Casamicciola, la notte della Regina
“Quarante ans, l’age terrible ou on deviens ce qu’il on est” ha detto un poeta. “Quaranta anni l’età terribile in cui si diviene quello che si è”. Come per dire che la persona umana a 40 anni deve essere nel pieno della realizzazione professionale, della maturità, della consapevolezza di se stessa.
Ma se è vero per la persona umana la considerazione del poeta può esserlo anche per le “cose” realizzate dall’uomo? Un albergo, un ristorante, un lido sul mare, che per 40 anni ha visto ospitare o passare uomini e donne, ragazze e ragazzi di ogni parte del mondo; ha visto esibirsi cantanti e musicisti provenienti dagli angoli più disparati della terra ed ancora ha visto al lavoro centinaia di uomini e donne, non finisce per diventare una “persona”? Piero Ottone, il nostro Maestro di giornalismo, chiamava addirittura il giornale “una persona”, “un amico”. Se chiude un albergo o un ritrovo di successo dopo 40 anni non muore anche tutta la “storia vivente” che ha visto scorrere e che vi era contenuta come una scrigno di ricordi, di amori, di avventure?