Non funziona nulla a Casamicciola. Questo sembra il paese della crisi globale. E’ in crisi l’ente Comune che per effetto dello scioglimento del Consiglio Comunale con le dimissioni di sei consiglieri è retto da una commissaria straordinaria nominata dal Prefetto, la dottoressa Rosanna Gamarra, funzionaria dello Stato, la quale non riceve il pubblico fino a nuova disposizione. E’ come se qui la “democrazia della Repubblica” fosse “sospesa” perché non è possibile esercitarla. La commissaria ha nominato una sub commissaria, la dottoressa Maria Rosaria Ingegno, anch’essa funzionaria dello Stato, alla quale ha delegato praticamente tutta la gestione dell’ente municipale come “programmazione e bilancio, contabilità economica, gestione spese, tributi, contenzioso tributario, gestione entrate, concessioni, affissione e pubblicità, polizia municipale, gestione risorse umane, trattamento economico del personale”.
Poiché il Comune è in regime finanziario di pre-dissesto con una situazione drammatica o tragica delle finanze sia dalla parte dell’entrate sia da quelle delle uscite non c’è praticamente nulla da gestire, nulla da programmare, nulla da costruire. E’ un’emergenza continua e la parola d’ordine è: non ci sono soldi per niente e nessuno e forse non si possono pagare nemmeno gli stipendi ai dipendenti
Pare che su 7 milioni di euro ottenuti con un mutuo trentennale per il pagamento dei debiti fuori bilancio almeno 5 milioni dovranno essere pagati dal Comune per il pagamento dei danni a due soggetti privati per occupazioni di immobili illegittime. Cioè il Comune di Casamicciola paga 5 milioni di euro pari cioè a 10 miliardi di ex-lire senza espropriare un centimetro del fatiscente complesso del Pio Monte della Misericordia o dell’ex-albergo Savoia chiuso dal 1973 come si rileva nell’annuario degli alberghi dell’isola, senza realizzare un parcheggio a Piazza Majo che ormai non esiste più come piazza e che è l’estrema periferia del paese mentre un tempo era la piazza storica con la chiesa cattedrale, senza costruire un parcheggio sulla litoranea dove doveva sorgere una pompa di benzina, senza trovare una destinazione anche provvisoria al complesso immobiliare dell’ex-Capricho de Calise in piena Piazza della Marina la cui proprietà dopo oltre 40 anni di acclarata legittimità consacrata in atti viene addirittura rivendicata dall’agenzia del demanio e così la gente dice che “il capricho de Calise è diventato il secondo Pio Monte della Misericordia”, senza realizzare pienamente e definitivamente un piccolo Museo Civico avviato 13 anni fa insieme al recupero dell’Osservatorio Geofisico con un piccolo organico ed anche su questa piccola struttura permane la provvisorietà e la lite giudiziaria in sede penale, senza avviare un realistico piano per la riorganizzazione ed un potenziamento del personale comunale ed anzi con due società cosiddette “partecipate”– l’eufemismo usato per i nuovi carrozzoni pubblici – in deficit strutturale e poste formalmente in liquidazione. Mi fermo qui ma l’elenco potrebbe continuare. E’ evidente – per ogni persona di buon senso – che questo dramma dell’ente municipale, la prima cellula della democrazia, è lo specchio di una intera piccola comunità di 8mila persone, ancora cittadini della Repubblica Italiana e dell’Unione Europea, che vive ogni giorno di più la drammatica crisi finanziaria degli albergatori rimasti, dei commercianti rimasti, delle famiglie rimaste. Perfino piazza della Marina è nelle tenebre poiché da oltre un mese è scassato l’impianto di pubblica illuminazione senza che si riesca a ripararlo o a trovare un responsabile che lo collaudi. Questo Municipio non è capace nemmeno di organizzare la mensa scolastica per i bambini dell’asilo e della scuola media come avveniva da 15 anni e nonostante che i genitori avessero dichiarato la loro disponibilità a pagare il 100 per 100 del pasto. Non si può fare la mensa perché il Commissario prefettizio non può assumersi questa responsabilità di un servizio che non è “essenziale” per il Comune perché non può inserire nel bilancio alcuna spesa né può indire una gara di appalto pagata dai cittadini. Così una mensa per i bambini può essere gestita “de facto” dai genitori ma non “di diritto”. Mi accorgo di quanta ragione abbia Carlo Borgomeo, Presidente della Fondazione Con il Sud al quale invierò questo articolo, nel suo libro “l’equivoco del Sud” che abbiamo presentato il 17 settembre a Villa Arbusto quando afferma che è proprio la mancanza del “capitale umano e quindi dell’educazione: asili nido, lotta alla dispersione scolastica,tempo pieno nelle scuole, insegnanti di sostegno, fine dei doppi turno, etc.” l’autentico divario tra il Nord ed il Sud. Un genitore di Casamicciola non ha gli stessi diritti e gli stessi servizi che ha un genitore di Parma o di Bologna. Un uomo o una donna di Casamicciola sono cittadini italiani che non hanno le stesse opportunità di un italiano di Milano o di Roma. Carlo Levi ha ancora ragione con il suo “Cristo si è fermato ad Eboli” dopo circa 80 anni : a Sud Cristo non è ancora arrivato.
Ma anche in queste tenebre occorre vedere una LUCE.
L’Istituto Comprensivo Ibsen di Casamicciola diretto con competenza e passione dalla preside Lucia Mattera Fralliciardi, cittadina di Casamicciola, organizza con la collaborazione e l’entusiasmo del personale docente, non docente, tecnico ed ausiliario, da 19 anni il premio nazionale “Vincenzo Mennella” riservato ai ragazzi delle scuole medie che frequentano l’indirizzo musicale.
Il bando per la diciannovesima edizione è pronto ed è già stato inviato a 651 scuole italiane. La manifestazione si terrà a Casamicciola il 9-10-11 aprile 2014. Tutto viene organizzato in economia.
Circa 60 ragazzi di Casamicciola frequentano l’indirizzo musicale e studiano 4 strumenti (chitarra classica,flauto, pianoforte,violino) e da questi uscirà l’orchestra che parteciperà al Premio dedicato all’indimenticabile preside Mennella. Questi 60 ragazzi non hanno la mensa. Mangiano un panino nell’intervallo per amore della Musica.
Bisogna ripartire da questa Luce. Riconquistare la speranza di un Rinascimento di Casamicciola che ha le possibilità oggettive e deve ricercare le capacità umane per una ripresa economica, sociale, culturale, civile, politica. L’Europa deve arrivare QUI se c’è nei Trattati e nei Programmi e addirittura in un Ministero per la Coesione Territoriale.