“Ischia è il paese delle mie estati, da quando avevo sei mesi fino ai vent’anni. La nostra casa e era a Casamicciola. È lì che ho scoperto la vista, il luogo delle mie prime volte. Poi quella casa non c’è stata più, e per anni non sono riuscita a tornare. Uno strappo da un luogo è come uno strappo da un amore. Ora, grazie all’Ischia Film Festival, ho ritrovato Ischia. Il mio primo luogo dell’anima”. Con queste parole di Francesca Comencini si è aperta la serata del 2 luglio al Castello Aragonese.
Il mercoledì del festival ha lasciato, come sempre, spazio all’ascolto e al confronto. Alla Cattedrale dell’Assunta, l’incontro condotto da Laura Delli Colli con Francesca Comencini e Luca Bigazzi ha preceduto la proiezione di Il tempo che ci vuole, un’opera che scava nel tempo interiore, tra memoria e presenza, e che si rivela come un delicato omaggio al padre, Luigi Comencini.
“Ogni film merita una luce diversa – ha dichiarato, invece, il direttore della fotografia Bigazzi –. Per questo lavoro, ambientato in un’altra epoca, ho cercato una luce autentica, in punta di piedi. Quando mi dicono che non si nota che la fotografia è mia, significa che ho rispettato il film.”
Nel Piazzale delle Armi, L’oro della lama di Francesco Carlo Lorenzini ha raccontato il legame profondo tra paesaggio e identità. “Sono partito dalle mie montagne, le Alpi biellesi – ha spiegato. Dopo anni a Milano, ho sentito il bisogno di tornare e di guardarle davvero, per raccontarne l’anima ruvida e luminosa.”
A seguire, Obraz di Nikola I. Vukcevic ha esplorato la possibilità della pace in una terra segnata dalla guerra. “Il mio film nasce da un gesto semplice: qualcuno che sceglie di non odiare. Abbiamo girato in due giorni, in paesaggi che amplificano emozioni. Credo che il futuro possa esistere solo se lo immaginiamo insieme.”
Alla Casa del Sole, il pubblico ha incontrato la delicatezza poetica di O Leve Bailar das Borboletas di Leandro Fasoli. “La luce cambia insieme al protagonista – ha raccontato –. Una farfalla blu guida il racconto: simbolo di metamorfosi, ma aperta a ogni lettura. Credo nell’immaginazione come ponte tra le persone.” La serata si è, quindi, chiusa con l’universo visionario di Neverland di Jin Hongde e Kang Yanzhi, e con l’intimità struggente di For Love di Amirhossein Saghafi.
Giovedì 3 luglio, spazio, invece, al dialogo sul futuro con Elia Bonacina, Selena Brocca e Stefano Micelli, e alla proiezione de L’abbaglio di Roberto Andò, introdotto dal regista e da Toni Servillo.
Tra gli autori in concorso ci saranno Srdjan Sarenac con Prison Beauty Contest, Giovanni C. Lorusso con A Man Fell, Lyna Tadount e Sofian Chouaib con Ya Hanouni, Tyro Heath con Happy Snaps e Masakazu Kaneko con River Returns. Come sempre, il programma dell’Ischia Film Festival offre una varietà di sguardi, storie e sensibilità da ogni parte del mondo.
“Questa edizione ha una voce di speranza – ha dichiarato il direttore Michelangelo Messina –. Storie di identità, perdita, resistenza e rinascita ci accompagnano ogni sera. Il tramonto di oggi è stato il nostro primo dono cinematografico. Viva l’Ischia Film Festival. Viva il cinema.”
La ventitreesima edizione dell’Ischia Film Festival si svolge dal 28 giugno al 5 luglio al Castello Aragonese d’Ischia, diretta da Michelangelo Messina, con il sostegno di MiC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione Campania – Film Commission Regione Campania, Bonacina, BPER Banca, Treccani Esperienze, ViVeTech.