L'entrata prima dell'uscita/Ferruccio de bortoli è a mio parere il miglior giornalista economico italiano con una cultura economica conquistata sul campo (Giorgio ruffolo lo chiamerebbe "economista non accademico") alla quale si accoppia una lunga esperienza giornalistica (é stato direttore del corriere della sera in due occasioni e per lungo tempo e quindi rientra a pieno titolo fra i più grandi) ed una esperienza editoriale (presiede la casa editrice longanesi che fu quella di Piero ottone e di altri scrittori di politica e di economia che non raggiungono mai le tirature dei grandi romanzi).
De bortoli è tuttora fra gli editorialista di punta del corriere della sera e credo che nessuno meglio di lui esprima lo spirito e la missione del giornale di Milano in via Solferino e Solferino é anche il nome della casa editrice del corriere. Il corriere della sera è il giornale del "capitalismo illuminato" e dei "poteri forti" ma è anche il giornale dello stile inglese di un giornalismo dove "i fatti sono sacri" mentre "i giudizi sono liberi". De bortoli è un "liberale illuminato" come tale guarda a "sinistra" ma rifugge la demagogia e le fughe in avanti che portano nell'abisso ed i ritorni indietro nella storia d'Italia di Europa e del mondo che porterebbero allo stesso risultato. La lettura degli articoli di De bortoli è - per chi si pone alla ricerca della verità e si sforza di conciliare libertà ed uguaglianza e diritti con doveri - piacevole e formativa. De bortoli cita nei suoi pezzi studi ricerche opinioni altrui per presentare al lettore un quadro il più possibile oggettivo di un fatto. Ha scritto lunedì 29 agosto scorso un ampio articolo sul supplemento "economia" del corsera di due pagine per sostenere che prima di distribuire ricchezza bisogna produrla. Può sembrare una ovvietà ma non lo ho perché tutti i partitini italiani con i loro leader in questa orrenda campagna elettorale propagandano "spesa pubblica" ma nessuno - tranne l'ovvio della lotta all'evasione fiscale - ma pochi o nessuno parla di un aumento dell'entrata pubblica. De bortoli da liberale illuminato naturalmente punta al potenziamento e valorizzazione dell'impresa privata. Sollecita le migliori condizioni per la produzione di ricchezza e si dichiara contro gli sprechi di stato con i soldi pubblici. Osservazioni in buona parte condivisibili perché non solo la nostra italiana ma quella europea e mondiale é una "economia di mercato" con pregi difetti e... Limiti. Appunto "limiti". Un liberale si ferma ai pregi e difetti ma oscura i limiti. Un socialista li vede però e li pone in luce. Le politiche del lavoro soprattutto nel mezzogiorno non possono non essere che "pubbliche". Le politiche di sviluppo nel mezzogiorno non possono che essere essenzialmente "pubbliche". Il 40 per cento dei 201 miliardi di euro del pnrr deve andare al mezzogiorno per sostenere sviluppo ed occupazione con "interventi pubblici". Questo non deve essere trascurato da un analista obiettivo pur dei "poteri forti". Credo quindi che mai come oggi bisogna trovare la sintesi tra imprenditoria privata e imprenditoria pubblica. Tra intervento pubblico e privato. Tra spesa pubblica ed entrata pubblica. Mai come oggi nella storia c è bisogno di uno "stato sociale" che aiuti le imprese ed i lavoratori e che punti all'aumento dell'entrata per aumentare la buona spesa pubblica. Il mezzogiorno da solo non c'è la fa.
G. M.