“Alle Autorità di Governo e a quanti sono deputati a gestire il prossimo futuro, ribadiamo quanto chiedevamo la sera dei funerali delle vittime del sisma: vale a dire l’invito ad attivarsi prontamente per una celere ricostruzione degli edifici distrutti e per un sicuro restauro dei tanti fabbricati coinvolti, affinché a quanti hanno perso la casa, sia offerta al più presto una dignitosa e stabile abitazione.
La ricostruzione delle zone interessate dal sisma avvenga in maniera rapida perché una ricostruzione lenta – mi pare di poter dire – è già una cattiva ricostruzione”. Lo ha detto con forza e decisione il Vescovo d’Ischia, Mons. Pietro Lagnese, nella sua omelia nella piccola Chiesa dei Marinai a Casamicciola il 21 agosto 2018 nell’ anniversario del terremoto alla presenza di tutte le autorità civili nel massimo grado del Vice Presidente del Consiglio e dei Ministri e Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico on. Luigi Di Maio.
“Una Ricostruzione lenta è già una cattiva ricostruzione”. Ha sottolineato il Vescovo d’Ischia a capo di una Chiesa che ha fatto moltissimo per le popolazioni colpite. Avrebbe meritato un Encomio Solenne da parte della Municipalità e non essere costretto a portare il Comune in Tribunale per l’utilizzazione di un centro sociale. E vincere.
Ma “a pensar male si commette peccato ma qualche volta si azzecca” diceva il cattolicissimo on. Giulio Andreotti. Ho l’impressione - dal modo di comportarsi delle “Autorità di Governo” – che la Ricostruzione di Casamicciola, la più colpita dal sisma, di Lacco Ameno, meno colpita, e di Forio, leggermente colpita, sarà lentissima nella più assoluta nebulosità istituzionale anche alla luce dell’incontro tenuto l’altro giorno alle 15 del pomeriggio sul municipio di Lacco Ameno con il prof.arch. Michelangelo Russo dell’Università di Napoli e del dottor De Natale dell’INGV incaricati dal Comune di Casamicciola e da quello di Lacco Ameno per due “studi” che potremmo definire “di fattibilità” per un nuovo assetto urbanistico e per una nuova “microzonizzazione sismica”.
Sarà lentissima perché per avviare la Ricostruzione bisognava e bisogna prima “demolire” nelle zone colpite e poi – dopo analisi e progetti- semmai “ricostruire” (ma come? Ma dove?) e questo avrebbe potuto farlo e forse DOVEVA farlo il Commissario all’emergenza, arch. Grimaldi, come farà per il Ponte Morandi a Genova il “Commissario all’emergenza” Giovanni Toti, presidente della Giunta Regionale della Liguria, che ha annunciato che “andrà avanti nella demolizione e ricostruzione del ponte con l’attuale concessionario" in attensa se ci saranno nuovi provvedimenti finanziari (Corriere della Sera-martedì 4 settembre 2018). Toti ha già dichiarato che non c’è bisogno di un “commissario alla ricostruzione” da parte del Governo.
Nel caso del terremoto di Casamicciola e Lacco Ameno e minimamente Forio abbiamo già due Commissari e mentre sono chiari i poteri del primo – non esercitati completamente – non sono chiari i poteri del secondo dottor Schilardi che non ha ancora il “decreto” del Governo che ne fissa i poteri, le responsabilità il ruolo.
I due Comuni più colpiti – Casamicciola e Lacco Ameno – non hanno affidato un incarico ad uno studio di architettura per il Piano Urbanistico (avevo proposto lo studio dell’arch. Guido Ferrara di Firenze. Ha fatto già la proposta di PUT 15 anni fa, sta facendo il PUC di Serrara-Fontana. Chi meglio di lui e del suo studio? Avevo proposto la STU art.120 TU EE con schema di delibera agli atti del Consiglio Comunale di Casamicciola del 24 aprile 2018) ) che naturalmente non può non essere “intercomunale” mentre il “Commissario” Toti ha già l'idea progettuale per la ricostruzione del ponte da parte dell’arch. sen. Renzo Piano, genovese. Eppure era un adempimento di legge redigere il “PUC” come oggi si chiama il Piano Regolatore Generale (PRG) da parte del Comune come dalla legge regionale urbanistica del 2004 che ha spostato i termini al 31 dicembre 2018 pena il “Commissariamento” che in caso – probabile – di inadempienza porterebbero a tre il numero dei Commissari mentre rimangono in carica i sindaci ed i consiglieri comunali.
I due studi – urbanistico e sismico – saranno poco più o meno che “studi di fattibilità” che il futuro incaricato alla redazione formale del PUC potrà o dovrà tenerne conto. Ma si può fare un PUC in tre mesi? Non lo potrebbe fare nemmeno Renzo Piano.
Perché questa via o iter “lentissimo”? E' già lento e farraginoso l’inter di formulazione del PUC (redazione, osservazioni dei cittadini, conferenza pubblica, adozione del Consiglio Comunale, opposizioni dei cittadini interessati all’esproprio di terreni e abitazioni, trasmissione alla Regione per l’“approvazione” e “concertazione” con il Ministero dei Beni Culturali ai sensi del “Codice Urbani”) perché i due sindaci con la ratifica ex-post dei due consigli comunali hanno deciso questo iter ancora più lungo?
Non credo che sia accettabile come giustificazione la mancanza di fondi – due Comuni in pre-dissesto e dissesto finanziario – per il formale incarico ad un architetto o meglio ancora ad un Gruppo di Lavoro interdisciplinare guidato da un Grande Architetto perché l’“emergenza” del terremoto doveva trasferire alla risorse statali l’onere finanziario della formulazione per l’assioma (cioè ciò che è “verità evidente”) che la risoluzione di una “emergenza” non può essere portata a conclusione senza un “piano”.
E’ molto probabile che il sindaco Pascale di Lacco che pare trasporti a traino quello di Casamicciola (avrebbe dovuto accadere viceversa perché è Casamicciola la più colpita, ha almeno 3 dei suoi 6 Km2 del suo territorio attualmente “indisponibili”) voglia attraverso la “ricostruzione” risolvere tutta la questione dei “condoni edilizi” . Lacco Ameno ha 2209 domande di condono edilizio mentre Casamicciola ne ha 3130. Forio ne ha 8.529. Complessivamente i sei Comuni ischitani hanno 27.010 domande di condono edilizio ( fonte S.Conte-L.F. Rispoli-G.Di Meglio – Il Governo del territorio per il futuro dell’ isola d’Ischia-2015). E’ noto che il “ piano di dettaglio” per il condono edilizio doveva essere preparato entro il 1996 e cioè ad un anno dalla approvazione “ministeriale” del Piano Urbanistico Territoriale” ( PUT) strumento “ sovraordinato” rispetto ai PRG comunali. Sono passati 22 anni senza farlo.
Forse la Ricostruzione dopo un terremoto può essere l’ occasione per sanare anche quest’ inadempienza ma non è prioritaria. La priorità è la messa in sicurezza dell’abitato, la mitigazione sismica, la piena sicurezza degli edifici pubblici.
Quindi per avviare la Ricosrtruzione si doveva e si deve prima abbattere quello che è IMPOSSIBILE salvare e si deve indicare l’area “indisponibile” allo stato attuale agli “insediamenti intensivi. Bastava quindi leggere con attenzione le 5 cartelle con le due tavole della relazione del dottor Giuseppe De Natale, del dottor Stefano Petrazzuoli, della dotott.ssa Claudia Troise, del dottor Renato Somma “ Una proposta operativa per la messa in sicurezza degli edifici soggetti ai forti terremoti di Ischia” resa pubblica nell’ ottobre 2017 cioè circa un anno fa per avviare concretamente la Demolizione, Messa in Sicurezza e Ricostruzione ove “possibile”.
De Natale e colleghi scrivono dell’ “estrema vulnerabilità degli edifici storici” e affermano che la messa in sicurezza degli edifici “deve avvenire in tempi brevissimi” (usano il superlativo!!!!), non escludono nuovi terremoti, fanno la storia sismica dell’isola, affermano ancora che è “urgentissimo (ancora il superlativo!!!!) tutelare la popolazione e l’economia turistica. Ma affermano che la zona del “forte terremoto” è “limitata e ben definita” ma indicano 4 zone a forte rischio sismico – verde, blu,rossa e viola – interessate dallo VIII al grado XI della Scala Mercalli interessando un’area di circa 20 Km2 dei complessivi 46 dell’ isola d'Ischia. Indicano e suggeriscono anche le modalità di costruzione e messa in sicurezza.
Ulteriori studi non potranno che confermare e forse con ancora maggiore severità il grado di rischio del resto ampiamente noto da almeno 40 anni con gli studi del prof. Giuseppe Luongo e del suo gruppo di lavoro e interamente recepiti nella “monumentale” “Guida Geologica dell’isola d’Ischia” in tre volumi della Regione Campania del 2015 coordinata dalla dott.ssa Lucilla Monti del resto ischitana-casamicciolese di nascita.
Ed allora? La Ricostruzione deve partire IMMEDIATAMENTE in MANIERA RAPIDA” come dice il Vescovo e non può non avvenire che partendo dal recupero del Pio Monte della Misericordia (dopo un anno dove sono le sette stelle degli investitori ignoti di teutonica memoria?) e della intera area circostante – area edificata ed a mitigazione sismica - a Casamicciola con la messa in sicurezza e valorizzazione dell’ area della “RIVIERA DI CASAMICCIOLA E PIAZZA BAGNI” attraverso un PUA Piano Urbanistico Attuativo o Piano Particolareggiato del vecchio PRG (forse via più “rapida” del PUC perché è una variante del PRG del 1983 che non comporta aumenti di volumetrie ma destina a centro “polivalente” 50mila mc su 30 mila mq e definisce anche le aree verdi ed il parco termale) come presenteremo nei minimi dettagli con Gino Barbieri alla pubblica opinione ed ai due o tre Commissari e al Governo ed il Parlamento della Repubblica perché come ha affermato il Vescovo la Ricostruzione deve avvenire “con il coinvolgimento della gente e non si operi sulla testa degli isolani.
Ciò richiederà da parte nostra un nuovo protagonismo sociale e l’impegno a mettere da parte particolarismi e interessi personali”.
Amen.