E’ morto domenica 28 giugno 2015 a Napoli a 91 anni l’ ex deputato socialista Antonio Caldoro, padre dell’ ex-presidente della giunta regionale della Campania, Stefano.
E’ stato deputato del PSI al Parlamento italiano dal 1968 al 1984. Molinaso, era giunto a Napoli dopo la maturità scientifica come dipendente delle Ferrovie dello Stato negli anni ‘ 40. Fu sindacalista e segretario provinciale del PSI. Militò sempre nella corrente “ autonomistica” e non fu mai “ filocomunista”.
Per sua volontà ha voluto funerali privati ed ha voluto essere sepolto nel cimitero di Panza nell’ isola d’ Ischia avendo fatto di Sant’Angelo, dove possedeva una casa, il suo rifugio da anni.
Era cittadino onorario di Serrara-Fontana.
Era il mese di giugno del 1970. 45 anni fa. Piazza Marina a Casamicciola. Ultimo giorno della campagna elettorale per le elezioni amministrative. Due liste in campo: la Democrazia Cristiana che aveva come capolista il sindaco uscente Antonio Castagna che dopo 18 anni di sindaco-podestà ed a 56 anni si candidava anche alla Provincia di Napoli nel collegio Ischia-Procida per lo scudo crociata. Al numero due la DC presentava il dottor Nicolino Barbieri che in caso di vittoria sarebbe stato il nuovo sindaco. Candidato anche nella DC il dottor Raffaele Monti, eterno segretario della sezione DC ed eminenza grigia. La lista della DC era forte e rappresentava tutti gli strati sociali ed economici ed era fortemente rinnovata. L’ altra lista in campo era la “ Concentrazione Democratica Virtus” che era una coalizione di tutti i partiti contro la DC. Capolista Giuseppe Iacono, socialista, 47 anni, operatore termale, che si candidava anche alla Provincia per il PSI e nella lista molti giovani indipendenti come Sanny Iacono e Vincenzo Monti ed il comnista dottor Filippo Maresca che sei anni prima nel 1964 aveva perso le elezioni per pochi voti con la lista civica.
Nel sorteggio davanti al Commissario di P.S. per l’ ultima mezzora di quel venerdì di giugno in cui si concludeva la più accesa campagna elettorale mai vista a Casamicciola la buona sorte tocco alla Concentrazione Democratica. Ma il sindaco uscente chiese ed ottenne che gli ultimi 5 minuti prima della mezzanotte gli fossero concessi per un saluto alla cittadinanza.
Erano tempi difficili per la democrazia politica. La DC imperava ovunque con il suo sistema di potere sotto il manto protettivo della Chiesa. Era audace definirsi “ laici” e se osavi ribellarti al sistema imperante venivi additato come “ eretico”. Ma si avvertiva nella popolazione una esigenza di “ liberazione”, di conquista di una libertà di espressione o di opinione . Soprattutto i giovani ed i giovanissimi avvertivano questa esigenza anche perché la scolarizzazione cominciava ad estendersi a sempre maggiori strati della società popolare. La grandissima parte della gioventù – ragazzi e ragazzini – sostenevano la “ Concentrazione Democratica” anche se non avevano una identità politica marcata. Il PSI presente a Casamicciola dopo la campagna del 1964 era il “ faro di libertà”, il punto di aggregazione con la sezione “ Vittoria Nenni” di tutti gli avversari della DC.
Poiché la campagna elettorale era infuocata – non solo a Casamicciola ma anche a Barano, ad Ischia Città, a Serrara-Fontana – i dirigenti della Concentrazione decisero che bisognava chiudere la campagna elettorale con una prova di forza, di sicurezza, di consapevolezza di un mutamento dei tempi. Bisognava dare “ sicurezza “ ed un “ senso di protezione” ad un elettorato che aveva ancora timore dei vecchi notabili della DC.
Così fu chiesto ad un deputato socialista che aveva fin dagli anni ‘ 60 seguito tutte le vicende della nascita e dell’ affermazione del PSI nell’ isola d’ Ischia come forza di alternativa di metodo e di costume alla DC di chiudere la campagna elettorale per conto della Concentrazione.
Il deputato si chiamava Antonio Caldoro. Era membro della Direzione Nazionale del PSI della corrente “ autonomistica” ed il meno filocomunista di tutto il partito.
Caldoro fece un discorso di circa 20 minuti in cui accusò la DC di tracotanza e di prepotenza e pronunciò per una decina di volte la parola “ vergogna”.
I cinque minuti per il saluto di Castagna furono drammatici per un gesto di un sostenitore dal balcone e per poco non succedeva una gigantesca rissa in piazza Marina con circa500 cittaddini.
Antonio Caldoro, deputato al Parlamento, svolse un ruolo decisivo per calmare gli animi.
Con quel discorso questo sindacalista molisano trapiantato a Napoli e capo stazione alla Ferrovia entrò nel cuore dei socialisti di Casamicciola e vi restò per anni. Questa è “ storia minima” o “ storia orale” o ancor meglio frammento dalla memoria mia di un ragazzo di 21 anni che non potette votare perché gli mancavano alcuni giorni alla maggiore età. Ma quel discorso, quella capacità di fare sentire protagonisti coraggiosi di un avvenire migliore per la propria comunità una massa di giovani di un popolo impaurito, resta ancora nella memoria di qualche vecchio socialista – come Nicola Pisani - che come tutti noi si sarebbe aspettato dalla Storia un ruolo migliore del PSI a Casamicciola, nell’ isola d’ Ischia ed in Italia.
Antonio “ Tonino” Caldoro era un Compagno che da allora restò legato all’ isola d’ Ischia. Scelse Sant’Angelo come suo rifugio. Fu deputato fino al 1984. Fu sempre autonomista e sostenitore di un socialismo diverso ed autonomo dal PCI e rimproverò sempre ai comunisti di non aver voluto veramente una” alternativa democratica” alla DC. Quando il PSI si sciolse sotto i colpi di “ tangentopoli” non aderì alla nuova sinistra della seconda Repubblica ma preferì la destra di Berlusconi con il figlio Stefano che ne ereditava il testimone perché accusava “ i comunisti di aver distrutto i socialisti”. Discutibile presa di posizione forse eretica per un uomo che aveva sempre militato a sinistra ma aveva le sue ragioni che non erano campate in aria.
A 90 anni lo abbiamo festeggiato nello scorso dicembre sul Municipio di Serrara-Fontana di cui era cittadino onorario per iniziativa di Franco Iacono. Era lucidissimo e lanciò l’ augurio che “ finalmente dopo questa disastrosa diaspora i socialisti potranno ritrovare una sola casa perché non c’è via diversa del socialismo democratico per una società più giusta e più umana”.
Ha voluto funerali privati con pochi amici e compagni e con i suoi affetti più cari.
Ha voluto essere sepolto nel piccolo cimitero di Panza forse per sentire per sempre il suono ed il profumo del mare e lasciarci la testimonianza di un impegno, di un sogno.
Casamicciola, 12 luglio 2015-07-11
P.S. Compagno è “ l’ appellativo con cui si chiamano fra loro i seguaci dei partiti di ispirazione comunista, socialista e radicale” ( Garzanti) ma anche gli appartenenti al Partito d’ Azione di ispirazione liberalsocialista si chiamavano “ compagni”. Il poeta francese Paul Eluard in una poesia dedicata al martire della Resistenza francese Gabriel Péri lo rende estremamente romantico in un contesto toccante: “ Ci sono parole che fanno vivere e sono parole semplici. La parola calore e la parola fiducia. Amore, giustizia e la parola libertà. La parola ragazzo e la parola gentilezza. E certi nomi di fiori e certi nomi di frutti. La parola coraggio e la parola scoprire. E la parola fratello e la parola compagno…”.
Compagno è l’ appellativo più vero e bello che si può dare ad un Socialista.
g.m.