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Amato Lamberti, l’ ultimo dei Grandi Presidenti della Provincia di Napoli

Amato Lamberti

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E’ morto a Salerno, dove risiedeva, dopo lunga malattia il sociologo Amato Lamberti. Aveva 69 anni ed è stato assessore comunale di Napoli dal 1993 al 1995 e dal 1995 fino al 2004 è stato Presidente della Provincia di Napoli. Negli anni ‘ 80 aveva fondato l’ Osservatorio contro la Camorra e l’ Illegalità   nella metropoli partenopea. Era   professore ordinario presso la facoltà di sociologia della Federico II di Napoli.

Sono stato per 25 anni – dal 1976 al 2001 – responsabile dell’ ufficio stampa della Provincia di Napoli ed ho lavorato sotto 8 Presidenti e centinaia di assessori. Il ventennio ( 1975-1995) è stato quello forse più intenso sul “riformismo ” negli enti locali. Si discusse sulla “ utilità amministrativa” della Provincia in presenza della Regione istituita nel 1970 e cominciò a prendere sostanza la proposta di una “ abolizione” della Provincia. In effetti, pur prevista dalla Costituzione che divide la Repubblica in Regioni, Province e Comuni, la Provincia non era e non è un Ente Locale a “ competenza generale” come il Comune né un ente di “ legislazione” come la Regione ed allora tutte le parti politiche hanno cercato di disegnare un ruolo per l’ “ ente intermedio” non riuscendo a trovarlo. Quel ventennio contiene una quantità enorme di leggi e leggine – statali e regionali – per attuare un  democratico disegno “ autonomistico”.  Alla metà degli anni ‘ 70  si prospettava un superamento della Provincia con i “  Comprensori” mentre la legge 142/90 di riforma degli enti locali prevedeva per le aree metropolitane del Paese la “ città metropolitana” che avrebbe dovuto prendere il posto sia della Provincia e sia del Comune di Napoli e delle aree limitrofe. Il pesce piccolo avrebbe dovuto  mangiare quello grande. Poi c’è stata la legislazione regionale della Campania con due leggine degli anni ‘ 80 che “ delegavano” funzioni amministrative alla Provincia ma non ne assegnavano né il personale né i fondi.


Lamberti divenne presidente della Provincia nel 1995 nel momento più basso della “ credibilità politica ed istituzionale” dell’ Ente Intermedio. Rilanciare un ruolo “ politico” della Provincia, trovarne uno spazio istituzionale tra il” gigante regionale” e 92 Comuni dell’ area metropolitana, fra i quali il “mega-Comune di Napoli”,  gelosi della loro autonomia, era una impresa titanica.
Lamberti ci provò forte del suo carisma di studioso dei fenomeni sociali ed economici dell’ area napoletana con la competenza del “ grande comunicatore” e dello studioso di scienze sociali.
Quel primo mandato di Lamberti – 1995-1999 – fu pieno di iniziative per ridare alla Provincia un protagonismo nella materia difficile e controversa che era ed è quella della Pianificazione Territoriale e della Programmazione Economica  ed Egli profuse un impegno enorme affinché lo strumento dei Patti Territoriale segnasse la svolta nello “ sviluppo locale” con nuova occupazione e nuovi modelli di crescita economica.

Ma già il secondo mandato – 1999-2004 – fece emergere le resistenze della Regione a delegare i poteri di Pianificazione mentre la partitocrazia, che Lamberti detestava, ricominciò  la risalita dopo il crollo di “ tangentopoli”.La “ Nuova Società Napoletana e Campana” che Lamberti sognava era difficile a realizzarsi. Eppure era necessaria. Ed Egli fu sempre pronto all’ impegno politico.
Lamberti fu  tuttavia sempre un esponente della “ società civile” non del sistema dei partiti della prima e seconda Repubblica.
Così si chiuse la sua stagione politica. Ma egli resta – a mio parere – l’ ultimo fra i Grandi Presidenti della Provincia , che ebbe un ruolo decisivo per la ricostruzione dal 1952 al 1970 con grandi personaggi impegnati nel suo prestigioso  Consiglio Provinciale che si riuniva nella monumentale aula del complesso di Santa Maria La Nova che aveva visto le presenze di  esponenti come  Maurizio Valenzi, Gomez d’ Ayala, Francesco Bonifacio, Guglielmo Waschimps, Antonio Gava ed altri della classe dirigente napoletana.

Aver partecipato con Lui all’ ultimo tentativo di” rinascimento”  dell’ Istituzione-Provincia dopo un dibattito così estenuante ed umiliante sull’ utilità di un terzo livello di potere locale resta nella mia memoria  uno dei ricordi più entusiasmanti insieme alla “ malinconia per un canto inconcluso”  che mi prende nell’ attimo in cui saluto per l’ ultima volta il “ Maestro silenzioso”  da umile allievo.

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