Ischia News ed Eventi - Il Comune dell’isola d’Ischia e la lezione di Eleonora e quella di Ernesto : tre anni dopo

Il Comune dell’isola d’Ischia e la lezione di Eleonora e quella di Ernesto : tre anni dopo

Politica
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I problemi strutturali ed infrastrutturali dell'isola d'Ischia diventano sempre più unitari e si evidenziano e si aggravano con una crisi economica e finanziaria senza precedenti che colpisce gli imprenditori del turismo e del commercio e le famiglie ,soprattutto, di una popolazione di circa 65mila abitanti pari a quella di una città di medie dimensioni. Il trasporto pubblico – su gomma e sul mare – la cui competenza è delegata compiutamente alla Regione Campania è ormai oltre l'emergenza in condizioni da terzo o quarto mondo e lo denunciano i turisti e gli isolani. Gli strumenti istituzionali consortili , come la distribuzione idrica e la depurazione delle acque affidate al Consorzio CISI e la sua società per azioni EVI in eterna "liquidazione" per una pesante situazione finanziaria, si sono rivelati inadeguati così come la miriade di società di capitale di proprietà dei sei Comuni dette con un ridicolo eufemismo "partecipate" sono al collasso finanziario e decine o centinaia di lavoratori rischiano di rimanere senza lavoro. I sei Comuni si trovano TUTTI in una critica o drammatica crisi finanziaria. Paradossalmente sono i piccoli Comuni di Lacco Ameno, Barano, Serrara-Fontana e soprattutto Casamicciola a trovarsi in condizioni finanziarie peggiori perché hanno meno entrate tributarie dei Comuni di Ischia e Forio che restano quelle che Waldimiro Frenkel, un profugo russo che scrisse una documentata guida dell'isola d'Ischia nel 1934, definiva le "due capitali".

Così sono le "due capitali" – Ischia e Forio – che riescono ad organizzare un cartellone di eventi per il Natale, anche se insufficiente e senza alcuna coordinazione, anche perché hanno una società civile molto più viva degli altri Comuni ed hanno le infrastrutture.
Sono le "due capitali" che riescono bene o male ad offrire ancora servizi elementari al cittadino mentre gli altri Comuni addirittura non possono offrire – è il caso di Casamicciola che è l'unico tra i sei ad avere un Commissario Straordinario Prefettizio per la caduta dell'ultimo sindaco Arnaldo Ferrandino durato appena 13 mesi – nemmeno il servizio mensa ai bambini della scuola dell'obbligo del tempo prolungato pur avendo i genitori dichiarato la disponibilità ad assumersi l'onere del cento per cento del servizio. Casamicciola non potrà mettere neanche le luci di Natale nelle strade e nelle piazze.
La divisione amministrativa o lo spezzettamento in sei Comuni penalizza gli abitanti dei piccoli Comuni che non hanno le strutture, le infrastrutture ed i servizi delle "due capitali".
Si ripropone oggi più di ieri il problema a lungo discusso dell'unificazione amministrativa in un sol Comune anche nell'ambito della riforma della Città Metropolitana di Napoli che entro 4 mesi dovrebbe prendere il posto istituzionale dell'Ente Provincia.
E'il caso di riproporre questo articolo scritto oltre tre anni fa in piena campagna elettorale, persa, per il referendum consultivo regionale per il Comune Unico dell'isola d'Ischia.
"Non si deve pretendere di raccogliere subito dopo aver seminato" scriveva Ernesto Rossi nella prefazione de "I nostri quattrini" nel dicembre del 1963, cinquanta anni fa.
"Se siamo convinti che una soluzione è buona non dobbiamo stancarci di battere e ribattere sullo stesso chiodo finché non sia entrato anche nelle teste più dure. L'avvenire dipende anche da quello che ognuno di noi è capace di fare" concludeva l'indimenticabile Maestro di Giornalismo.

g.m.

29 novembre 2013

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E' stato costituito su Facebook un gruppo "Per il Comune Unico dell'isola d'Ischia con l'obiettivo di "conquistare il consenso degli amici sul progetto dell'unificazione amministrativa dell'isola d'Ischia votando SI all'imminente Referendum indetto dalla Regione Campania.Le motivazioni sono economiche, sociali e culturali. Ischia è l'isola di noi isolani soprattutto ma anche di innumerevoli "innamorati" di ogni parte del Mondo. Dobbiamo difenderla al di là dello storico Campanile di Casamicciola o Forio o Panza che non è mai stato Comune. Dobbiamo adeguare, per maggiore efficienza, il sistema amministrativo a quello ormai consolidato dell'economia e della sociologia. Al tempo del federalismo e della globalizzazione" così è descritto il gruppo nell'apertura.
In pochi giorni il Gruppo ha avuto oltre 300 adesioni non solo cittadini dei sei Comuni dell'isola ma anche di altre parti d'Italia e del Mondo che amano l'isola d'Ischia in tutta la sua bellezza, unica nel Pianeta, ma amano anche gli "ischitani" prescindendo dalla loro identità comunale.
Il Gruppo ha anche avviato una seria ed approfondita analisi sulle motivazioni di questa unificazione amministrativa. Gli aderenti stanno partecipando ad un dibattito serio sul perché di questa scelta. Si stanno ponendo interrogativi di opportunità, manifestano i loro dubbi, avanzano le proprie convinzioni.
Poiché tutto non resti in un campo virtuale il Gruppo si è dato degli amministratori ed ha deciso di verificare sul piano "reale", dell'incontro "vero con i cittadini, il consenso ma anche di confrontarsi con quei cittadini, che rappresentano la "società civile", che invece sono di tutt'altra opinione. Insomma un esempio concreto di "democrazia elettronica" al tempo di Internet .

La scelta infatti è molto difficile sul piano sentimentale. Le realtà locali dei sei Comuni sono consolidate da oltre due secoli e cioè dal 1809 quando grazie al decennale dominio dei francesi del Regno di Napoli ,che anche dove "conquistavano " immettevano le riforme civili di Napoleone di cui i francesi sono ancora e sempre molto fieri. C'era anche un settimo Comune, quello di Testaccio che nel 1873 fu accorpato al Comune di Barano per decreto di Re Vittorio Emanuele II.
A parte la brevissima esperienza del Comune unico all'epoca del regime fascista – dal 1938 al 1945 – l'isola ha avuto sei Comuni – Ischia, Casamicciola, Lacco Ameno, Forio, Barano e Serrara-Fontana ma ha avuto – dal 1952 al 1972 – un Ente di Diritto Pubblico per la Valorizzazione (EVI) che era praticamente il "super Comune" o la "stanza di compensazione dei sei Campanili" al tempo dei grandi interventi e della politica di incentivi alle imprese della Cassa per il Mezzogiorno.
Sul finire degli anni ' 60 del ' 900 ci furono tuttavia i "moti di Panza" con la richiesta di diventare Comune autonomo e liberarsi dalla "dominazione" foriana. Forio del resto fin dal 1934 veniva definita "la seconda capitale" dell'isola da un attento scrittore, Waldimiro Frenkel, nella sua preziosa guida dell'isola.
Per non parlare di centinaia di scrittori, poeti, scienziati, visitatori che hanno descritto le particolarietà dell'isola d'Ischia perfino nei suoi differenti dialetti delle sue diverse località come se Ischia fosse un "Continente".
Non è quindi facile sostenere ,contro questi sentimenti, una unificazione amministrativa che ad un primo esame "distruggerebbe" queste diversità.
Ma il Comune unico trova ragione al tempo del neofederalismo italiano, della globalizzazione dell'economia, del processo di unificazione degli Stati nazionali avviato con l'Unione Europea.
Come coniugare la difesa della Storia con le Ragioni dell'Economia e della Finanza? La risposta è nel Testo Unico degli Enti Locali che non solo facilita il percorso di "unificazione amministrativa" dei circa o oltre 3 mila Comuni italiani al fine di raggiungere una "efficienza amministrativa" ma prevede anche che le rappresentanze delle "frazioni" o dei "quartieri" siano opportunamente valorizzate attraverso una partecipazione concreta e responsabile dei cittadini.
Quindi la sfida dei sostenitori del "Comune dell'isola d'Ischia" – questa la nuova denominazione scelta ad indicare una reale unificazione che non significa l'aggregazione degli altri 5 al Comune di Ischia – è soprattutto sul piano della vera ed autentica difesa ed espansione dell'Autonomia Locale in modo che il Comune dell'isola d'Ischia possa veramente usare bene il potere fondamentale del Comune che è quello della Pianificazione Territoriale e della Programmazione Economica; i due compiti essenziali che i sei Comuni non hanno saputo fare con le loro cosiddette classi dirigenti in 65 anni poiché ancora oggi l'isola tutta non ha un Piano Regolatore Generale in vigore ed è ingessata da un Piano Urbanistico Territoriale approvato nel 1995 per decreto del Ministro dei Beni Culturali ed Ambientali, Antonio Paolucci, tecnico di un Governo tecnico, quasi per sottolineare che nemmeno un Governo politico sarebbe stato capace di scegliere in materia di programmazione "attiva" cioè permettere di riordinare uno sviluppo urbanistico, economico e sociale di enorme grandezza poiché è arrivato ad almeno 40 mila posti-letto, 3mila imprese, 13 mila lavoratori iscritti al Centro per l'Impiego ex-Collocamento.
Ed allora è stata scelta dagli aderenti al gruppo per il Comune dell'isola d'Ischia una considerazione di Eleonora Roosevelt tratta dal famoso discorso alla proclamazione dei diritti universali dell'uomo del 1948:
"Dove cominciano, in fin dei conti, i diritti umani universali? Nei piccoli luoghi vicino a casa: tanto vicino e tanto piccoli che non si possono vedere su una qualsiasi mappa del mondo. Eppure proprio questi posti "sono" il mondo delle singole persone: il quartiere dove vivono, le scuole che frequentano, la fabbrica o l'ufficio dove lavorano. Sono questi i posti in cui ogni uomo, donna o bambino, cercano uguale giustizia, eguali possibilità, uguale dignità, senza discriminazione. Se tali diritti non contano "là" non contano da nessuna altra parte. Senza l'azione comune dei cittadini per imporli vicino a casa, cercheremo invano il progresso nel vasto mondo".
Oggi nell'isola d'Ischia c'è un Nord ed un Sud dello sviluppo economico e sociale. Uguali diritti di democrazia e di partecipazione non sono estesi a tutti i cittadini dell'isola. Non sono forniti a tutti le stesse possibilità ed è diversa la vivibilità. Le stesse possibilità di ulteriore crescita economica ed occupazionale non sono colte dall'attuale e spezzettata "classe dirigente" dei sei Comuni.
Ecco perché occorre un "decentramento" economico e sociale che – può sembrare un paradosso – si può avviare solo con una sola "Autorità Amministrativa" che allo stato delle Leggi vigenti è il Comune.

G.M.

Casamicciola Terme, 14 febbraio 2011
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