Venerdì 8 luglio 2016, ore 21.30, Cattedrale dell’Assunta, Castello Aragonese d’Ischia Ritorna la musica al Castello Aragonese; per una serata che suona come un preludio alla ripresa di una consuetudine un tempo prediletta nella ricca vita culturale e artistica del Castello.
È un ritorno coraggioso, controcorrente, in un momento in cui nel nostro paese le arti e la cultura soffrono, come non mai, una crescente emarginazione di fronte alle emergenze impellenti della penuria e della disaffezione. È dunque un ritorno provvidenziale, quasi utopistico per certi aspetti, e che ritrova la cornice incantevole della Cattedrale dell’Assunta, la medesima secolare cornice che anni fa ospitava i concerti del festival Mare Musica. Fra le antiche mura e sotto le volte echeggeranno i “Suoni di una notte di mezza estate”. Un titolo che chiaramente allude a un sogno, e che proprio per questo motivo ben si adatta a questo appuntamento con l’arte dei suoni, nato da un’idea di Giordano Montecchi, storico della musica e critico musicale, che molti anni fa cadde innamorato di Ischia e del Castello. Protagonista della serata sarà un duo formato da una coppia di artisti di levatura internazionale, Olga Arzilli viola e Pierpaolo Maurizzi pianoforte. Viola e pianoforte: un binomio non comune per un programma dall’impaginazione raffinatissima, con tre capolavori di tre giganti, vissuti in tre secoli diversi. Dal Settecento, il maestro dei maestri, Johann Sebastian Bach, con la prima delle tre Sonate per viola da gamba e cembalo obbligato, BWV 1027, in sol maggiore, dove il contrappunto e l’eleganza del canto si sposano con quella naturalezza che nessun altro è mai riuscito a eguagliare. Dall’Ottocento, Franz Schubert, immenso e sfortunato nella sua breve vita. Ma creatore di momenti di gioia allo stato puro, come la tenerissima Sonata per arpeggione e pianoforte in La minore, conosciuta semplicemente come L’arpeggione. Il titolo deriva da quel curioso strumento che oggi non esiste più e che era uno strano ibrido fra una chitarra, una viola e un violoncello. Infine dal Novecento, Dmitri Šostakovič, il compositore che come forse nessun altro, per genio e per storia personale, ha saputo distillare gli entusiasmi, le delusioni, i sogni e le paure del suo secolo. La sua ultima composizione, Op.147, è per l’appunto una Sonata per viola e pianoforte, un congedo dalla vita folgorante per l’intensità e l’assorta nobiltà del tono. Il concerto, con inizio alle 21.30, si tiene nella Cattedrale dell’Assunta sotto il patrocinio dell’Associazione Culturale “Amici di Gabriele Mattera”.
Ingresso libero, fino a esaurimento dei posti.