Sabato 29 Ottobre a Cassinetta di Lugagnano-Milano (primo comune italiano a crescita zero) un gruppo di oltre 500 persone ha sancito la costituzione del Forum Italiano dei Movimenti per la Terra e il Paesaggio e il contemporaneo lancio della campagna nazionale "Salviamo il Paesaggio. Difendiamo i Territori".
Tra gli obiettivi più immediati c’è una Proposta di Legge popolare per arrestare il consumo di suolo e prevede che nuove occupazioni di suolo a fini insediativi e infrastrutturali saranno consentite esclusivamente qualora non sussistano alternative di riuso e riorganizzazione degli insediamenti e delle infrastrutture esistenti.
Con questa legge si vorrebbe rendere obbligatoria - per tutti i Comuni italiani - la moratoria/sospensione temporanea di tutte le nuove edificazioni previste dai Piani Regolatori/Piani di Gestione del Territorio e relative varianti, finché non sarà stato completato un accurato censimento del patrimonio edilizio esistente.Su questo tema converrebbe avviare qui ad Ischia una riflessione, che coinvolga forze politiche e sociali e gli esperti del settore, per analizzare in forma proattiva se la moratoria nelle demolizioni, che è stata più volte proposta anche a livello nazionale, non vada adeguatamente bilanciata con una moratoria nel consumo del suolo.
Lancio questa provocazione perché una delle maggiori obiezioni all’adozione di una moratoria nelle demolizioni si fonda sulla legittima preoccupazione, che la stessa possa costituire un segnale di via libera per nuove speculazioni.
Ora, se una delle condizioni essenziali per l’ottenimento della moratoria nelle demolizioni fosse proprio l’adozione da parte del comune della moratoria nel consumo di suolo, applicata con estremo rigore pena l’immediata cessazione della moratoria nelle demolizioni, si avrebbe probabilmente il tempo necessario per risistemare la legislazione urbanistica, che appare sempre più contradditoria, obsoleta ed inadeguata, costituendo una delle cause all’origine di un abusivismo cosi diffuso.
Già nel recente convegno UNITEL, tenutosi a Lacco Ameno, avevo avuto modo di proporre l’adozione di alcuni principi generali che potrebbero adattarsi al caso isolano. con particolare riferimento ai principi della perequazione urbanistica, della compensazione ed incentivazione, che dovrebbero permettere il superamento di molti limiti e contraddizioni dei tradizionali strumenti di pianificazione territoriale.
Finora, a livello di alcune regioni questi principi sono già operativi (vedi sistema dei crediti edilizi in Veneto L.R. 11/2004, ma anche L.R. Lombardia 12/2005 ), mentre specifiche proposte di legge sono già state presentate in Parlamento.
In estrema sintesi per l'isola d'Ischia sarebbe necessario definire un piano di riqualificazione territoriale, che, partendo da un dettagliato censimento dell'esistente, individui una serie di interventi di riqualificazione sostenibili sia in termini urbanistici che paesaggistici, a partire dagli interventi più urgenti in materia di strade, parcheggi, edilizia pubblica, parchi e verde pubblico, aree di trasferimento e pre-trattamento RSU etc..
Ai cittadini, che hanno commesso degli abusi edilizi, potrebbe essere concessa, caso per caso, la possibilità di sanarli, tranne casi di particolare gravità ed estensione, con l'acquisizione di crediti edilizi ottenibili attraverso l'applicazione dei principi della perequazione, compensazione ed incentivazione, adattandoli alla specificità dell'isola.
I crediti edilizi sarebbero commerciabili (istituendo un apposito registro comunale) ed acquisibili (anche da terzi), ad esempio, vincolando a verde un'area di proprietà, cedendo al comune edifici e/o aree destinate agli interventi di riqualificazione di cui sopra, realizzando direttamente gli interventi di interesse pubblico o generale, mediante accreditamento o stipulazione di convenzione con il comune (L.R. Lombardia N° 12/2005), realizzando opere di rimboschimento e protezione del territorio, demolendo o risanando o riqualificando edifici fatiscenti e/o pericolosi e/o architettonicamente disarmonici, effettuando interventi per il risparmio energetico etc..
Ovviamente sarebbero necessarie delle nuove leggi sia a livello nazionale che regionale e le due moratorie dovrebbero offrire la possibilità di disporre del tempo necessario, senza che nel frattempo siano realizzati interventi di carattere irreversibile.
Mi preme sottolineare comunque la profonda differenza metodologica di questo approccio rispetto ad una ipotesi di condono edilizio tombale, perché con questo approccio si doterebbero finalmente i comuni degli strumenti e delle risorse per riqualificare il proprio territorio, dotandolo al contempo di nuove ed indispensabili infrastrutture.
La demolizione delle case abusive ci restituirebbe un territorio terremotato, un condono edilizio tombale un territorio squilibrato, perché congestionato e con infrastrutture inadeguate.
Le due moratorie ed nuovo approccio, basato sul sistema dei crediti edilizi e sui principi summenzionati, offrirebbero l'occasione per un nuovo patto tra i cittadini ed i comuni, fondato su un giusto equilibrio tra le esigenze della collettività e quelle dei privati cittadini.
Angelo D’Abundo
Progetto Ischia
Coordinatore Area Energia, Ambiente e Territorio