Ho sostenuto con profonda convinzione il progetto del Comune Unico dell’isola d’Ischia. Da anni. Fin dal 1979 con quell’indimenticabile convegno con Marcello Vittorini organizzato dal PSI al Regina Palace di Ischia insieme a Franco Borgogna – che partecipò direttamente alla mia inchiesta sul “Roma”al quale collaboravo – ed ad Antonino Italiano. Ci rendemmo conto, fin da allora, che lo sviluppo economico galoppante dell’intera isola d’Ischia in tempo di espansione, che si manifestava immediatamente con il “sacco dell’edilizia abusiva”, richiedeva una “semplificazione amministrativa”. Fra le nostre amarezze e le nostre delusioni della generazione sessantottina ci dobbiamo portare per sempre quelle di aver abbandonato il metodo della politica con passione e coraggio per modificare la realtà, per attuare il sogno della Pianificazione Territoriale e della Programmazione Economica. Il vero “cambiamento genetico”dei socialisti – democratici o liberali come eravamo e siamo – nei terribili anni ‘80 in cui il PSI divenne un partito di “nani e ballerine”come lo definì Rino Formica avvenne proprio sul terreno della Programmazione che fu sostituita dalla “conversione” effettiva al “turbo capitalismo”che nasceva nella fase di espansione con la “Milano da bere”. Ma i nodi del capitalismo restavano sul tappeto. Chi ha studiato Joseph A. Schumpeter (1883-1950) lo capisce.
Ma questi sono rimpianti per un uomo che “ha più scia di poppa che acqua di prua”, come diceva l’indimenticabile ammiraglio Natale Proto, nella sua navigazione della vita.
Se controlliamo questi rimpianti e queste delusioni, se diventiamo realisti più del Re, se riusciamo a farci una siringa di entusiasmo per fare la nostra parte sui “problema della crescita economica”che viene richiamata dal nostro primo ministro Mario Monti, tecnico prestato alla politica in questa fase di decadenza e di recessione economica terribile, nel nostro sistema locale di sviluppo dell’isola d’Ischia guardando al futuro dei nostri figli ormai grandi e dei nostri nipoti ancora troppo piccoli, dobbiamo richiamare tutti gli uomini e le donne “della Responsabilità”a “riformare se stessi”, come ci ammoniva il prof. Edoardo Malagoli, per progettare e realizzare uno sviluppo sostenibile in grado di rilanciare il nostro sistema economico e sociale al fine di evitare lo “spopolamento dei cervelli e delle professionalità”che già sta avvenendo. Ormai i padri e le madri che hanno fatto anni ed anni di sacrifici per dare una laurea ed un’alta professionalità ai loro figli cominciano a guardare oltre il mare che ci separa dal Continente. Mandano i loro figli a Roma, a Milano o addirittura a Londra o a Parigi affinchè trovino un lavoro dignitoso non potendolo conseguire qui. Così diventiamo un’isola di “immigrati”per le basse professionalità (badanti, lavapiatti, zappatori,operai comuni etc.) e di “emigranti”per le medie ed alte professionalità dei nostri figli con lauree e master che anche oltre il mare non trovano per la recessione un lavoro dignitoso. La recessione è mondiale poiché questa è la seconda globalizzazione della Storia.
Su questi argomenti c’è poco spazio per la demagogia , per il trasformismo, per l’affarismo. Non abbiamo intenzione di ricominciare una carriera politica – e con questo clima decadente! - a sessanta anni ma sono proprio i tempi bui che ci impongono la Politica come un dovere.
Così un Movimento di Riscossa Civile per Casamicciola nasce per affrontare con realismo la situazione drammatica di un Comune dell’isola d’Ischia non solo come ente locale ma come micro sistema economico e sociale e la sottopone alla pubblica opinione non solo della cittadina ma dell’intera isola d’Ischia perché proprio la vicenda di Casamicciola ripropone, oggi più di ieri, la necessità di una sola Autorità di Governo Democratico dell’intera isola d’Ischia. I dati economici sullo sviluppo – alcuni ho cercato di darli con il mio libro sulle “Luci e ombre”– vengono messi in secondo piano nella facile polemica della stampa nazionale – “il Corriere della Sera”e “La Repubblica”– rispetto alla speculazione edilizia come se gli ischitani ,che sono 65mila, non avessero un sistema economico di 3mila imprese con 13mila iscritti al Centro per l’Impiego e 9500 pratiche di indennità di disoccupazione licenziate ogni anno dall’INPS e cioè più dell’intera provincia di Benevento o Salerno addirittura; come se questi 65 mila ischitani vivessero al tempo di internet del lavoro nei campi o dalle rimesse degli emigranti che arrivavano nelle lettere dei nostri parenti degli Stati Uniti d’America con i 10 dollari dentro e con i “pacchi”dei vestiti fuoriuso”.
Ma nessuno si interroga: come un sistema economico”ipermaturo e squilibrato” imperniato sul turismo possa sopravvivere con la “mummificazione”della espansione codificata in un Piano Urbanistico Territoriale “ministeriale”del 1995 che vieta ogni modifica del territorio ridicolizzando – per definizione – la stessa parola: “Programmazione”?
Ma come è possibile la “crescita”che invoca Monti nel nostro sistema sociale ed economico dove su 46 Kmq. vivono 65 mila persone? Come può affermare l’assessore regionale all’urbanistica, Marcello Taglialatela, che solo nell’aprile 2013 si potrà modificare il Piano Urbanistico Territoriale e cioè quando le Province “consegneranno”il Piano Territoriale di Coordinamento che è uno strumento inutile da parte di un Ente Locale che verrà sciolto? Nel frattempo – dice Taglialatela – i Comuni dovranno fare i Piani Comunali di Recupero. Ormai si è perso il conto della stessa terminologia dei piani e programmi.
Ed allora che fare? Se i Consigli Comunali non sono il Parlamento né il Consiglio Regionale che possono legiferare – e la Regione in materia urbanistica deve “concertare”il nuovo Piano Paesistico con il Governo perché abbiamo il cosiddetto “Codice dei Beni Culturali”– come possono esercitare la cosiddetta “pianificazione attiva” se sono dentro ad una gabbia giuridica?
Ecco allora la pratica del realismo – dove il Sindaco NON è il podestà ma solo il “primo cittadino”- e la proposta della “coesione economica e sociale”dell’isola d’Ischia pur con lo spezzettamento in sei Comuni che ha determinato un “Comune-Città capoluogo”con 5 “periferie”più o meno grandi rispetto al Capoluogo che vivono lo “sviluppo squilibrato”dal punto di vista economico, finanziario, sociale, civile, politico.
Se permane questo Piano Paesistico – almeno per altri 5 anni se va bene ! - si potranno fare solo i Piani di Recupero: Casamicciola ha una superficie coperta di almeno 60mila mc. rappresentati dal complesso Pio Monte della Misericordia, dalle strutture termali dismesse a Piazza dei Bagni ed a La Rita, e quindi Casamicciola ha bisogno di un rilancio urbanistico a servizio non solo di se stessa ma di tutta l’isola d’Ischia. Ecco perché ritengo – senza campanile – che Casamicciola ha bisogno di una rinnovata classe dirigente non solo della politica ma degli alberghi, delle terme, del commercio. Casamicciola non ha più grandi imprenditori locali (faremo un’analisi su questa affermazione partendo dai numeri!) . Le maggiori strutture alberghiere e commerciali sono possedute da forestieri mentre ha il più “puzzolente”mercato comunale “provvisorio”che si sia mai visto in Italia situato proprio fra le rovine della sua Storia!
Il Piano per la Trasformazione Urbana – ai sensi dell’art. 120 del Testo Unico degli Enti Locali – diventa NON solo un Piano di Sviluppo ma un PIANO PER L’ OCCUPAZIONE perché dovrà prevedere 200-300 occupati e dovrà essere attuato con Lacco Ameno e dovrà essere una opportunità per tutto il mondo del lavoro e dell’istruzione dell’isola d’Ischia. L’isola-solidale è questa..
Il Movimento di Riscossa Civile ( “rivolto ad illustrare le virtù che formano il vero cittadino e conquistano o mantengono il buon governo”(Devoto Oli) si propone tutto questo ed i 5 promotori di cui 4 giovani ed un solo vecchio (è un lavoro di gruppo non di una singola persona e vuole anche mettere fine alla personalizzazione della politica!) forse sono sulla strada dell’Utopia.
Gli altri però non hanno che vicoli ciechi. Ma fino a quando il popolo non comincerà ad aprire gli occhi. Poi dopo il buio verrà la luce.
Casamicciola, 9 febbraio 2012-02-09