perché il Capricho de Calise non doveva essere abbattuto per la "ricostruzione sociale" di Casamicciola
Di Giuseppe Mazzella direttore de Il Continente
"Una modernità senza radici è una falsa modernità. L'impegno degli ischitani dovrebbe essere quello di conoscere meglio la loro lunga storia, la loro grande storia che ha pagine ricchissime, di luci e di ombre come ogni storia vivente, per poter meglio aprirsi alla storia in fieri che è storia europea". Sono le ultime parole dell'intervista al prof. Edoardo Malagoli che feci nel marzo del 1987 e che è conservata nel mio libro "tempi d'ischia" del 1988. Sono passati circa 40 anni. Non avrei mai immaginato che quella intervista diventasse storica perché Malagoli non scriveva molto. Non aveva alcuna ambizione di passare alla Storia. Lui la viveva. Le sue osservazioni erano lasciate ai viventi affinché le esaminassero. Viveva nella perfezione di sé stesso. Trovava pace solo costruendo una barca ed andando da solo nel mare perché era il mare la metafora della vita.
Quella lezione di Malagoli di cui ero stato allievo civile nelle stanze delle sue conferenze nelle sezioni del psi o in quelle del "circolo dei forestieri" di Ischia porto o del nostro "circolo di impegno giovanile" di casamicciola mi rimase impressa. Quella intervista la trascrissi letteralmente sbobinando il registratore come ho fatto poche volte nella mia vita. Volevo presentare Malagoli con il massimo sforzo della sintesi ma con le sue parole. Volevo essere solo spettatore. Era mio dovere registrare un messaggio con la massima fedeltà possibile ad un modesto cronista. Il prof apprezzo' il pezzo. Prima di pubblicarlo glielo feci leggere. "ma chi pubblica tutto questo?" mi disse per la lunghezza dell'intervista. E gli risposi che non si preoccupasse dello spazio. Mi con fermasse se avessi fatto buona sintesi. Quella intervista dovrebbe essere letta e studiata dalle generazioni di oggi. É un viatico. Mi consola averne fatto un tratto ma mi rattrista che il messaggio non ha avuto ascolto sufficiente.
Una modernità senza radici è una falsa modernità. Non so se l'archistar Fuksas ha letto Malagoli prima di progettare due piazze di Casamicciola con moglie e addetto al suo studio di architetti. Sono certo che non l'ha fatto. Perché se lo avesse fatto sì sarebbe preoccupato delle "radici" di una comunità locale antica colpita da 13 terremoto in 7 secoli ed almeno due alluvioni in due secoli. Allora - forse - avrebbe capito che il capricho de calise in piazza della marina era un'opera civile di raccoglimento di una comunità ed oltre al tè ed alla pizza esso rappresentava il luogo più importante per le attività culturali e civili di una comunità oggi completamente dispersa. Piazza della marina è vuota. Come è vuoto il paese nelle sue forme sociali.
G.M.