Ischia News ed Eventi - Salvataggio di un assolo ferito grazie a volontari Enpa

Salvataggio di un assolo ferito grazie a volontari Enpa

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Martedi 22 aprile, giungeva una segnalazione di un Assolo ferito in una proprietà privata ai piedi della collina dello Schiappone. Tempestivamente sul posto sono giunte le guardie zoofile della Kronos N.O.A., dopo un accurata analisi resisi conto che l’animale presentava una frattura all’ala destra lo hanno consegnato ai volontari Enpa ischitani, che hanno subito provveduto al trasporto presso l’ospedale Frullone di Napoli.

Al momento non è chiaro come l’uccello possa essersi ferito. In Europa, l’Assiolo è lungo appena 18-21 centimetri. Uno dei tratti distintivi sono i cornetti: se ripiegati, fanno sembrare lo Strigiforme piccolo, tarchiato e con la testa grande, rendendolo simile a una civetta; con le orecchie pelose pienamente rialzate, sembra invece magro, con la testa minuta, e più slanciato di quello che è in realtà.

Dal portamento elegante, la specie sfoggia una livrea finemente vermicolata e macchiettata, color corteccia, che va dal grigio al marrone-castagna sotto le ali, con diverse chiazze bianche evidenti sul dorso. Gli occhi presentano un’iride color arancione tendente al giallo.

Di giorno, l’Assiolo si rifugia su grandi alberi. Mentre la notte va a caccia, cibandosi soprattutto di insetti: cicale, cavallette e maggiolini sono fra le sue prede prevalenti, ma si nutre anche di lombrichi, rospi, topi o altri piccoli mammiferi.

L’Assiolo predilige ambienti aperti, anche aridi, anche nelle vicinanze di case, cimiteri, talvolta parcheggi. Non occupa, al contrario, foreste chiuse. È una specie tipica di pianura e collina, nidificante molto localizzata a quote generalmente inferiori ai 500 metri sui versanti asciutti e soleggiati.

In base alla legge 157/1992, la fauna selvatica è patrimonio indisponibile dello Stato ed è tutelata nell'interesse della comunità nazionale ed internazionale. I volontari Enpa ringraziano la signora che lo ha segnalato permettendo così di salvargli la vita.

Di Dora Mesolella