Lo sviluppo economico dell’isola d’Ischia imperniato sul turismo termale fu disegnato in un convegno nel 1950 svoltosi nel salone centrale del complesso Pio Monte della Misericordia, l’unica struttura dell’isola che poteva allora ospitare un convegno con centinaia di partecipanti. Ecco perché quella struttura imponente realizzata nel 1895 dava lustro ed assegna un ruolo centrale a Casamicciola. Nel 1950 Casamicciola, grazie alla sua tradizione termale, era la prima località dell’isola. Contava almeno 15 alberghi cioè circa la metà di tutta la consistenza alberghiera dell’isola (28 alberghi) ed almeno 17 antichi stabilimenti termali situati a Piazza dei Bagni del Gurgitello e nel Bacino di La Rita oltre al maestoso complesso del Pio Monte della Misericordia. Quel convegno fu organizzato dal Comitato Civico Diocesiano, il Movimento dei cattolici costituito nel 1948 per arginare lo schieramento social comunista. Presidente del Comitato Civico dell’isola d’Ischia era il sindaco di Casamicciola, dottor Raffaele Monti (1911-1985). Traccia di quel convegno è nelle Memorie postume del prof. Vincenzo Mennella (1923-1995), sindaco di Lacco Ameno.
“Il mio rammarico è di non essere in possesso delle risultanze di un importante convegno organizzato dal Comitato Civico presso il Pio Monte della Misericordia a Casamicciola che rappresentò, a mia memoria,un primo passo per una seria programmazione per lo sviluppo dell’isola. Non ho e non so dove cercare il documento approvato in quel convegno ma ricordo bene,per esserne stato l’estensore, che quando il verbale della seduta conclusiva venne letto all’assemblea, dopo l’elencazione puntuale di tutti i problemi da affrontare e risolvere: lavoro, acqua, luce, strade, case,scuole, fogne, trasporti, ci fu chi suggerì di aggiungere, come ultima istanza, buttata lì tra il serio e il provocatorio, la creazione di un ponte che congiungesse l’Isola alla terraferma. Alle giuste rimostranze di tutti i partecipanti, il proponente, persona molto tenace e coerente nel proprio ruolo di amministratore, aggiunse che non c’era poi tanto da ridere su quella idea, anche perché nessuno poteva prevedere cosa sarebbe successo di lì ad alcuni decenni”scrive Vincenzo Mennella (pag.34). Nell’estate del 1995 – pochi mesi prima della sua improvvisa morte – ricevetti una telefonata del prof. Vincenzo Mennella, per il quale avevo una grande stima varie volte dimostrata tanto che nel 1990 volli essere presente a Roma con lui presso il Ministero dei Beni Culturali per la firma del protocollo di intesa per il Museo in Villa Arbusto,con la quale il Professore mi dava notizia che stava scrivendo un libro di memorie e voleva un incontro con me per un giudizio. Dichiarai naturalmente la mia disponibilità e rimasi molto lusingato. Non ci fu tempo. Forse se ci fossimo incontrati avrei chiesto al Professore il nome di quell’”amministratore del ponte”.
Il documento finale di quel convegno è andato perduto ma nel volume di Raffaele Castagna “Isola d’Ischia in tremila voci”(Edizioni La Rassegna d’Ischia - 2005) abbiamo alcuni dati. Si svolse dal 13 al 15 maggio 1950. Il Comitato d’onore era presieduto dall’on. Alcide De Gasperi, Presidente del Consiglio dei Ministri.Il Comitato esecutivo presentava tutti i sindaci dei sei Comuni dell’isola, personalità del mondo civile e imprenditoriale fra le quali il direttore dell’Ufficio del Forestiero di Ischia Porto , comm. Vincenzo Telese, il direttore dell’AVET, avv. Andrea Capezza, il cav. Erasmo Lombardi, presidente della Pro Casamicciola.Colpisce ancora una volta l’importanza di Casamicciola: era l’unica località che avesse una Pro-Loco con un presidente.
Mennella nelle sue memorie di quel primo fondamentale convegno sullo sviluppo non fa alcun accenno né alle leggi di vincolo né al Piano Paesistico Calza-Bini.Se deve dedurre che le due leggi di vincolo del 1939 ed il Piano Paesistico del 1943 furono ritenuti “inapplicati”o “superati”.
C’è un altro convegno turistico che si svolse otto anni dopo, il 28,29 e 30 marzo 1958 organizzato dalla Democrazia Cristiana – alla quale avevano aderito tutti sindaci dell’isola – sempre a Casamicciola nel Pio Monte della Misericordia presieduto dall’avv. Guglielmo Waschimps, Presidente della Provincia di Napoli i cui lavori furono chiusi con un discorso dell’on. Giovanni Leone, Presidente della Camera dei Deputati (fonte Ischia in tremila voci). Di questo secondo convegno abbiamo, grazie a Raffaele Castagna per il suo lavoro su “Ischia – 1950-1999 cinquanta anni di vita e di storia, il documento finale dove sono formulate 16 richieste al Governo, alla Provincia di Napoli, al Banco di Napoli, all’Ente per la Valorizzazione Isola d’Ischia (EVI), per il potenziamento dello sviluppo economico fra le quali quella di continuare la politica di agevolazioni creditizie per la Legge sul Mezzogiorno per la costruzione di nuovi alberghi non solo di prima categoria ma anche di seconda e terza per un turismo di massa. Non c’è alcuna richiesta di “abolizione”delle leggi di vincolo o del Piano Paesistico Calza - Bini.
Quella lungimirante ad appassionata classe dirigente era tutta tesa allo sviluppo, all’incremento delle strutture ricettive, alla costruzione delle infrastrutture, al potenziamento dei collegamenti, alla costruzione di nuove scuole, che considerò “superata”una concezione “vincolistica”dell’isola.
Ventidue anni dopo quel fondamentale convegno del 1950 l’intera isola d’Ischia aveva raggiunto uno sviluppo eccezionale tanto che la sua “economia turistica”veniva considerata “matura”dal Comitato Regionale della Programmazione Economia , gli organismi creati dal Governo di centro-sinistra per preparare l’istituzione delle Regioni nel 1970. Quello campano era presieduto dal prof. Vittorio Cascetta che poi diventerà anche Presidente della Giunta Regionale negli anni ’70.
Nel 1949 nell’isola d’Ischia si contavano 28 alberghi. Nel 1972 gli alberghi erano 217. La capacità ricettiva alberghiera era di 10.594 posti letto ma risultavano anche oltre 2mila fittacamere con 14.419 che portavano l’intera capacità ricettiva a 25.013 posti letto. Anche la popolazione era cresciuta passando da 31.813 abitanti nel 1951 a 39.126 nel 1971. Nel ventennio ‘50-’70 aumenta in modo straordinario l’offerta formativa dell’istruzione e la popolazione scolastica. Il flusso emigratorio verso le Americhe e l’Australia si arresta. Gli iscritti al collocamento negli anni ‘70 sono circa 6mila. Il boom economico fa di Ischia un’isola felice dalla piena occupazione.
E’stata una crescita, in un ventennio, senza una “pianificazione vincolistica”, con un Piano Paesistico “rimosso”, con una grande opera di costruzione di infrastrutture da parte dello Stato e della Provincia con il sostegno della Cassa per il Mezzogiorno, con agevolazioni creditizie della Legge per il Mezzogiorno per gli albergatori, con il grande impulso dei grandi investimenti di Angelo Rizzoli e del conte Marzotto e soprattutto c’è stata una “omogeneità politica”con sei Comuni tutti retti da uomini della DC e con una “ente di coordinamento”, l’EVI, anch’esso diretto da uomini della DC. Fu una classe dirigente capace ed entusiasta con grande passione civile che seppe coniugare il liberismo con la teoria sociale e con una influenza positiva della Chiesa con Vescovi attenti alla “dottrina sociale”. La rottura del “magnifico giocattolo”fu la legge ponte del 1967 e soprattutto la perdita dell’omogeneità politica con l’arrivo dei socialisti e la distruzione dell’EVI. Non arrivarono mai la Programmazione Economica e la Pianificazione Territoriale.
Casamicciola, 25 febbraio 2011
4 – continua – prossima puntata Gli anni ’80 – 90 ed il sacco di Ischia