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Ischia, Castello Aragonese: Giungla - con Roberto Anglisani

Teatro
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È una sera d’autunno, piove, la stazione centrale di Milano è piena di pendolari chetornano a casa dal lavoro. In mezzo alla folla, come se fossero invisibili si muovono otto… dieci ragazzini stranieri di età diverse. Sono guidati da un uomo con un lungo cappotto, una finta pelliccia di tigre, è Sherekhan il trafficante di bambini.

Mentre il gruppo si dirige verso l’uscita uno dei ragazzi scappa nei sotterranei della stazione, si chiama Muli e non vuole più essere costretto sotto la minaccia delle botte a rubare e a mendicare per Sherekhan. Con la fuga di Muli si apre questa nuova narrazione di Roberto Anglisani e Maria Maglietta, l’ispirazione parte dal Libro della Giungla di Kipling, ma la giungla questa volta è la grande stazione centrale, con i suoi anfratti, i sottopassaggi bui e umidi, dentro cui si muove una umanità con regole di convivenza diverse, dove la legge del più forte è un principio assoluto. Ma in questo contesto “selvaggio” Muli riuscirà ad aiutare i suoi amici, e troverà amici veri che lo aiuteranno a fermare Sherekhan. I personaggi del racconto, si ispirano ai personaggi del Libro della Giungla: Baloon, un barbone che vive nei sottopassaggi, Bagheera la pantera e Sherekhan la tigre.

 Lo spettacolo riesce a creare con la forza della parola e del corpo, un racconto emozionale dove le immagini si snodano come in un film d’avventura. Le capacità attoriali di Anglisani emergono durante il racconto della vicenda in un crescendo di mimica e emissioni vocali capaci di rapire pubblico e portarlo con sé fino alle viscere del racconto.

Nel 2011 Roberto Anglisani con Giungla ottiene il Premio Franco Enriquez come miglior attore per il teatro ragazzi di impegno sociale e civile.

Roberto Aglisani

Intorno alla metà degli anni 80 Roberto Anglisani incontra Marco Baliani e assieme a lui, trova nel linguaggio della narrazione teatrale la possibilità di mettere a frutto le esperienze fatte durante la sua formazione, da una parte il lavoro sul corpo e la sua espressione e dall’altro il lavoro sensoriale e quello sul mondo interiore del personaggio.
Anglisani dà vita ad una narrazione teatrale che ricorda il cinema. Le sue parole, i suoi gesti evocano nello spettatore immagini tanto concrete da poter essere paragonate ad un film.