Ischia News ed Eventi - L'Opinione - Perché Anna, perché Ernesto, per una Sinistra Costituzionale

L'Opinione - Perché Anna, perché Ernesto, per una Sinistra Costituzionale

Politica
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Le mie radici di cultura politica o di “scienza politica” affondano nel “Liberalismo”. Ho cominciato a partecipare alla vita politica nel mio piccolo paese – Casamicciola – e nella mia piccola isola – Ischia – nel 1964 a 15 anni. Da allora sono passati 54 anni cioè oltre mezzo secolo.


Quella scelta adolescenziale – influenzata dalla mia insegnante di lettere alla scuola media che allora era una scuola “superiore” alla quale si accedeva a 11 anni con un esame di “ammissione” – mi ha influenzato per tutta la vita. La Libertà prima di tutto. Ma crescendo e vivendo la Libertà doveva essere “piena” e non “formale”.

Da qui la scelta a 19 anni del “Socialismo” ma quello del PSI e non del PSDI INCOMPATIBILE con il “Comunismo”. Gli studi economici e la stagione del ‘68 alla Facoltà di Economia e Commercio di Napoli hanno reso contenutistica la scelta della Libertà ma insieme a questa quella della Uguaglianza sociale o per lo meno quella del diritto al Lavoro secondo le proprie capacità.

La scelta giovanile, lo studio dell’economia politica e la preferenza per Keynes, la passione e la polemica civile del ‘68, mi hanno portato alla convinta adesione al “Socialismo Liberale” di Carlo Rosselli. Questa la teoria. E la prassi? Partecipazione alla politica nella mia realtà locale – l’isola d’Ischia e Napoli, capitale del Mezzogiorno, - nel PSI con incarichi elettivi (consigliere comunale, dirigente di zona, delegato ai congressi provinciali) ma mai abbandono del “giornalismo locale” – seconda passione ma non secondaria – per 18 anni ma nel 1983 l’abbandono del PSI diventato nella prassi qualcosa di radicalmente diverso da quello che diceva di essere e di quello che era stato per 90 anni. La “mutazione genetica” del PSI che lo ha portato alla dissoluzione l’ho avvertita con ampio anticipo.

Le passioni – la politica ed il giornalismo politico ed economico – non le ho mai abbandonate perché ritenute inscindibili. Così è cominciata una lunga diaspora di un “liberale di sinistra” o di un “socialista di destra” che come un ebreo errante senza terra ha cercato di vedere la “terra promessa” in una Seconda Repubblica con i partiti “liquidi” che non conservano traccia delle antiche e gloriose denominazioni.

Resto ancora un “ebreo errante” alla ricerca della “terra promessa” anche e soprattutto dopo il risultato delle elezioni politiche del 5 marzo 2018 nelle quale ho votato per la Lista “Liberi ed Uguali”.

Mi scuso per questa riferimento personale. Ma è tempo di bilanci. Mi sento come il vecchio generale di Sandor Marai nel suo capolavoro “Le Braci”: “Alle domande più importanti si finisce sempre per rispondere con l’intera esistenza. Non ha importanza quello che si dice nel frattempo, in quali termini e con quali argomenti ci si difende. Alla fine, alla fine di tutto, è con i fatti della propria vita che si risponde agli interrogativi che il mondo ci rivolge con tanta insistenza. Essi sono: Chi sei? Cosa volevi veramente? Cosa sapevi veramente? A chi e a che cosa sei stato fedele o infedele? Nei confronti di chi o di che cosa sei stato fedele o infedele? Nei confronti di chi o di che cosa ti sei mostrato coraggioso o vile? Sono queste le domande capitali.

E ciascuno risponde come può, in modo sincero o mentendo; ma questo non ha molta importanza. Ciò che importa è che alla fine ciascuno risponde con tutta la propria vita".
Io sono un Liberale di Sinistra o un Socialista di destra. Non sono mai stato un comunista.
Non sono mai stato affascinato dalla rivoluzione di ottobre o dalla “spinta propulsiva” dell’URSS. Mi ha affascinato la rivoluzione americana del 1776 e la dichiarazione di indipendenza con quel "diritto alla vita, alla libertà ed al conseguimento della felicità” e la rivoluzione francese del 1789. Ho sempre preferito l’Occidente all’Oriente d’Europa e del mondo.

Ecco perché ho amato ed amo la Costituzione della Repubblica Italiana. Credo che la Legge Fondamentale esprima mirabilmente la sintesi storica del Liberalismo, del Socialismo e del Cattolicesimo della dottrina sociale della Chiesa e ne fa un “Programma” impegnando tutti all’attuazione e fa diversi gli uni dagli altri sulle priorità e sui tempi di attuazione.
Ma c’è un Valore non scritto ma che deve essere ritenuto assiomatico ed è quello eterno dell’onestà.

Per 25 anni la Costituzione è stata dileggiata e non ne è stata diffusa e studiata la portata “rivoluzionaria” tanto che il “liberismo” nel ricorso storico dei tempi dopo la caduta del muro di Berlino del 1989 ha praticato una “costituzione materiale” che ha finito per allontanare i cittadini dalla autentica, vera, continua “partecipazione civile”.

Il Referendum costituzionale del 16 dicembre 2016 con il quale è stata respinta la frettolosa, orrenda, nebulosa, riforma costituzionale promossa da un governo che dichiarava se stesso di “sinistra” ha segnato un risveglio della migliore “società civile” per troppo inascoltata diffondendo l’attualità dell’impegno programmatico della Costituzione del 1948.

E’ sulla vittoria referendaria che si doveva costituire una Sinistra moderna.
Sono rimasto molto colpito dall’impegno civile sui Valori della Costituzione di ANNA FALCONE e ne ho apprezzato e condiviso il modo di espressione, il modo di esposizione e di convinzione anche con la competenza giuridica tanto che i suoi interventi mi sono parsi come il discorso ai giovani di Piero Calamandrei. Un discorso convincente sul quale UNIRE la Sinistra del XXI secolo.

Così come ho apprezzato l’impegno politico di un autentico LIBERALE come ERNESTO PAOLOZZI in un tentativo di costituire una Sinistra del secolo XXI sul “Liberalismo come metodo” dal titolo di un libro di Ernesto. Un Metodo con il quale costruire la Sinistra del XXI secolo.

Due persone. Una donna ed un uomo. Di due diverse generazioni. Di due diverse culture ma ambedue nelle Radici della Costituzione. Ambedue NON elette nella lista di Liberi ed Uguali per le elezioni del 4 marzo rappresentano da un lato la sconfitta per la crescita di un’area “liberalsocialista” e dall’altro la residuale speranza. Ma mi pare chiaro che il panorama politico italiano riserva oggi come ieri al “Liberalsocialismo” un ruolo di “coscienza critica” di un’area politica di giuste rivendicazioni sociali, economiche e civili che prende oggi forma e rappresentanza con nuovi nomi e movimenti di cui il Movimento 5 Stelle è l’espressione più forte perché partito di maggioranza relativa in Parlamento. Con il M5S bisognerà confrontarsi e dialogare nel vertice come nella “base” e se necessario bisognerà concorrere alla formazione del Governo di “coalizione” con un ritorno alla Prima Repubblica.

Anche i liberali ed i socialisti dovranno costituire un Partito in grado di conquistare il consenso delle “nuove classi sociali” e formare una nuova classe dirigente nel solco della Democrazia Politica delineata nelle forme e nei limiti della Costituzione. In questo Partito – se nascerà – i postcomunisti potranno portare come generazione vivente le loro esperienze ma debbono, come la risposta di Kennedy a Truman sulla necessità dell’esperienza, portare “la luce sui posti dove andremo” posta sulla prua della nave anziché a poppa come “fanalino di coda” di una esperienza storicamente non ripetibile e nel caso particolare italiano, pur originale ed assolutamente democratica e costituzionale, ingloriosamente dispersa.