L’ing. Gerardo Mazziotti, una personalità di grande competenza sulla riutilizzazione dell’area ex-industriale di Bagnoli, ha scritto un intervento sul “Roma” nell’edizione di giovedì 27 settembre 2012 con il quale sottolinea la necessità di procedere per il Comune di Napoli allo scioglimento della società di trasformazione urbana “Bagnoli Futura”
dichiarandosi contrario alla proposta del sindaco De Magistris di ricapitalizzare la società e darle una missione più ampia estesa all’intero recupero del patrimonio immobiliare della Città di Napoli. L’argomento di “Bagnoli Futura”, che è sempre una società “partecipata” cioè interamente del Comune di Napoli, è all’esame del Consiglio Comunale di Napoli perché al pari di tutte le società partecipate, su relazione dei revisori dei conti, non può avere nuovi conferimenti di capitale avendo registrato perdite negli ultimi tre esercizi 2008,2009,2010.
Secondo i revisori dei conti del Comune di Napoli se Bagnoli Futura non registra un utile nel bilancio 2011 deve essere sciolta.
L’ing. Mazziotti sostiene che tutte “le società partecipate vanno sciolte… sono le più deleterie invenzioni di questo paese. Al posto delle storiche “municipalizzate” si è pensato di dar vita a “forme più moderne, più efficienti, non burocratiche, capaci di assicurare ai cittadini servizi più soddisfacenti”. In realtà per consentire alla partitocrazia presente nelle amministrazioni locali di distribuire in maniera più ampia e apparentemente legale cariche, incarichi e consulenze”. Anche le Società di Trasformazione Urbana (STU) sono “partecipate” e “gli enti locali corrono il rischio di restare scatole vuote”. “Le partecipate sono diventate dei carrozzoni ed il Comune di Napoli ha dato vita a ventitre società. La STU Bagnoli Futura ha sprecato milioni di euro ed è stata incapace di trasformare Bagnoli”.
I fatti sono purtroppo ostinati – come diceva Lenin – e le affermazioni di Mazziotti sono assolutamente vere e sono estensibili a tutte le “partecipate” (uso le virgolette perché sono società per azioni (SPA) o a responsabilità limitata (SRL) di “diritto privato” ma il capitale sociale è interamente versato dall’Ente Pubblico) realizzate dai Comuni MERIDIONALI..
Ma è anche purtroppo vero che qualsiasi riforma della Pubblica Amministrazione – dallo Stato ai Comuni – tesa ad immettere nella gestione pubblica i criteri di efficienza, efficacia ed economicità” da oltre trent’anni con i tentativi nobili di giuristi come Giannini, Cassese, Bassanini, finisce, nella attuazione pratica, nelle sue ombre ”anziché nelle luci”. Il vecchio proverbio trova conferma: fatta la legge trovato l’inganno.
Se si usa il metodo della cancellazione dobbiamo partire dall’abolizione delle Regioni. Dobbiamo ritornare al vecchio stato centralizzato diviso in soli Province anzi “Deputazioni Provinciali” e Comuni “accorpati” per aree omogenee ed ancora dobbiamo ritornare ai vecchi controlli sugli atti amministrativi dei Comuni delle Prefetture con le Giunte Provinciali Amministrative. Non credo che questo si possa fare.
Le “partecipate” avrebbero dovuto effettuare servizi che prima erano gestiti dai privati che ne ricavavano forti utili. Questi utili avrebbero dovuto essere minori con un risparmio per la collettività e con entrate per il Comune. Se la norma fosse stata applicata nelle “luci” e molti Comuni lo hanno fatto tanto che alcune società sono in attivo e sono quotate perfino in borsa questa sarebbe stata una buona riforma. Così come sarebbe stata una buona riforma il sistema delle “consulenze esterne” cioè conferire ad una professionalità di alto livello compiti che il personale in organico non era in grado di effettuare. Anche in questo caso molti Comuni e Regioni virtuose lo hanno fatto con buon successo.
L’autentica Riforma quindi è quella che nessun legislatore può fare ed è quella delle “COSCIENZE”. Un ritorno all’“etica pubblica”, al “politico galantuomo sia che sia di destra o di sinistra o di centro”, all’“amministratore oculato che dirige l’Ente Pubblico con la diligenza del buon padre di famiglia”.
Anche le Società di Trasformazione Urbana possono essere lo strumento indispensabile per la riqualificazione di immobili dismessi dove non è possibile l’intervento del privato perché c’è una inagibilità giuridica a monte o una prospettiva molto lunga di redditività positiva.
E’chiaro che nel caso di Bagnoli Futura il compito di riqualificare un’area vastissima ex-industriale e di riconvertirla in una nuova economia turistico commerciale era ed è titanico e la prospettiva immediata del risultato positivo di gestione è un vero e proprio miraggio.
Ma la STU applicata correttamente in casi evidenti e circoscritti e dalla possibile buona redditività in tempi medi con la ricerca dei partner finanziari,imprenditori pubblici e privati, con “procedura di evidenza pubblica” anche con una efficace azione di “Marketing Territoriale”, può essere un ottimo strumento di intervento come è stato dimostrato in altre parti d’Italia soprattutto al Centro-Nord (per esempi i casi di Grosseto e Macerata). Lo strumento è stato applicato nelle “luci” non nelle “ombre”.
Poiché per il recupero del complesso del Pio Monte della Misericordia per il quale abbiamo lanciato la campagna dei “Luoghi del cuore” del FAI proponiamo la STU per la “trasformazione urbana” di Casamicciola con il ritorno produttivo di almeno altre 10 strutture termali-ricettive dismesse in Piazza dei Bagni del Gurgitello e nel bacino idro-termale di La Rita per un progetto di fattibilità che abbiamo chiamato “I Percorsi delle Therme” (complessivamente circa 100mila Mc. di superficie coperta da “recuperare” perfettamente compatibile con il Piano Urbanistico Territoriale dell’isola d’Ischia in vigore dal 1995 che,come è noto, non consente nuove costruzioni) con la riqualificazione dei due porti turistici, è fondamentale chiarire che la STU prevista l’art.120 del Testo Unico Enti Locali ha il potere di esproprio delle aree dismesse (al prezzo naturalmente dell’immobile fatiscente non in perfetta agibilità) e questo è un “potente mezzo di intervento”,come definito dall’avv. Renato Perticarari, Presidente dell’Associazione delle Società di Trasformazione Urbana (ASTUR) e bisogna tener conto che queste aree si trovano in questo stato perché c’è una “inagibilità giuridica” a monte che ha impedito al libero mercato dei suoli e degli affari di intervenire o si voleva intervenire solo per “affari impossibili”(il caso del Pio Monte della Misericordia: un “diritto di superficie” per 50 anni al posto della “piena proprietà”)
La corretta applicazione della riforma della Pubblica Amministrazione per ridurre le spese, trasferire nel pubblico l’efficientismo che c’è nel privato,realizzare una economia mista con l’intervento pubblico nei soli casi dove non arriva quello privato, è la sola via realistica per realizzare una economia – mista tesa a guardare anche gli aspetti sociali del profitto nell’ottica della “Programmazione Economica” in luogo del “liberismo selvaggio”.
Questa è la sola strada possibile in tempo di recessione economica e finanziaria e soprattutto in tempo di selvaggia riduzione della spesa pubblica e delle politiche pubbliche per l’economia ed il lavoro.
Nel caso di Casamicciola – che vive come Ente Locale e come Comunità una recessione economica, finanziaria e sociale ancora più forte di altre parti dell’isola d’Ischia perché almeno 6 strutture alberghiere sono in vendita per crisi aziendale e molte attività commerciali ed alberghiere pur produttive sono in crisi di liquidità monetaria mentre in tutta l’isola,secondo una fonte bancaria, sono 98 le strutture alberghiere in sofferenza finanziaria e quindi messe in vendita – la STU potrebbe essere la pietra miliare per la riorganizzazione della macchina comunale con un organico efficiente con CONCORSI PUBBLICI, con una sola, limpida, società di gestione al posto di due (perché due e non una? Perché questo deficit in società al riparo dal rischio di impresa? ) ed ambedue – Amca e Marina di Casamicciola – in crisi aziendale tutta da verificare nei libri contabili. La riorganizzazione dell’Ente Locale è inscindibilmente legata al rilancio produttivo del Paese nella logica unitaria dell’isola d’Ischia. Al di là della “curatela fallimentare” la strada – anche se in salita – è questa.
Si può praticare? È questa la via giusta? Per chi scrive non c’è ne è un’altra che non sia quella verso il baratro. Vi precipiteranno i deboli ed i poveri ed i giovani senza lavoro con diploma, laurea e master; i forti sopravvivranno; i “duri” …cercheranno altri lidi.