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Consigli vuoti ed il tramonto del parlamentarismo

Politica
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Consigli vuoti ed il tramonto del parlamentarismo/ la mia generazione è cresciuta nel parlamentarismo.

La stagione del 68 che durò per oltre 10 anni si formò in un clima di "contestazione" dell' ordine costituito. Quella gioventù non fu solo di "denuncia" ma anche di "annuncio". Si voleva un mondo più giusto e più umano. Fu una generazione dei figli contro i padri. Una richiesta di libertà nelle idee e nei costumi. I Beatles ne furono l'espressione in musica. La minigonna il simbolo della emancipazione femminile fino all'estremo del topless. Nelle università ci fu la rivoluzione dell' "assemblea degli studenti" con infuocate riunioni sui massimi e mimini sistemi:dalla richiesta della mensa e degli esami mensili alla guerra in Vietnam e le politiche pubbliche per la piena occupazione. Tutto era "parlamentarismo" anche se veniva riconosciuto il "leaderismo" ed il "presidente" era il primo fra i pari ma non gli era riconosciuto un potere autocratico di un solo uomo al comando. Questo parlamentarismo si estendeva alle "assemblee di sezione" dei "partiti solidi" come il psi che era il più libero dei partiti "laici" ed agli stessi "circoli culturali" tutti impostati sul valore fondamentale della "assemblea". Il parlamentarismo era estremo. Ricordo che quando fondammo il circolo "impegno giovanile" a casamicciola nel 1965 (la "contestazione" cominciava a nascere pur esplodendo nel '68) ci furono molte riunioni per formulare lo statuto e che ogni seduta di assemblea aveva un "presidente di turno" per regolare il dibattito accesso di circa 30 partecipanti. Il parlamentarismo si estendeva nei consigli comunali delle nostre realtà locali. Tutto il potere ai consigli comunali ai quali assiste vano con diverse "tifoserie" centinaia di cittadini. Si aveva l'orgoglio di rappresentanza. Si studiava per il migliore intervento. La "richiesta di parola" era una responsabilità. Credo che una gioventù maturasse con forma e sostanza ed imparasse ad essere "classe dirigente" . Il comune era non l'amministrazione di un "condominio" ma la prima cellula della "repubblica" e tutto doveva essere discusso nel consiglio oltre la "competenza istituzionale" attraverso interrogazioni, interpellanze, mozioni ed ordini del giorno. La guerra in Vietnam? Ordine del giorno. I trasporti marittimi insufficienti? Ordine del giorno. Le strade scassate di competenza della provincia? Mozione di protesta e richiesta di intervento. Comportamento di critica al sindaco o a un assessore? Mozione di censura fino alla richiesta di dimissioni. Poteva essere ritenuto eccessivo il parlamentarismo assoluto a tutti i livelli della democrazia repubblicana fino a determinare una preoccupante ingovernabilita' ma rendeva viva la democrazia politica perché le "mozioni" e gli "ordini del giorno" dovevano comunque incanalarsi nelle forme dell'ordinamento giuridico della Repubblica ed avere risposte e riscontri. Quello che oggi non accade è proprio questa mancanza di partecipazione civile nei consigli comunali che non vanno oltre agli adempimenti di legge con un "presidenzialismo o cesarismo" del sindaco che è un vero e proprio podestà. Così non mi lamento affatto che "il manifesto per casamicciola che è ischia" sottoscritto oltre un anno fa non ha avuto alcuna discussione nei consigli comunali, alcuna "mozione o ordine del giorno" di sostegno critica censura bocciatura. Un documento che avrebbe dovuto essere discusso o respinto nella sua interezza ed esaminato nella sua interezza e nelle sue priorità nelle assemblee di democrazia locale perché è questa la democrazia politica non quella dei social che sono solo "comunicazione" non "deliberazione". Mi pare il segno più preoccupante dei nostri tempi. Oggi alle sedute del consiglio comunale che hanno perfino la solennità ' di un "presidente" non assiste nessuno o soli gli addetti del sindaco-podestà. Argomenti - cui la legge statuisce importanza come il "documento di programmazione" - sono ritenuti semplici scartoffie burocratiche così un dettato di legge che avrebbe dovuto essere di enorme impegno e di seria partecipazione popolare delle categorie produttive come commercianti e albergatori e cittadini attivi è considerato un semplice scritto con l'annotazione di cose da fare come quaderno dei sogni. Figuriamoci se ad una assemblea del genere 127 cittadini consegnano tre sottoscrizioni per il diritto all'ascolto! Se la democrazia politica non riparte dal basso - dai comuni - non riparte affatto e va incontro all'ignoto o all'autoritasmo già visto e vissuto nella generazione dei padri. 25.3.24 Giuseppe Mazzella direttore de il continente