Pubblicato il provvedimento della Giunta regionale che individua le aree idonee alla balneazione per l’inizio della possima stagione balneare. Sul Burc n. 10 del primo febbraio sono disponibili l’elenco, e la cartografia, dei tratti di costa che i Comuni dovranno vietare ai bagnanti. L'elenco è il risultato del monitoraggio Arpac condotto durante la scorsa stagione balneare. Due i tipi di siti interdetti: le aree off-limits per inquinamento, in Campania, messe insieme totalizzano più di 82 chilometri (dato sostanzialmente stazionario rispetto all’anno scorso); poi ci sono le aree decretate “non idonee” ai bagnanti per motivi diversi dall’inquinamento, in genere occupate da porti e strutture militari.
I tratti non idonei per inquinamento, a loro volta, si divono in due categorie: ci sono le aree “storicamente” non idonee (articolo 7 del dpr 470/82), e le aree temporaneamente non idonee (articolo 6). I siti costieri possono essere inseriti nell’una o nell’altra categoria, a seconda dei valori riscontrati dalle analisi, soprattutto in base alla frequenza e alla persistenza dei risultati sfavorevoli. Tra i tratti di costa temporaneamente non idonei, quest’anno sono inclusi piccoli tratti della costiera sorrentina, e un breve tratto di lungomare della città di Napoli, a Santa Lucia. Questi tratti potranno essere riammessi alla balneazione se, a partire da aprile, quando riprenderà il monitoraggio Arpac, le nuove analisi riscontreranno risultati favorevoli. Notizie positive da Ischia, dove le località Spiaggia degli inglesi e Spiaggia San Pietro, temporaneamente dichiarate non idonee l’anno scorso, vengono di nuovo incluse tra i tratti di costa idonei alla balneazione, unico neo per l'isola è il litorale della Fundera, ancora interdetto alla balneazione.
Tra i tratti di costa storicamente interdetti per inquinamento, sono confermate ampie porzioni del litorale domizio e del litorale vesuviano. Questi tratti tradizionalmente inquinati, secondo la normativa nazionale, possono essere dichiarati nuovamente idonei solo se le analisi evidenziano risultati favorevoli, e se allo stesso tempo gli enti competenti adottano misure di risanamento volte a rimuovere le cause dell’inquinamento. È quello che è successo a Cellole, in provincia di Caserta, dove vengono “riabilitati” due tratti di costa a Baia Domizia. Qui, prende atto l’esecutivo regionale, è stato realizzato un nuovo collettore fognario, è stato ampliato un impianto di depurazione, sono stati completati due sistemi fognari comunali, e sono stati puliti i canali gestiti dal consorzio di bonifica.
Come è noto, è Arpac a effettuare il monitoraggio delle acque destinate alla balneazione: per effettuare i prelievi, l’agenzia dispone di una flotta di sette imbarcazioni, tra cui il battello oceanografico Helios. I campioni prelevati vengono poi analizzati nei laboratori dell’agenzia. Con 367 punti di campionamento dispiegati lungo quasi 500 chilometri di costa, più di 4mila campionamenti all’anno per i 60 comuni costieri della regione, e un totale di oltre 30mila determinazioni analitiche all’anno, la Campania è una delle regioni più controllate in Italia per l’idoneità alla balneazione.