Il nucleo dei fondatori del Gruppo di Facebook per il Comune Unico dell'isola d'Ischia - che ha raggiunto i 340 aderenti in meno di un mese e che ha avviato un dibattito alto e contenutistico sul progetto di unificazione amministrativa dell'isola d'Ischia e che infine sta usando un tono ed uno stile di chi ricerca una soluzione e non di chi possiede una verità – ha avviato una specie di "road show" nelle varie località isolane per allargare il nucleo dei promotori e per verificare quanto fatto finora e quanto si potrà fare. Il "road show" è cominciato con una pizza ad Ischia Ponte dei primi 8 componenti che hanno condiviso l'impostazione del gruppo:
a) il gruppo è autonomo e porta avanti la proposta che è civica o civile e non ha colori politici e trova alleanze soprattutto con l'Associazione per il Comune Unico (ACUII) ma rifiuta la partecipazione diretta dei partiti mentre accetta singoli componenti;
b) il gruppo dopo il risultato del Referendum si scioglierà e l'assemblea deciderà come proseguire il cammino verso l'unità amministrativa dell'isola.
Affinchè sia fin dall'inizio e con l'esempio che possiamo dare questa "pizza fra Amici" farà il giro dell'isola. Così ci siamo riuniti al Ristorante Acqua Salata di Casamicciola per fare il punto di quanto avevamo fatto, degli incontri reali avuti, delle proposte di propaganda e di proselitismo che abbiamo messo a punto con un ampio dibattito.
Ho proposto che il Gruppo si trasformi in "Movimento per il Comune Unico dell'isola d'Ischia" cioè oltre al confronto virtuale – oggi importantissimo ed equiparabile a quello che si faceva un tempo con le radio libere - si dia una elementare ma fondamentale organizzazione con la nomina di un Coordinatore, un Segretario, un Tesoriere, un Webmaster, ed un Addetto Stampa. Questo perché ritengo che – come ammoniva Ugo La Malfa – "la responsabilità collegiale finisce sempre nell'irresponsabilità collettiva". Se tutti sono responsabili finisce per non averne nessuno.
E' emerso dalla discussione che il progetto del Comune Unico è assolutamente trasversale ai partiti politici. La forza delle cose, come noi le vediamo, è tale che la differenza tra coloro che sono di destra o di sinistra si annulla. A nostro giudizio questa unità amministrativa è fondamentale per difendere la bellezza dell'isola, accrescere il suo benessere economico e sociale, limitare la litigiosità campanilistica e personalistica che ha la sua pesante responsabilità per il degrado civile in cui è ridotta la comunità umana degli "isolani" o "ischitani" (anche sull'uso appropriato dei due termini è emerso un dotto dibattito!). E' emblematico a questo riguardo il monito dell'Amico Salvatore Federico: "Faccio questo per l'avvenire di mia figlia che ha soli 4 anni!".
E' emerso ancora che sia pure si vincesse questo Referendum essendo la consultazione "consultiva" e non "deliberativa" per arrivare alla legge regionale ed alla sua applicazione ci vorranno 5 o 7 anni e questo percorso richiede una partecipazione costante.
Nel frattempo che fa l'isola d'Ischia? Va avanti in questo modo? Chi risolve i problemi che noi definiamo "comprensoriali" come un Piano Regolatore Generale valido e realistico per tutta l'isola? Come un sistema unitario della portualità turistica? Come un unico sistema museale per il turismo culturale? Come un unico sistema per la depurazione delle acque reflue, per la gestione della raccolta rifiuti, per la gestione del trasporto privato dei taxi e microtaxi? Come per il calendario degli eventi e degli spettacoli? Come una politica di edilizia scolastica unitaria? Come una politica per la casa con un nuovo intervento per l'edilizia economica e popolare? E - last but not the least - come la cosiddetta "finanza di territorio" per il recupero delle aree dismesse con le Società di Trasformazione Urbana (art.120 del TU EE LL) del complesso Pio Monte della Misericordia di Casamicciola o del complesso La Pace di Lacco Ameno?
Tenendo conto del grado di sviluppo economico e sociale raggiunto – che definisco da economista locale "ipermaturo" con 3 mila imprese, 40 mila posti, 13 mila iscritti al collocamento ed almeno 9500 lavoratori stagionali del turismo e dell'indotto in un'area di appena 46 Km2 con 65 mila abitanti – questi problemi acquistano una dimensione enorme ma attendono una soluzione veloce perché velocissima è la trasformazione economica e la globalizzazione con una concorrenza spietata fra le località turistiche di tutto il mondo. L'isola d'Ischia rischia di andare fuori mercato! E la curva dello sviluppo – che non è esponenziale ma logistica – già da alcuni anni si sta indirizzando verso il basso: le presenze dei turisti sono diminuite di almeno il 30% negli ultimi 5 anni. La gallina ha smesso di fare le uova d'oro.
Ho finito di leggere alcuni giorni fa "Il Manifesto di Ventotene" di Altiero Spinelli ed Ernesto Rossi nella collana dei "classici del pensiero libero" del "Corriere della Sera" (un euro di costo) e non solo mi sono riletto il "Manifesto" e la storica prefazione di Eugenio Colorni del 1944 e la presentazione di Tommaso Padoa-Schioppa ma soprattutto mi sono letto, con ammirazione, il bellissimo saggio del prof. Lucio Levi, attuale Presidente del Movimento Federalista Europeo, docente alla Facoltà di Scienze Politiche di Torino al quale ho inviato via e-mail i miei complimenti e che mi ha immediatamente risposto ricordando che giovanissimo – aveva 16 anni – ha partecipato nel 1954 "nel magnifico sito di Ischia a un seminario estivo a Forio d'Ischia del Movimento Federalista Europeo".
"E' stata una esperienza indimenticabile – mi ha scritto – per la prima volta scoprii che c'erano tedeschi, francesi, austriaci ecc. che volevano, come me, la pace e un'Europa unita. In cima alla collina c'erano ancora baracche militari dove noi campeggiatori dormivamo, che ricordavano la recente guerra mondiale". Si è infine scusato di aver indugiato "come tutte le persone anziane a ricordi personali ma sono sicuro che quanto le racconto la può interessare". Aveva ragione perché scriveva ad un europeista.
Quando siamo andati Gianni Vuoso ed io a Ventotene questa estate per continuare il nostro viaggio nelle "isole napoletane" - avviato con "La Rassegna d'Ischia" fin dal 2009 a Ponza per verificare cosa restava della colonizzazione ischi tana del 1734 - abbiamo avvertito in quelle stradine anguste, in quelle piccole casette sul mare spazzate dal vento, tutta la presenza di quei 800 confinati politici ostili al fascismo fra i quali Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni, Sandro Pertini, che nel 1941 quando le armate tedesche occupavano l'Europa continentale, lanciavano un appello da autentici visionari "per un'Europa libera e unita" con la assoluta certezza di aver indicato la giusta via con convinto realismo.
E così abbiamo chiamato Ventotene "L'isola di Altiero" – l'ampio servizio di 16 pagine è scaricabile nel numero di novembre da www.larassegnadischia.it mentre il video con lo stesso titolo si può scaricare da www.ischianews.com – perché tutto ricordava Altiero Spinelli le cui ceneri riposano nel piccolo cimitero dell'isoletta colonizzata anch'essa dagli ischitani nel 1772.
Trovo analogie – nelle debite proporzioni naturalmente – tra il nostro progetto del Comune Unico dell'isola d'Ischia e quello ancora più vasto proposto da Gianni Vuoso e da me per un unico Distretto Industriale Turistico da Ponza a Capri che abbiamo chiamato le "Isole Napoletane" - con il progetto dell'Europa Unita sotto un unico Governo poiché il Federalismo come lo vedeva Spinelli "è un nuovo strumento di Governo" come dice il prof. Levi da non confondere con il neofederalismo che propaganda la Lega di Bossi che è "avvelenato" come scrivono oggi Gianni Pitella e Marco Esposito nel loro libro poiché di fatto mira addirittura alla sgretolamento dell'Unità d'Italia conquistata 150 anni fa.
Spinelli propone una "unità nella diversità" per gli stati nazionali d'Europa; un "superamento delle vecchie divisioni nazionali e ideologiche"; "l'elaborazione di una Costituzione Europea".
Il prof. Lucio Levi conclude il suo saggio affermando che Spinelli "sapeva in ogni momento che cosa si doveva fare" ed in questo sta la sua grandezza.
Il nostro "progetto per il Comune Unico dell'isola d'Ischia" – tenendo conto della stratificazione della Storia delle nostre piccole Comunità che sono di più degli attuali 6 Comuni, con i loro dialetti, i loro costumi, le loro tradizioni e loro organizzazioni civili e religiose – è proporzionalmente altrettanto impegnativo della costruzione politica e più giusta ed umana dell'Europa che proponevano Spinelli, Rossi e Colorni.
Non possiamo trascurare la Storia ma sosteniamo che essa si può difendere meglio con una sola Autorità Amministrativa che è il Comune, con un sol Regolamento Edilizio, con un solo Ufficio Relazioni con il Pubblico, una puntuale applicazione della legge 241/90 sulla partecipazione dei cittadini e l'accesso agli atti oggi disapplicata in tutti sei Comuni insomma una piena valorizzazione dei poteri di Governo del territorio che il Testo Unico degli Enti Locali assegna al COMUNE. Per il benessere complessivo di tutta la popolazione finalmente "ischi tana". Senza cessare di essere "panzesi", "maricoppesi", "foriani", "lacchesi", "casamicciolesi", ed ancor meglio ITALIANI ed ancor di più EUROPEI.
Per questo credo che non potevamo proporre di meglio come epigrafe del nostro Movimento della "lezione di Eleonora" Roossevelt dal suo discorso alla proclamazione di diritti universali dell'Uomo del 1948.
Noi portiamo avanti una battaglia per i DIRITTI di tutti gli ischitani perché oggi gli isolani di Ischia Porto sono "privilegiati" rispetto agli isolani di Casamicciola, di Forio, di Panza, di Succhivo, di Sant'Angelo e di "Marecoppa" poiché la democrazia locale non è effettivamente esercitata in egual misura e non sono equamente offerte tutte le possibilità.
"Dove cominciano, in fin dei conti, i diritti umani universali? Nei piccoli luoghi vicino a casa: tanto vicino e tanto piccoli che non si possono vedere su una qualsiasi mappa del mondo. Eppure proprio questi posti "sono" il mondo delle singole persone: il quartiere dove vivono, le scuole che frequentano, la fabbrica o l'ufficio dove lavorano. Sono questi i posti in cui ogni uomo, donna o bambino, cercano uguale giustizia, eguali possibilità. Uguale dignità, senza discriminazione. Se tali diritti non contano "là" non contano da nessuna altra parte. Senza l'azione comune dei cittadini per imporli vicino a casa, cercheremo invano il progresso nel vasto mondo".
Credo infine che noi nella costruzione del Comune Unico – e forse anche del Distretto delle Isole Napoletane - possiamo concludere come Altiero Spinelli e Ernesto Rossi chiudono il loro Manifesto di Ventotene:
"La via da percorrere non è facile, né sicura. Ma deve essere percorsa e lo sarà!".
Casamicciola Terme,