Ischia News ed Eventi - No all’ uomo della provvidenza

No all’ uomo della provvidenza

Antonio Bassolino

Politica
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Le Circostanze si muovono in un modo meraviglioso dice William Faulkner nella “ Paga del soldato”. E’ la prima osservazione che mi è venuta alla mente leggendo l’ intervento di Gino Barbieri, apparso su Il Dispari di martedì 20 ottobre 2015 in risposta alla mia dichiarazione di voto a favore del ritorno di Antonio Bassolino a sindaco di Napoli, con il quale Gino – che è un polemista acuto e con il quale ho avuto incontri e scontri per 50 anni perché c’era sostanza per gli uni e per gli altri – consiglia a Bassolino di “ appendere le scarpe al chiodo” e di ritirarsi definitivamente dalla scena politica.

Le Circostanze hanno voluto che nella stessa giornata sull’ altro giornale che compro – La Repubblica – apparissero due interventi che ritengo di enorme importanza per questa polemica che non è tra me e Gino ma dovrebbe interessare un mondo vasto di chi ama la politica e la partecipazione alla vita pubblica, due cose che stanno in drammatica crisi oggi ovunque in Italia.

Infatti ritengo che non rubiamo spazio alla stampa locale se discutiamo di quello che accade oltre il mare nella nostra Capitale, Napoli, alla quale siamo inscindibilmente legati come isolani. Il Sindaco di Napoli – allo stato delle leggi vigenti - sarà anche il sindaco della “ Città Metropolitana di Napoli”, l’ ente locale che ha preso il posto della Provincia di Napoli della quale fanno parte 92 Comuni, e quest’ ente – fantasma fino ad oggi in virtù di una risibile leggina Del Rio del 2014 che “ annuncia” una ulteriore riforma della riforma degli enti locali avrà poteri notevoli sull’ assetto e la gestione di un territorio dove vive oltre la metà dell’ intera popolazione della Campania.

Una classe dirigente ,che pure dovrebbe avere un’isola così importante economicamente e socialmente, costituita da sei sindaci ed un centinaio di consiglieri dei sei Comuni non dovrebbe estraniarsi da un simile dibattito e così non dovrebbe estraniarsi una cosiddetta “ società civile” costituita da almeno 140 associazioni culturali, imprenditoriali,sindacali etc.

Dovrebbero partecipare al dibattito un’enormità di soggetti interessati – e non solo su questo argomento – perché la politica se non la fai la subisci. Ed Ischia e la sua popolazione paga per questo abbandono della partecipazione civile.

Su “ La Repubblica” di martedì 20 ottobre è apparsa una lunga intervista ad Antonio Sassolino del giornalista Dario Del Porto dove l’ ex-sindaco e l’ ex-presidente si confessa e dichiara che non è “ più quello del 1993. Ora non devo più fare carriera, sarei matto a tornare a 20 anni fa. Se dovessi candidarmi, la sfida avrebbe senso solo per spingere i giovani in politica”. E’ talmente sincero che si domanda se ha energie psico-fisiche – ha 68 anni - e crede di sì anche se ammette che non sono più quelle del 1993. Sostiene che il nome del candidato sindaco deve essere scelto dalle primarie perché è un vecchio uomo di partito e non crede alle imposizioni dall’ alto. Il consenso lui lo vuole dalla gente che “ milita” e che ha il coraggio di una scelta. In assenza di partiti organizzati e partecipativi le primarie – anche se strumento discutibile – rappresentano oggi l’ unica via per incentivare la partecipazione politica.

E’ una bella intervista che consiglio di leggerla e di sottolinearla perché Bassolino viene sollecitato a candidarsi ma non si è auto-candidato e si riserva di rispondere – se ci sarà – in campagna elettorale alle critiche che gli saranno rivolte soprattutto per la gestione del ciclo dei rifiuti per la quale ha subito processi giudiziari.

Ho affermato e riconfermo che preferisco l’ usato sicuro al bidone nuovo. E’ ovvio che un uomo che è stato per 9 anni sindaco di Napoli e per 10 anni presidente della Campania non può essere – almeno di una santità cattolica post-mortem che fra l’ altro gli è estranea - esente da errori e manchevolezze. Sandro Pertini diceva che chi cammina talvolta cade e solo chi sta fermo è al sicuro ma non vede nulla e vive per niente.

Ho vissuto a Napoli, lavorando all’ ufficio stampa del terzo Palazzo del potere locale per 26 anni, e peccato che non abbia preso appunti su quello che ho visto di bene e di male. Ho solo ricordi. Ricordo anche che dal 1993 e per almeno 7 anni c’è stato un “ Rinascimento” della città e della vita civile, un grande tentativo di moralizzazione della vita pubblica anche perché ho avuto il pregio di lavorare fianco a fianco con il prof. Amato Lamberti, presidente della Provincia di Napoli, che fece del ripristino della legalità ovunque – fin dai piccoli abusi – non solo un impegno politico ma un impegno di vita spentasi improvvisamente in un giorno d’ estate di tre anni fa.

Ricordo – intorno al 2000 – quando Antonio Bassolino era sindaco di Napoli e Ministro del Lavoro una riunione al Palazzo della Provincia in Piazza Matteotti sui problemi del lavoro a Napoli con il Presidente Lamberti ed altri esponenti politici e sindacali. Il palazzo fu accerchiato dai disoccupati organizzati e dovetti a sera tardi uscire sotto scorta da una porta secondaria. Governare l’ area metropolitana di Napoli con il più alto tasso di disoccupazione d’ Italia è eroico così come è eroica e coraggiosa una azione continua di moralizzazione della vita pubblica.

Sono convinto che Bassolino ha questa capacità perché non vedo di meglio in giro ma sono anch’io perplesso sull’età, sulla squadra, sui tempi. Ma – insisto – meglio l’ usato sicuro che un nuovo bidone e la scelta è anche qui nei sei Comuni dell’ isola d’Ischia. Credo che è meglio il ritorno di maturi politici con il loro cattivo carattere ed i loro errori che arrivisti senza identità politica e senza la passione civile di realizzare un nuovo progetto civile di sviluppo e di convivenza. Ma Bassolino non è l’ Uomo della Provvidenza. E’ un politico ed un amministratore di grandi capacità e doti naturali ed è quindi un leader. Noi laici siamo favorevoli ai movimenti con leader ma non ai dittatori o ai padroni del vapore. La prima Repubblica ed il sistema dei partiti sono andati in crisi proprio quando i leader geneticamente si sono trasformati in despoti e la ragione stessa della prepotenza del potere genera ed alimenta la corruzione.

Le Circostanze poi hanno fatto in modo che nella stessa edizione de La Repubblica a pagina X di cronaca apparisse un intervento del prof. Alberto Lucarelli, ordinario di diritto costituzionale e già consigliere comunale di Napoli dal titolo “ Comune, l’ uomo della provvidenza” dove Lucarelli critica prima di tutto un dibattito tutto incentrato sulla ricerca esclusivamente del “ mito dell’ Uomo della Provvidenza. Tutti trascinati nella ricerca dell’ Uomo che salverà la città”. Lucarelli si dichiara contro questo metodo e propone un dibattito sulla scelta della “ squadra” e sui “ programmi” alla luce di una autentica partecipazione civile “ alle procedure amministrative” che è prevista dalla famosa ed inapplicata legge 241/90. Lucarelli non manca anche di sottolineare come sia importante una buona burocrazia per raggiungere gli obiettivi di programma e come sia stata mal interpretata la legge del 1993 sull’ elezione diretta del sindaco che avrebbe dovuto assicurare più stabilità ed efficienza ai Comuni ma non doveva trasformare il sindaco in podestà o in un dittatorello di paese come è accaduto in migliaia di Comuni. Ritengo l’ intervento del prof. Lucarelli magistrale e tale da farne un viatico per una reale svolta nella partecipazione politica soprattutto ai nostri livelli locali.

Certo – Caro Gino – non ci sono più le gambe di una volta anzi le spalle sono curve dall’ età e dai molti errori fatti ma è certo che proprio questa esperienza ci permette di conoscere la strada che è necessario intraprendere per un risveglio civile proprio nell’ esclusivo interesse dei giovani.

Casamicciola, 25 ottobre 2015-10-24

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acuto polemista con il quale ho avuto in 50 anni