E' stato approvato in sede di conversione del decreto "Milleproroghe" dal Parlamento l'emendamento del senatore Carlo Sarro, casertano, avvocato amministrativista, senatore del Partito delle Libertà, con il quale vengono sospese le demolizioni di case abusive nella Regione Campania colpite da sentenze penali passate in giudicato fino al 31 dicembre 2011. La norma si applica solo alle case per primaria abitazione e quando siano garantite le condizioni di sicurezza per gli occupanti. Fin qui la notizia che dà una essenziale boccata di ossigeno a molte famiglie dell'isola d'Ischia la cui abitazione primaria è stata costruita contro la legge. La notizia ha avuto un ampio rilievo sul "Corriere del Mezzogiorno" nell'edizione di sabato 12 febbraio 2011 con la terza pagina interamente dedicata – "Campania, ruspe ferme per un anno" - e con l'editoriale di apertura del prof. Ernesto Mazzetti dal titolo emblematico – "il piccone diseguale" – con il quale Mazzetti ricorda il primo abbattimento qui ad Ischia di una casa abusiva del lavoratore disoccupato Luigi Impagliazzo.
Il provvedimento vede il coordinatore campano del PDL, Nicola Cosentino dichiarare che si tratta "di un gol importante" del centrodestra che "tutela i tantissimi che hanno costruito per necessità" mentre il fautore dell'emendamento Carlo Sarro auspica che il provvedimento apra la strada a nuovi Piani Paesistici Regionali che non "ingabbiano il territorio" come i casi di Ischia e Capri dove sono in vigore due piani paesistici ,"sovraordinati" rispetto ai Piani Regolatori Comunali, approvati per via "commissariale" dal Ministero dei Beni Culturali ed Ambientali nel lontano 1995 surrogando l'inadempienza della Regione Campania che per 11 anni non ha esercitato i poteri di pianificazione che gli assegnava la "Legge Galasso".
Diverso il commento del centro-sinistra che ritiene il provvedimento l'ennesimo regalo alla speculazione edilizia e quello degli ambientalisti come il presidente regionale di Legambiente, Michele Buonuomo che equipara la norma alla vittoria di "Cettolaqalunque" mentre il Magistrato Ugo Ricciardi, che coordina per conto della Procura generale le demolizioni degli immobili abusivi, che non solo si dice contrario al provvedimento ma esprime l'opinione che la norma-Sarro può essere impugnata davanti alla Corte Costituzionale.
Fin qui in estrema sintesi la notizia e le reazioni.
Per noi lo spazio del commento è dedicato alla constatazione che da almeno 40 anni l'isola d'Ischia non ha un Piano Regolatore Generale che da un lato tutelasse parti di enorme bellezza ma dall'altro permettesse la fruizione di un territorio "antropizzato" " cioè abitato da secoli da migliaia di abitanti mentre lo Stato "incentiva" lo sviluppo turistico sia con gli interventi infrastrutturali e di sostegno all'impresa della Cassa per il Mezzogiorno sia con Enti di Diritto Pubblico come l'Ente per la Valorizzazione dell'Isola d'Ischia (EVI), che visse dal 1952 al 1972, senza rimuovere almeno 8 leggi di vincolo ambientale – fra le quali quelle del 1939 – che se fossero state rigorosamente applicate Ischia – la più grande delle isole partenopee e pontine – doveva trovarsi in una posizione di riserva naturale con un totale spopolamento come l'isola di Palmarola nelle pontine. Uguale è la legislazione vincolistica.
Poiché lo sviluppo economico e sociale ha avuto in questi ultimi sessanta anni il suo corso oggi Ischia ha 40 mila posti-letto e 13 mila lavoratori del turismo e dell'indotto e lo sviluppo economico legato all'industria ricettività è diventato "ipermaturo".
Si ripropone quindi – a nostro giudizio – la proposta che avanzammo un anno fa e che è contenuta nel libro "Ischia, luci e ombre sullo sviluppo" di una Legge Speciale per Ischia estensibile alle altre località di un turismo maturo come Capri, Sorrento, Amaldi, poiché i due valori – difesa ambientale e sviluppo economico e sociale raggiunto – debbono essere ambedue tutelati da parte dell'intero Ordinamento Giuridico dallo Stato alle Regioni ; dalle Province ai Comuni.
Una Legge Speciale non solo deve fermare gli abbattimenti ma deve censire tutto quanto realizzato e "sanarlo" da un punto di vista urbanistico e nello stesso tempo avviare una "Programmazione Processo" interamente affidata alla Responsabilità dei Comuni attraverso efficienti Uffici Comunali di Pianificazione Territoriale e di Programmazione Economica.
Una simile Legge Speciale – molto complessa e necessariamente concertata tra Stato e Regione - per un'area altrettanto complessa richiede un efficiente Ente Locale fondamentale e da qui l'esigenza di un Unico Comune poiché gli attuali sei Uffici Tecnici dei sei Comuni non sembrano né attrezzati né vogliosi di monitorare, controllare e progettare un rigoroso ulteriore sviluppo urbanistico legato al consolidamento ed all'espansione dell'Economia ma anche alle esigenze abitative delle nuove generazioni che hanno il diritto ad una Casa anche con un ulteriore piano per l'edilizia economica e popolare come fu fatta dall'Istituto Autonomo Case Popolari di Napoli nel decennio 1950-1960 soprattutto nel Comune di Casamicciola. E' evidente che in un simile "sviluppo programmato" non ci può essere spazio per la speculazione edilizia e per il capitalismo di rapina.
L'emendamento -Sarro, per concludere, può o aprire una nuova strada della programmazione territoriale o può essere l'ennesimo provvedimento tampone. Un centro-sinistra autentico avrebbe dovuto approvare l'emendamento nell'ottica della nuova strada da percorrere ed a sua volta fare gol nel tentativo di vincere la partita che allo stato dei fatti sta perdendo nel consenso dei cittadini che vivono il dramma di esser stati "costretti" all'abusivismo edilizio.
Noi auspichiamo che il provvedimento costringa la Regione Campania ad approvare un nuovo e praticabile nuovo Piano Paesistico ed un unico Comune per tutta l'isola con un sol Ufficio di Piano ridando certezze e speranze ai cittadini. A giudicare dalle recenti iniziative della Giunta Regionale della Campania l'auspicio è confortato dai fatti.