Al Torrione di Forio la personale dell’artista Giuseppe Olivieri.
Una pace interiore mi pervade mentre mi approccio alla visita della dimora di Giuseppe Olivieri.
A cominciare dalla sontuosa statua della Madonna della Pace, che campeggia all’ingresso della villa che sovrasta la baia di Citara. Qui il tramonto ti abbaglia, un po’ come i suoi dipinti luminosi e ricchi di colori caldi e contagiosi. Giuseppe, personaggio eclettico e raffinato, mi accoglie in giardino e, tra una gardenia e una tuberosa appena sbocciate, mi narra il suo percorso di vita ed artistico. È nato a Napoli nel 1941, ma da oltre venti anni vive stabilmente a Forio, senza però rinunciare a frequenti viaggi di lavoro in Italia e all’estero. Ha esposto in numerosi siti e gallerie sia italiane che estere, nelle località di Ischia, Anacapri, Napoli, Genova, Isole Lipari, Wangen, Fussen, Menningen e Siena.
Fin da piccolo si rende conto di avere una spiccata attitudine per le arti figurative e si cimenta in quella che al tempo era una tra le attività più ricercate: il ritratto, che oltre a dargli la soddisfazione di eseguire un gradito lavoro, gli permette di raggranellare qualche somma per alleviare le spese, ma gli consente soprattutto di essere a contatto con la gente, studiandone indole e passioni che traduce poi nei dipinti. Giuseppe si sente un uomo libero e lo esprime con la forza del suo pennello, sia con gli oli del periodo giovanile, sia con gli acrilici della maturazione, dedicandosi con tenacia e passione alla realizzazione di centinaia di tele, ove, con sapienti tocchi, mostra la sua carica emotiva e la padronanza del colore. I suoi soggetti, come del resto accade per i veri artisti, spaziano nel tempo e nella cultura, da quella religiosa a quella meno trascendentale dell’Eros, ove il messaggio principale rimane sempre l’Amore. L’amore per la vita e i suoi misteri, che l’Olivieri traduce nelle tele della sua vasta collezione, di cui apprezzeremo una parte nella prossima mostra al Museo Civico Giovanni Maltese, è dilagante, si direbbe anzi un’esplosione di vitalità. Proprio in questo ultimo trittico i simboli foriani del Soccorso, della Fontana di piazza Matteotti e del Torrione sono accomunati sia per l’aspetto mistico sia per la sensualità che sprigionano questi tre elementi. Giuseppe, pur non avendone prodotto una notevole quantità, non disdegna l’astratto, ma delle sue opere si apprezza, oltre che il coinvolgente cromatismo, la sua capacità di sintesi espressiva. Spesso il suo figurativismo si fonde con l’astratto entro il quale comunica il colore delle sue emozioni, i suoi “pensieri liquidi”.
Giuseppe è inoltre anche un ottimo scultore. Ha realizzato molte statue che sono disseminate nell’ampio giardino della villetta di Citara. Anche per le statue il tema è l’Amore nelle sue varie accezioni. Da una splendida Madonna della Pace, quanto mai attuale e necessaria al cuore acerbo degli uomini, ad una Liebe in Libertas pacatamente in attesa, passando per una saffica Nausicaa e un Bacco trionfante, fino al principio della vita di una Maternità gemellare. In definitiva le due grandi energie del “Vento della vita”, Eros e Pathos, convivono in simbiosi nelle opere di Giuseppe.
L’associazione Culturale Radici, ben lieta di accogliere nella antica dimora di Giovanni Maltese e di Fanny Jane Fayrer per la seconda volta (la prima accadde nel 2014 con “Nudi e dintorni”) l’artista, foriano di adozione, Giuseppe Olivieri, invita i numerosi visitatori che già dalla imminente Pasqua ci premiano con la loro presenza, e tutti i generosi residenti, ad intervenire all’inaugurazione che avverrà sabato 9 aprile alle ore 19.00 presso la sala mostre del Museo Civico Giovanni Maltese. La mostra resterà aperta dalle 19.30 alle 21.30 fino a martedì 26 aprile.
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