Il nostro giovane Presidente del Consiglio dei Ministri, Matteo Renzi, è venuto a Napoli nei giorni scorsi per la terza volta in poco più di un mese e presso la Prefettura
– che è la sede del rappresentante del Governo – ed ha annunciato insieme al non tanto giovane Presidente della Giunta Regionale della Campania, Vincenzo De Luca, un "Patto per la Campania" con il quale – ha spiegato – il Governo intende aiutare la ripresa economica e sociale nella nostra Regione con considerevoli finanziamenti – nazionali ed europei – per infrastrutture e per investimenti. La cifra complessiva in cinque anni supera i 20 miliardi di euro. Per il solo 2017 i miliardi ( in euro) sono circa 10 e serviranno per infrastrutture, ambiente, sviluppo economico e produttivo, turismo e cultura, sicurezza e legalità. Renzi ha detto che quello del rilancio della Campania è una "sfida gigantesca" mentre De Luca ha detto che è "storica".
Insomma è stata diffusa una grande speranza per cominciare a vedere un futuro meno nero per la nostra Regione che ha il più alto tasso di disoccupazione giovanile italiana, una violenza diffusa, una continua fuga di cervelli perché partono ogni anno centinaia di giovani laureati e diplomati per emigrare in altri paesi d'Europa alla ricerca di fortuna. Perfino l'economista Mariano D'Antonio – mai tenero con il Governo – ha definito un "messaggio esaltante" quello di Renzi.
Certamente è un annuncio che dà fiducia e soprattutto di questi tempi bui avvia un dibattito contenutistico su quello che si deve e si può fare per la Campania. Bisogna anche tener conto che il Governo ha istituito una Agenzia Nazionale per la Coesione Territoriale, che ha dato nuova vita alla agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti, INVITALIA e che la Regione Campania ha rivitalizzato a sua volta la sua Agenzia, Sviluppo Campania, per sostenere tutto il sistema produttivo.
Insomma ci sono basi solide per avviare anche qui nell'isola d'Ischia un dibattito serio su quello che è possibile chiedere ed ottenere dal Governo e dalla Regione sia per opere infrastrutturali che strutturali. Ci abbiamo provato con il convegno organizzato dal Lions Club su "L'Europa a Mezzogiorno" tenutosi il 5 marzo e con il workshop con "Sviluppo Campania" tenutosi il 7 aprile.
Ma i tempi non sono favorevoli ad una ripresa del dibattito politico ed ad una rivitalizzazione dei Consigli Comunali che sono i luoghi dove un tempo avvenivano i grandi confronti e scontri sulle cose da fare per i nostri Paesi. Eppure questa è una strada obbligata se vogliamo uscire dalla crisi economica e sociale che ci colpisce al pari di tutti gli altri luoghi d'Italia.
Di questa "pioggia di miliardi" annunciati da Renzi qualcosa dovrà rimanere e come al solito saranno le amministrazioni con le capacità – politiche e professionali - che otterranno più fondi perché il detto napoletano di "chi ha più polvere quello spara" è sempre valido.
Insisto ormai da anni che l'area industriale – ma anche civile – in forte crisi è Casamicciola che ha almeno 70mila metri cubi di superficie coperta da recuperare con il maestoso complesso del Pio Monte della Misericordia in rovina da oltre 40 anni e con il recupero del bacino idrotermale di LaRita. Proprio a Casamicciola, con il proprio Consiglio Comunale, il dibattito su come chiedere fondi al Governo ed alla Regione per recuperare il Pio Monte della Misericordia, rivalorizzare il Bacino di La Rita, valorizzare tutto il sistema portuale, ridare vita all’ex-Capricho de Calise, costruire parcheggi per la Litoranea e per Piazza Majo, rimodulare un Museo Civico di Storia Moderna e Contemporanea dell'isola d'Ischia con l'utilizzazione dell'Osservatorio Geofisico, dovrebbe essere estremamente vivo da parte di nuovi partiti, nuovi imprenditori, nuovi politici. Invece succede che le cronache da Casamicciola sono tutte negative con pungenti osservazioni da parte di questo giornale che trovano – purtroppo – conferma nei fatti.
Eppure proprio a Casamicciola un tempo i dibattiti erano molti accesi sui problemi e sul futuro e la classe dirigente era di alto spessore. Gli anni 60 e 70 furono anni di grande partecipazione e di grande valenza politica. Per circa 20 anni – dal 1953 al 1970 – è stato sindaco di Casamicciola, Antonio Castagna, che fu nominato anche segretario di zona della DC e divenne consigliere ed assessore provinciale di Napoli morendo nel 1984 proprio da assessore provinciale alle finanze ed alla programmazione in carica. E'ricordato a Napoli – nell’ex-Palazzo della Provincia oggi sede della neonata Citta Metropolitana – come uno degli ultimi appassionati sostenitori del ruolo dei Comuni e del sistema delle Autonomie Locali. Lo abbiamo ricordato a Casamicciola nel trentennale della morte per iniziativa mia e di Gino Mattera ma non dell'amministrazione comunale o del nuovo partito democratico che ha preso il posto della DC. Una iniziativa isolata come un grido nel deserto ed un segno dei tempi.
Antonio Castagna era un autodidatta con la terza media di "avviamento commerciale" che si era fatto da sè. Camminava sempre con una "mazzetta" di giornali sotto al braccio. Prendeva appunti sulla scatoletta di fiammiferi. Non usava gli occhiali da vista per leggere e si "sforzava" di capire tutto. Si attorniava di amici intelligenti e colti. Fu capace di avere interlocuzione con parlamentari, ministri ed essere amico di grandi personalità come l'on. Stefano Riccio e l'on. Antonio Gava che fu il Ministro della riforma delle autonomie locali e che il repubblicano Bruno Vicentini definì un "finissimo politico". Aveva una straordinaria capacità di adeguarsi ai tempi passando da posizioni conservatrici a quelle innovative.L'ho conosciuto in tre epoche diverse: quando era il sindaco-podestà di un piccolo paese; quando aveva perduto il potere; quando lo aveva riconquistato ma al termine della sua carriera politica.
Da Gava ebbe la promessa nel 1975 che sarebbe stato Presidente della Provincia di Napoli se la DC avesse vinto le elezioni ma le perse. Fece il consigliere semplice per 5 anni ma quando la DC ritornò al potere Gava non dimenticò la promessa e nel 1980 fu nominato assessore provinciale con un presidente socialista e sempre riconfermato anche se era fra gli ultimi eletti al Consiglio Provinciale.Mi lascia l'insegnamento che un amministratore "locale" non può né deve badare solo al bilancio misero del suo piccolo ente locale. La sua capacità è di attivare la "Repubblica una ed indivisibile" cioè di chiedere ed ottenere finanziamenti ed agevolazioni dagli enti superiori. Il sistema delle Autonomie Locale è efficiente solo se è così.
Per chi li ricorda i comizi – che allora riempivano Piazza della Marina – del Commendatore erano pieni di cifre, dati, richieste di finanziamento ed "immediati inizi dei lavori pubblici". Noi che stavamo all'opposizione chiamavamo quelli del Commendatore i discorsi con la "pioggia dei miliardi". Eppure di quella pioggia molto o poco è rimasto: la nascita e la crescita del porto ad esempio o l'intuizione della "concessione trentennale" per realizzare quello che oggi è il rudere dell’ex-Capricho de Calise, la costruzione della scuola media e dell'edificio del Mattei, la strada-bretella sulla "lava" da Piazza dei Bagni alla Marina.
Non ha lasciato eredi politici il Commendatore e sarebbe certamente molto triste di vedere oggi come è ridotta Casamicciola. Come vive l'isola d'Ischia. Come è scomparso l'"Ente Intermedio" tra Comune e Regione.