Sapeva che sarebbe stata l'ultima estate. Lo avvertivano i suoi malanni. Aveva 85 anni e una vita ricca di avventure, come l’Ignazio di Lorca. Uomo di mare, aveva visto il mondo, amato le donne e coltivato l’amicizia. Era profondamente legato all’isola d’Ischia e al suo villaggio, Casamicciola, come se quella fosse la sua vera casa, come se avere una barca e navigare lungo quelle coste fosse l’unica ragione della sua vita. Nessuno avrebbe mai potuto capirlo.
All’inizio di ogni estate, da più di vent’anni, dopo aver lasciato a Milano il suo ruolo di dirigente, tornava da solo sull’isola, lasciando a Milano la moglie e i tre figli, sparsi per il mondo a vivere le proprie vite. Si era arredato una piccola casetta per sé, come la cabina di una nave, dove trascorreva le giornate immerso nell’isola e nel villaggio.
Al mattino presto incontrava gli amici paesani al vecchio bar della piazza per un caffè, discutere di cose serie e scambiarsi pettegolezzi in un clima goliardico, come se avesse 50 anni di meno. Così era stato per circa trent’anni. Ma quest’anno avvertiva più degli altri il peso degli acciacchi. Si sentiva stanco e vecchio. Già da qualche anno aveva venduto la barca, incapace di mantenerla e curarla al porto. Era oggetto di scherno tra gli amici: il motore si era fermato sette volte, e altrettante volte aveva dovuto chiedere aiuto alla guardia costiera. La sua barca era affondata sette volte, una metafora della vita, e lui partecipava all’ironia con autoironia, ridendo di sé stesso.
Ma quest’anno la stanchezza era più forte. Al suo amico più affettuoso aveva portato le cravatte che non usava più e ricordava che vivere in un posto dal panorama meraviglioso addolciva lo spirito. Anche gli incontri conviviali con gli amici non erano più possibili; non aveva più la forza di sostenerli. Aveva promesso un pranzo straordinario per i suoi 85 anni, a sue spese, ma veniva sempre rimandato. I suoi 85 anni non furono mai festeggiati.
Prima di partire, alla fine della lunga estate, salutò di persona o al telefono tutti gli amici. Poi disattivò l’utenza elettrica della sua casetta, fatta a immagine della cabina della nave petroliera dove aveva iniziato a lavorare a vent’anni. Chiuse la luce. Ed è ritornato a navigare nell’immenso mare.
G. M.
