Domenica 5 e lunedì 6 giugno tutti gli ischitani alle urne per il referendum consultivo sulla possibilità di unificare le sei municipalità isolane in un comune unico.
Dico tutti gli ischitani! Perché tutti devono andare votare per non far mancare il quorum del 50% + 1 degli aventi diritto perché la consultazione referendaria sia valida. E' un'occasione importante per la nostra isola! Al di là delle dispute di campanile che sono il sale di quel confronto costruttivo per dare ai nostri giovani un futuro possibile! E' innegabile che da anni Ischia stia attraversando un'impasse preoccupante! In quanto, sull'isola, non riesce più a decollare una sana politica turistica che, nel pieno rispetto dell'ambiente, valorizzi e preservi lo scrigno di quei tesori ancora incontaminati che, negli anni, ha sempre attratto milioni di turisti.
L'equazione è elementare: un ambiente sano ed incontaminato è l'unico attrattore possibile per un'isola che vive di turismo! Una ricchezza per i suoi abitanti, che non deve più essere dissipata dalla politica dell'orticello che fa il bene di pochi e non dell'intera comunità. Se uno dei comuni dell'isola è sporco, è sporca tutta l'isola! Basterebbe solo questa semplice considerazione per unificare le responsabilità delle sei municipalità in un comune unico dove chi avrà il mandato dai cittadini di tutta la comunità isolana, da una parte farà rispettare le regole e dall'altra sarà pronto a pagare in prima persona, se sbaglia!
Non perdiamoci più nei mille rivoli della politica chiacchierata! Diamo una volta per sempre il ben servito ai rubagalline che abbondano sullo scoglio di Tifeo! Cancelliamo i sindaci ostaggio di piccole comunità, in cui vige ancora la legge di quelle lobbyes familistiche, che da sempre hanno condizionato l'amministrazione pubblica che avrebbe dovuto essere al servizio di tutti i cittadini! L'isola oggi conta circa 65.000 abitanti, come comune unico, in Campania, assurgerebbe subito al ruolo di grande città, collocandosi subito dopo Caserta e immediatamente prima di Benevento ed Avellino, città capoluoghi di provincia!
Dire si al comune unico, vorrebbe dire ricominciare ad essere parte attiva e viva di quella politica che risolve i problemi della gente! Sarebbe una grande rivoluzione che, liberandosi dai vincoli della vecchia politica imposta dall'alto, si riappropria di quegli spazi che il nostro dettato costituzionale da sempre affida ai cittadini, come espressione autentica di democrazia diretta. La non razionalizzazione della raccolta dei rifiuti, per esempio, va affrontata con un organizzazione univoca su tutta l'isola, prima di tutto con la riduzione dei rifiuti. Abbiamo più volte, invano, invitato i sindaci ad eliminare gradualmente la plastica dall'isola. Non più sacchetti di plastica, non più contenitori in plastica per detersivi, bibite ed altro, non più imballaggi. Una scelta ecosostenibile che farebbe per una volta parlare di Ischia in modo estremamente positivo anche da un punto di vista mediatico: Ischia diventerebbe l'isola no-plastic! Che con una differenziata da record ed con un impianto di compostaggio chiuderebbe il ciclo virtuoso dei rifiuti.
Tutto questo i cittadini che diranno si al Comune unico avranno il diritto-dovere di pretenderlo da chi sarà un domani chiamato a rappresentarli! Ma i problemi che affliggono l'isola sono tanti! Il traffico, che va regolamentato in maniera univoca su tutto il territorio! L'atavica mancanza di depuratori, che rischia di far diventare il Regno di Nettuno, l'area marina protetta di Ischia e Procida, la pattumiera del Mediterraneo! Il continuo sperpero di soldi pubblici, circa 2 milioni di euro all'anno, per mantenere lo status quo delle attuali poltrone amministrative che oggi ammontano a 50 per i sindaci e gli assessori e a 100 per i consiglieri comunali! La leggerezza con la quale le attuali sei amministrazioni isolane spendono i soldi dei cittadini in feste e festicciole, spesso in concorrenza tra loro per puerili dispute di campanile, invece di pianificarne la programmazione in date diverse!
Una riforma, quella del ritorno al comune unico, che certamente non è la panacea di tutti i mali, ma rappresenterebbe un primo passo verso la risoluzione dei problemi dell'isola. E a chi è contrario – sono tanti gli amici che stimo che la pensano in modo diverso – vorrei rispondere che, nell'attuale momento politico italiano, in cui le spinte sono sempre più spesso spiccatamente scissionistiche, l'istituzione del comune unico sarebbe la prima e grande riforma che unisce, una comunità, quella ischitana, soprattutto per il suo benessere!
Il comune unico non è un falso problema! Non è una scorciatoia per affrontare la gestione unificata dei servizi, che ha nell'incapacità amministrativa di alcuni comuni il vero problema! Non è un'operazione priva di valori, che non tiene conto della storia, delle tradizioni, delle identità e dei differenti dialetti delle tante contrade isolane. E' l'unica strada da intraprendere per non dilapidare l'eredità dei nostri padri e per offrire un futuro possibile ai nostri figli!