Procida capitale italiana della cultura 2022 é una operazione di marketing con un riuscito slogan pubblicitario. Ma è eccessivo. Può degenerare in una pubblicità per un prodotto che non corrisponde o peggio ancora in una corsa a cogliere l'affare del momento di celebrità o di attenzione da parte dei mass media. Nel servizio di Alberto Angela sulle "meraviglie" dedicato a Procida ischia e bacoli il conduttore dedica 5 o 6.minuti a Procida.
Una intervista alla Cucinotta su "Il postino* di Troisi. Immagini e poche parole sulla chiaolella. Tutto qui. Nessuna parola sulle 17 chiese e su 12mila abitanti in poco meno di 4 km2. Anche il servizio-base su Procida del numero speciale del" national gheografic" nulla di eccezionale o particolare. Procida 2022 sarà una alluvione di cultura "esogena" e costosa che non avrà una adeguata ricettività alberghiera e commerciale di alto livello. Ischia - anche divisa in sei comuni, disordinata, squilibrata, disorganizzata - dà al turista molto di più e senza la grancassa di una costosa campagna di marketing. Il patrimonio storico monumentale architettonico si valorizza da sé anche se la valorizzazione non é massimizzata: il Castello Aragonese o "isola minor", il borgo di Celsa, Villa Arbusto, la Mortella,il Torrione, il borgo di Sant'Angelo, l'eremo di San Nicola, 75 chiese in 46 km2 dalla chiesa del tufo verde del Ciglio alle cattedrali di Forio e del borgo di Celsa. Tutto questo - e non sono stato esaustivo - è immediatamente fruibile per il turista in ogni stagione. Un turista che trova 400 alberghi di tutte le "stelle" dalla prima alla quinta ed altrettanto ottime case-vacanze per ogni esigenza. Trova almeno 20 feste patronali di grande "colore locale". Trova "eventi culturali prestigiosi e consolidati dal premio internazionale di giornalismo a due festival cinematografici internazionali. Trova un volontariato culturale che lo porta a vedere la" città sommersa di aenaria", i sentieri fra colline monti e grotte fino a 780 metri, le cantine e case vinicole che fanno i bianchi ed il rosso fra i migliori del mondo e dalla tenuta dei "mille anni" a serrara prendono capri in mano e salutando axel munthe nella sua villa San Michele. Insomma Ischia è "" un mondo in un'isola" dove fra l'altro un dandy-architetto inventò lo "spaghetto alla puttanesca" ed un uomo di mare e d'avventura il "panino zingara" ed un cantante-chitarrista scrisse "nun è peccato" nel 1958.Si canta ancora in tutto il mondo quasi per ricordare a tutti che voler bene ad Ischia non è peccato e che è però un peccato non averla vista e vissuta almeno una volta nella vita e lasciandola con l'invidia romantica verso noi ischitani "non isolati" che abbiamo avuto la fortuna di vivere qui.
G. M.