Ischia / Il fondamentale ventennio "democristiano" (1950–1970 o 1946–1964): il sogno realizzato
C’è un aspetto positivo della vecchiaia: la libertà di pensare e scrivere senza tatticismi, senza dover rendere conto a partiti o ideologie. Alle mie spalle, mentre scrivo, c’è solo una parte della mia biblioteca, con centinaia di libri raccolti in oltre cinquant’anni. Se desidero scrivere di qualcosa, attingo alla memoria, ma posso anche ritrovare – se riesco a districarmi nel disordine – un libro di 50, 30 anni fa, o anche di ieri, che ha alimentato i miei pensieri.
Le mie riflessioni storiche sullo sviluppo dell’isola d’Ischia negli ultimi ottant’anni sono il risultato di un intreccio tra esperienza diretta – come cronista locale per mezzo secolo – e le numerose letture che ho fatto, cercando di proiettare sul piano locale una visione del mondo.
Ischia è un’isola antica, aperta, con una grande storia e uno sviluppo economico affascinante. Non ho mai creduto che occuparsi con ostinazione di Ischia fosse un segno di campanilismo. Anzi: le sue dinamiche economiche, unite alle caratteristiche naturali, la rendono oggetto di interesse nazionale.
Le stagioni dello sviluppo
Esiste una documentazione immensa sullo sviluppo economico di Ischia a partire dal secondo dopoguerra. Un contributo fondamentale alla conoscenza dei fatti e alla raccolta dei documenti lo ha offerto il prof. Raffaele Castagna, con la pubblicazione – da cinquant’anni – del periodico La Rassegna d’Ischia e delle molte pubblicazioni collegate. È un patrimonio prezioso, al quale ho attinto decine di volte per scrivere i miei articoli.
Con Raffaele ho un rapporto di affetto e stima. Resta il mio rammarico per non essere riuscito a realizzare, insieme, una Casa della Storia a Casamicciola: non solo una biblioteca di storia moderna e contemporanea, ma un vero centro culturale, vivo, con conferenze, dibattiti, mostre.
Da anni ho indicato – anche al commissario per la ricostruzione, on. Giovanni Legnini – la casa che fu del dott. Giuseppe Mennella (1867–1949) come sede ideale. Mennella possedeva la più ampia biblioteca di storia locale. Fortunatamente, la collezione fu acquistata nel 1951 dal duca Camerini, e non è andata perduta. Ma se i suoi libri sono stati salvati, la casa è stata distrutta o, peggio, recuperata e poi abbandonata. Andate a vedere il suo esterno cadente, in via Principessa Margherita. Chiedete al Comune di Casamicciola o alla Regione Campania chi ne è oggi il proprietario, e perché è ancora abbandonata a otto anni dal terremoto del 21 agosto 2017.
Un paese non rinasce forse anche dalla memoria di sé stesso, attraverso le generazioni e i loro ricordi?
Gli archivi di libri, giornali, riviste raccolti da Raffaele Castagna, ma anche quelli di altri studiosi – come il preside Nunzio Albanella – sarebbero materiali preziosissimi per una “storia vivente” e anche per promuovere un “turismo culturale”, particolarmente importante per Casamicciola, duramente colpita da terremoti e alluvioni.
La storia dello sviluppo
È affascinante la storia dello sviluppo economico dell’isola, in particolare nel ventennio 1950–1970, o nella fase amministrativa dal 1946 al 1964: diciotto anni in cui i sei comuni dell’isola furono governati, in modo omogeneo, da uomini della Democrazia Cristiana. Dal 1952 al 1972, inoltre, fu la DC a guidare anche l’Ente Autonomo per la Valorizzazione.
Se in quel ventennio ci fosse stata l’attuale classe dirigente – appiattita sul presente e sull’economia di mercato – Ischia non avrebbe conosciuto quella straordinaria espansione economica e sociale.
La classe dirigente di allora riuscì a realizzare l’impossibile. Gli archivi storici rendono merito a quei protagonisti.
G. M. – 7 luglio 2025, "Il Continente"