Appello alla Regione Campania, al Commissario di governo, al sindaco di Casamicciola, ai presidi delle scuole, agli intellettuali, per il recupero della villa del dottor Giuseppe Mennella (1867-1949) il più grande bibliografo dell'isola d' Ischia. G. M. La “Casa del Dottore” Mennella trascinata dall’alluvione degli uomini.
Abbandono come res nullius della Villa Dottor Giuseppe Mennella (1867-1949) in Casamicciola Terme, in Via Principessa Margherita di Savoia, bene immobiliare pubblico acquistato nel 2002 dalla Provincia di Napoli con Fondi Europei per circa 2 milioni di euro per sede definitiva del Centro per l’Impiego. Passato nella competenza, trasferita dalla ex-Provincia ora Città Metropolitana, nel 2014 alla Regione Campania (funzione, personale, beni immobili). Immobile colpito dal terremoto del 21 agosto 2017, dichiarato inagibile, abbandonato senza custodia e vandalizzato e non più utilizzato. Non rientra nelle “opere pubbliche” previste dal Commissariato di Governo per la Ricostruzione e l’Emergenza.
Le Circostanze si muovono in modo meraviglioso. È una espressione trovata ne “La paga del soldato” di William Faulkener nelle letture giovanili, tenuta sempre in memoria quando per effetto delle “Circostanze” ho ritrovato un amico dopo 50 anni o ho ritrovato un libro dimenticato per anni.
Sul finire dell’anno 2001 da capo ufficio stampa della Provincia di Napoli fui trasferito, come direttore del Centro per l’impiego di Ischia, a Casamicciola, dove la Provincia aveva comprato con fondi europei una bella villa, con l‘intenzione di farla diventare il “Palazzo intelligente” della Provincia ad Ischia. Ci vollero altri due anni e mezzo per avere la nuova sede a Casamicciola ma era bellissima. Il piano scantinato per l’archivio, il primo piano per il pubblico, il secondo per uffici e una stanza enorme con salottino e tre computer per il direttore, la sala delle conferenze e per i meeting nella ex-mansarda; un locale attiguo per ulteriori uffici; un giardino mediterraneo con limoneti e aranceti che, paradosso, non rientrava nell’appalto ma messo a regime dagli operai idraulici-forestali della Provincia. Un arredamento di prim’ordine.
Si fece l’inaugurazione nel giugno 2004 con l’assessore al lavoro Corrado Gabriele. Cominciò con gli altri 10 dipendenti un lavoro di applicazione della nuova Legge Biagi sul mercato del lavoro, incontrando molte difficoltà. Sul piano organizzativo ci fu quasi un ostracismo, da parte del Comune di Casamicciola diretto dal sindaco Giosy Ferrandino, anziché un sostegno. Chiusi la mia esperienza lavorativa il 31 dicembre 2009 per pensionamento.
Ma le circostanze si muovono in modo meraviglioso. Il palazzo era stata la Villa del dottor Giuseppe Mennella, quello della Biblioteca. Venne fuori nel giardino lasciato senza pulizia perfino la vecchia iscrizione in marmo “Villa Mennella”. La casa dopo la morte del dottor Mennella era passata alla figlia adottiva Lilian von Radoloff di cui avevo scritto circa 20 anni prima, pittrice, che aveva stipulato vitalizio con la signora Maria Di Scala che l’aveva rinominata “Villa Di Scala”, da questa alla figlia, Angelina Di Scala, che l’aveva venduta all’imprenditore Giovan Battista Di Meglio che l’aveva ristrutturata e venduta chiavi in mano alla Provincia. Una costruzione senza alcun valore architettonico costruita alla “beneventana” ma carica di storia “umana”, perché la Storia è solo “umana”.
Fu trovato dal geom. De Pascale un ritratto del dottor Mennella che posi nella Villa ma dopo il pensionamento non portai con me. Non so se esiste più. La Villa colpita dal terremoto del 21 agosto 2017 è stata abbandonata perché la competenza è passata dalla Provincia alla Regione che non ne ha disposto nemmeno la custodia. Prima della vendita dalla Di Scala all’imprenditore Di Meglio nell’ingresso principale – che era quello riservato agli automezzi - c’era “un portale decorato da una serie di architetti intrecciati con nastro vimineo a tre elementi del secolo IX murato alla lapide marmorea di mons. Bussolaro in Casamicciola Terme nell’atrio ex villa dott. Mennella, frammento di marmo con motivi romantici che trova riscontro in una cornice frammentaria datata al pontificato di Adriano I secolo VIII inizio X” come documentano le pagine 702 e 703 dell’opera di Don Pietro Monti “Ischia, archeologia e storia” (Fratelli Porzio Napoli 1980). Il reperto fu divelto prima della vendita all’imprenditore Di Meglio dalla sig.ra Angelina Di Scala che disse di “conservarlo e che voleva donarlo al Museo di S. Restituta di Don Pietro Monti”. Non se ne ha più traccia.
Ho incontrato il dottor Giuseppe Mennella nel libro “La Biblioteca Cameriana di Ischia” di Maria Lenci (D’Amico Editore 2022) e mi trovo citato alla pagina 22 per un articolo che apparve nel 2001 su Lilian von Radloff in un album “Sotto il sole di Casamicciola” (La Rassegna d’Ischia) che riporta una mia prefazione ad una mostra di circa 10 anni prima.
La pagina si apre proprio con il mio ritaglio: “La splendida Biblioteca Mennella, frutto della paziente ricerca di due generazioni, fu venduta da Lilian nel 1949, alla morte del dottor Mennella, al duca Camerini. Il Comune di Casamicciola rifiutò il diritto di prelazione e così per 900mila lire scomparve da Casamicciola la più bella e più completa biblioteca sull’isola d’Ischia ricca di circa 3mila volumi che oggi il duca Camerini permette soltanto a pochi intimi di poter consultare”.
Il libro della Lenci riconosce che è una “Biblioteca d’autore” “prevalentemente di Ischia” di un “medico figlio di un medico” e che “studiare le sue carte e la sua biblioteca è come affacciarsi sulla prima metà del ‘900 e osservare il lento fiorire d’ Ischia”. La Lenci assicura che “la collezione è stata conservata così come concepita dal Mennella, divisa per argomenti generali” in 10 armadi. La Lenci è così puntuale che riporta la scrittura privata tra Lilian ed il duca Camerini che è del 1951 redatta dall’avv. Mario Buono di Barano d’Ischia. Stesso prezzo riservato al Comune che aveva rifiutato il diritto di prelazione. La Lenci – anche con figure illustrative – sottolinea che “Giuseppe Mennella era solito timbrare i suoi libri ma usava anche un “ex libris” colorato con una ricca cornice in rosso stile “Liberty”, motto al centro “Dum fata trahunt” (“Mentre il destino trascina”); in alto il nome “dr. Giuseppe Mennella” in basso “Casamicciola (isola d’Ischia)”.
Perché scelse questo motto? Cosa voleva dire? Quale ammonimento per i posteri? Era stato “trascinato” da un Amore più forte della Memoria? Ho ritrovato il suo volto in un acquaforte e l’ho posto nella mostra documentaria su “Casamicciola: ieri e domani” che si è tenuta dal 10 marzo al 7 aprile 2023 alle Terme Comunali della Città di Ischia per un ciclo di 4 eventi fondativi per “Casamicciola che è Ischia”.
Il libro di Maria Lenci è estremamente prezioso e le esprimo gratitudine perché permette di avviare la ricerca sull’uomo, di cui non rimane nulla. Riposa in una nicchia della cappella della “Famiglia Ferrari” nel cimitero di Casamicciola poi passata alla Famiglia del prof. Cristofaro Mennella. Senza eredi tre famiglie. Ma il declino di Casamicciola non è il declino delle “Grandi Famiglie”? il declino di una “Elite”? Aveva scritto un opuscolo nel 1893 di promozione delle Terme Manzi di cui era stato direttore sanitario e prima di lui il padre Antonio, medico di Giuseppe Garibaldi nel 1864 con un frontespizio che afferma: “Casamicciola la più importante stazione idro-termo-balneare e climatica del mondo”. Lo pensava. Lo documentava. Viveva per mantenere questo “primato”. Non esagerava affatto.
Essere” trascinato” nell’ oblio fino alla distruzione della propria casa è un atto di terribile ingratitudine dei posteri, dei cittadini di Casamicciola. Ci deve essere un nuovo destino per Casamicciola, dopo il terremoto del 21 agosto 2017 e l’alluvione sanguinosa del 26 novembre 2022.