Il Commento
La “ polveriera” di Forza Italia: Liberale, quando la parola non basta. Da Malagod(l)i a Berlusconi del “ partito liquido”
Di Giuseppe Mazzella, direttore de Il Continente
Ho letto, con molta attenzione, un articolo di mezza pagina apparso come “ analisi” sul “ Corriere della Sera” di domenica 29 maggio 2022 scritto dal giornalista Roberto Gressi dal titolo: “ Duelli, intrighi e venti di scissione Forza Italia è una polveriera” dove il partito di Silvio Berlusconi viene presentato in via di dissoluzione per insanabili contrasti interni sulla linea politica.
Una “ analisi” talmente impietosa che ha costretto Berlusconi ad una immediata replica che è apparsa il giorno dopo lunedì 30 maggio 2022 come “ lettera” ma con uguale rilievo e spazio dell’ articolo di Gressi dal titolo “ In Forza Italia la linea è chiara così come le mie indicazioni”. Più che una “ lettera” è una mezza pagina di “ pubblicità politica” che il “ Corriere” pubblica gratuitamente anche perché viene accusato da Berlusconi di “ esser ridotto a mettere insieme una serie di pettegolezzi e maldicenze” che vengono respinte nel filo di nota in corsivo da parte di Gressi che ricorda a Berlusconi che “ il pettegolezzo non appartiene né a me né al “ Corriere”. Quanto scritto è frutto di un lavoro serio e faticoso: il risultato è il racconto di un malessere diffuso, ne tenga conto, che agita il movimento che lei ha costruito”.
Ed è proprio la definizione di “ Forza Italia” che Berlusconi ha voluto rimarcare per il suo “ movimento” che ha suscitato il mio interesse. Berlusconi invita il giornalista “ di non limitarsi a raccogliere le maldicenze di pochi scontenti ma di parlare con le migliaia di militanti, di dirigenti, di eletti,con i parlamentari e i membri del Governo, che partecipano con entusiasmo al nostro progetto politico. Un progetto liberale, cristiano, europeista, garantista, che rende Forza Italia qualcosa di unico nella storia e nell’attualità della politica italiana, la chiave di volta di un centrodestra di governo, l’espressione in Italia della maggiore famiglia politica europea, il Partito Popolare Europeo”. Dice che “ in un grande partito liberale possono esistere divergenze di opinione su singoli aspetti” ma lui è “ fondatore e leader e garante” ed alla fine si attuano “ soltanto le sue indicazioni”. Ma è una chiara contraddizione in termini: ma quale dibattito libero se alla fine c’è un “ decisionista unico”?
Non so se la “ lettera” di Berlusconi – in così grande evidenza sul più importante e diffuso quotidiano italiano – abbia colpito qualcuno delle “ migliaia di militanti” come afferma il Cavaliere perché invece a me pare fondamentale per un definitivo chiarimento politico ed ideologico in un tempo in cui la Russia scatena una guerra in Europa invadendo uno Stato Sovrano, l’ Ucraina, e restaurando per se stessa dopo 70 anni di “ comunismo” una autocrazia con uno Zar ed un Patriarca spostando le lancette dell’ orologio della Storia di almeno 5 secoli mentre l’ Europa democratica e “ liberale” iniziata ad “ unirsi” dal 1957 raggiunge un livello di coesione economica e politica in una “ Unione” mai raggiunta nella sua storia millenaria da 27 Paesi. L’ invasione dell’ Ucraina da parte della Russia non solo è un violento tentativo di una “ restaurazione imperiale” per noi europei antistorica ma è un modo opposto a quello auspicato e praticato dai grandi europeisti – come Robert Schumann e Jean Monnet - che erano “popolari” e che hanno seminato un “ movimento” per una Europa Unita che oggi è reale non solo una “ cara utopia” lanciata da Ventotene nel 1941 da tre antifascisti – Altiero Spinelli, Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni – italiani in confino politico sull’ isoletta brulla dove soffia il vento forte che non permette la crescita di alberi da alto fusto.
Poiché Berlusconi nella “ lettera” pone per il suo “ movimento” il termine “ liberale” al primo punto e lo lega all’ altro – “ centrodestra” – per indicare la coalizione di Forza Italia, con Fratelli d’ Italia e con la Lega mi sono ricordato del primo politico di cui sono stato ammiratore, Giovanni Malagodi ( 1904-1991) , segretario del Partito Liberale Italiano negli anni ‘ 60 quando in Italia si avviava la svolta di “ centro-sinistra” ( il trattino era essenziale e per “ sinistra” si indicavano solo i socialisti non i comunisti) che era il leader del Partito di Benedetto Croce e che non definiva né se stesso né il suo partito di “ destra” ed anzi era assolutamente anti-fascista e contestava alla Democrazia Cristiana ( DC) l’ esclusiva occupazione del “ Centro” poiché erano i liberali – per ideologia e storia – i soli politici di “ centro” in quanto volevano l’ attuazione di una società “ libera” ma “ giusta” separando il “ liberismo” dal “ liberalismo” oggetto di una storica polemica tra Benedetto Croce e Luigi Einaudi. Il liberalismo non cercava alleanze con la “ destra” di Michelini o di Almirante ma si poneva al “ centro” con l’ ambizione di portare al “ centro” i socialisti dividendoli dai comunisti. I “ popolari” stavano nella Democrazia Cristiana di De Gasperi che era il “ partito di Centro che guardava a Sinistra” non a destra.
“ L’ unicità nella storia e nell’ attualità della politica italiana” di Forza Italia che Berlusconi rivendica è quella di aver “ sdoganato” il MSI-DN e la Lega Nord contro una sinistra indistintamente presentata come “ comunista” – proprio quando il comunismo negli anni ‘ 90 del ‘ 900 entrava in crisi con la caduta del Muro di Berlino e la dissoluzione dell’ URSS come sistema politico ed economico - seguendo il flusso della moda storicistica del tempo con un drastico ritorno al “ liberismo” della scuola di Milton Friedman – “ tutto Mercato e niente Stato “ - rappresentato in Italia da Antonio Martino che fu il costruttore della “ teoria economica” di Forza Italia. Non so, da ammiratore di Giovanni Malagodi, se questo “ centrodestra” sarebbe stato voluto da Malagodi e se Malagodi si fosse trovato a proprio agio tra i post-fascisti ed i nuovi sovranisti o sostenitori dello “ stato federale italiano” e cioè dei demolitori della “ unicità ed indivisibilità della Repubblica” nata dalla Resistenza.
C’è un altro “ liberale” nei miei ricordi. Ed è la figura del prof. Edoardo Malagoli ( 1923-2001) di cui abbiamo goduto per circa 30 anni e fino alla morte la lezione di vita qui nell’ isola d’ Ischia. Quelle sue formidabili lezioni di storia – da allievo di Benedetto Croce – al liceo classico di Ischia e le sue conferenze presso le sezioni del PLI e del PSI dove diffondeva l’ idea di Libertà e di Laicità. Quei suoi articoli – così rari e chiari - che mandava alla piccola stampa locale “ minore solo per area diffusionale ma non per qualità” rispetto alla stampa nazionale e comprava il “ Corriere della Sera” ogni giorno ed “ Il Mondo” ogni settimana. Fra i miei ricordi di cronista più belli c’è quella intervista del 1987 contenuta nel mio libro libro “ Tempi d’ Ischia” ( 1988) dove esprime tutto se stesso e si dichiara “ pervicacemente un umanista che è culto dell’ uomo nella sua dignità, culto dell’ uomo soprattutto nella conquista della libertà che non è mai libertà da costrizioni es
terne ma è libertà per qualche cosa, per l’ affermazione al bello e soprattutto del proprio rispetto per l’ eterno valore dell’ onestà”. Da questa libertà “ positiva e non negativa” nasce la “ democrazia” che non è tale se non è “ aristocrazia” s’intende aristocrazia dello spirito”.
Ne ricavavo che Liberalismo e Democrazia sono inseparabili e non compatibili con il fascismo, il postfascismo,il sovranismo, l’autocrazia e che l’ obiettivo della Politica è estendere le frontiere della sovranità popolare nella giustizia sociale proprio con una “ elevazione sociale” che il prof. Malagoli chiamava “ la Cultura”.
A me pare quindi necessario che se esistono “ migliaia di militanti” di Forza Italia – ma non ne vedo in giro anzi fra le 7 liste del Comune di Ischia che sostengono il candidato sindaco Enzo Ferrandino con oltre 250 candidati non vedo nessuno che rivendichi con orgoglio una appartenenza politica al Liberalismo o al Socialismo - come dice Berlusconi è arrivato il tempo del chiarimento sul termine “ liberale” perché non si può né si deve abusare di quel termine e credo che la questione aperta da esponenti di Forza Italia come Mariastella Gelmini , Renato Brunetta, Mara Carfagna sulla compatibilità di un “ movimento liberale” con un “ movimento di reazione sovranista” sia non un “ pettegolezzo o maldicenza” ma rappresenti una svolta epocale necessaria non solo per alcuni ma per tutti gli italiani e gli europei. I Liberali – quelli di Malagodi e quelli di Malagoli - sono il Centro di una Politica che si unisce ad una Sinistra veramente Socialista, Europeista,Pacifista, e sono il fulcro di un “ campo largo” che qualcuno nel Partito Democratico o altrove auspica. Credo che la crisi economica e politica imponga sul piano nazionale e locale di porre fine alla “ lunga transizione” avviata nel 1992 dopo “ tangentopoli” con la fine della “ prima Repubblica” e la nascita de facto della “ Seconda”. Sul piano locale dell’ isola d’ Ischia ci è imposta dagli eventi una “ azione politica unitaria e comprensoriale” affrontando il tema scottante della Ricostruzione di Casamicciola e Lacco Ameno dopo il terremoto del 21 agosto 2017 e lo possiamo fare con le nuove politiche per il Mezzogiorno.
Riscoprire l’ autentico valore, la vera forza del Liberalismo e metterlo insieme con il riformismo socialista, mi pare all’ ordine del giorno – sul piano europeo, nazionale e locale - per arrestare il declino civile del mondo. Un ripristino dell’ora esatta nell’ orologio della Storia.
Casamicciola, 1 giugno 2022